L’homo sapiens sapiens, regredirà e ritornerà a esser homo sapiens. Sembra questo l’avvertimento che arriva dal 1972 da Sinisca, autore dell’opera “verso l’infinito” che rappresenta in una struttura concentrica il dna. L’opera intende esser dinamica, dando il senso di cambiamento. Cambiamento appunto del dna. La scultura in mostra presso la sede della Fintecna spa nell’Auditorium di via Veneto, appartiene alla collezione della mostra: “Metamateria. Da Materia d’Industria a Materia d’Arte”. Materiali industriali diventano arte.
Così Sinisca diventa precursore dei tempi e sembra che ci dia un avvertimento: la nostra postura cambierà, sempre più simile a quella delle scimmie. Chini sui nostri computer, riversi sui nostri smartphone, incollati ai tablet. Le mani cambieranno, probabilmente adattandosi agli smartphone, i problemi di vista fanno già parte del presente, spesso chi lavora al computer fa uso di occhiali. Scoliosi e problemi alla schiena. Doppi menti perché abbiamo dimenticato cosa vuol dire, camminare a testa alta. I dermatologi ed i medici sono d’accordo: una delle cause del doppio mento è star chini a causa della tecnologia. I nostri occhi sono sempre incollati ad uno schermo, che sia lo smartphone o il pc e non guardano mai la distesa infinita del cielo. Questi sembrano essere gli avvertimenti dell’artista che parla ancora oggi attraverso la sua scultura.
Negli anni 50’ Sinisca lavora per 8 anni alla IBM, poi decide di dedicarsi completamente all’arte, ma quegli anni segnano profondamente la sua opera. Nel periodo della piena rivoluzione nella Silicon Valley, Sinisca assiste al cambiamento e comprende quanto in quegli anni si sarebbe ridisegnato completamente il nostro modo di vivere e di lavorare. Una vera e propria simbiosi tra l’uomo e la macchina. Aveva previsto che tempo di lavoro e tempo di vita si sarebbero fusi accorciando sempre più il tempo di vita. L’elemento scientifico è il fulcro della sua opera. Chiudete gli smartphone, incrociate gli sguardi.