Vendite d’arte, sono molte le curiosità e i record di quest’anno che volge quasi al termine. Da quelle prestigiosissime e di mera speculazione economica, a quelle destinate a fini sociali o assai singolari come per quella di una fotografia di una patata venduta al prezzo incredibile di circa un milione di euro. È quanto ha sborsato un collezionista d’arte, cliente del fotografo ritrattista Kevin Abosch, dopo aver visto l’opera appesa ad una delle pareti della casa parigina dell’artista noto a livello internazionale. Ma non mancano aste dedicate a fini sociali, come per alcune opere di Joan Mirò, uno dei più grandi artisti spagnoli del Novecento. Un fine nobilissimo, quello proposto da Joan Punyet Mirò, nipote del famoso artista catalano, che ha destinato il ricavato di un’asta di 28 opere vendute da Christie’ a Londra, pari a circa 700 mila dollari, e destinandolo alla Croce Rossa della Catalogna per aiutare l’organizzazione nell’emergenza migranti.
Una cifra strabiliante di circa 57,3 milioni di dollari è stata, invece, spesa per acquistare all’asta un monumentale autoritratto di Jean-Michel Basquiat. Si tratta del record assoluto per un’opera dell’artista statunitense morto nel 1988 ad appena 28 anni. È stato un anonimo giapponese ad aggiudicarsi “Untitled, 1982”, dipinto nel quale Basquiat si ritrae come figura demoniaca di fuoco. La stima preliminare era fissata in 40 milioni, ma il prezzo di vendita è schizzato fino a superare la soglia raggiunta tre anni fa da un’altra opera di Basquiat, “Dustheads”, che era stata aggiudicata sempre in un’asta da Christie’s per 48.8 milioni di dollari. Ma non mancano altri record e cifre astronomiche investite da collezionisti, perlopiù orientali come abbiamo scritto alcuni mesi fa. E a New York ancora si parla dell’eccezionale vendita all’asta del bacio che forse è il più famoso al mondo e simbolo del romanticismo. Una delle tre versioni di “Il bacio” di Francesco Hayez, è stata infatti battuta dalla casa Christie’s al Rockefeller Plaza di New York per quasi 2 milioni di dollari.
Il dipinto è stato aggiudicato per la precisione per 1.865.000 dollari (circa 1 milione e 655mila euro) durante la sessione dedicata alla pittura europea del XIX secolo. Il dipinto ad olio su tela (118.4 x 88.6 cm) fu realizzato nel 1867 e sulla parte posteriore è firmato ‘Franco Hayez/Veneziano’. Il precedente record era stato segnato nel novembre 2008 da Sotheby’s a Londra per la versione di “Il bacio” del 1861, commissionata all’artista Francesco Hayez in occasione dell’unificazione d’Italia dalla famiglia Mylius, banchieri tedeschi trasferitisi a Milano. Quella battuta a New York è una delle tre versioni di “Il bacio”, che è stata in mostra a Milano fino al 21 febbraio scorso alle Gallerie d’Italia in piazza della Scala nell’esposizione dedicata a Hayez, che ha riscosso un notevole successo di visitatori. In quella sede sono state esposte le tre versioni del celebre dipinto per la prima volta una accanto all’altra: c’erano, infatti, anche quella realizzata nel 1859 su commissione di Alfonso Maria Visconti di Saliceto e poi donata alla Pinacoteca dell’Accademia di Brera e quella del 1861 in cui il vestito della donna non è azzurro ma bianco (in collezione privata).
E certo fa discutere la vendita di un nudo artistico che da sempre ha suscitato scalpore. Un prezzo record per un quadro di Amedeo Modigliani che a New York da Chistie’s è stato battuto per la cifra di 170,4 milioni di dollari (158,4 milioni di euro). L’opera è un nudo di donna distesa su un letto, si chiama “Nu couché” (Nudo disteso con braccia aperte o Nudo rosso) ed è stata battuto all’asta per la prima volta in una vendita al cardiopalma con rilanci continui durati 9 intensissimi minuti. Il quadro fa parte di una serie di grandi nudi realizzati per Leopold Zborowski, polacco ma attivo a Parigi, uno dei più importanti mercanti d’arte moderna, a sua volta ritratto dallo stesso Amedeo Modigliani. L’opera nel 1917 provocò un tale scandalo che dovette intervenire la polizia per disperdere la folla che si era assiepata dietro la vetrina del gallerista Bertehe Weill per ammirarla quando venne esposta la prima volta a Parigi. Ad aggiudicarsi “Nu couché”, è stato Liu Yiqian, magnate cinese appassionato d’arte e fondatore di due noti musei privati a Shangai, il “Long Museum Pudonfg” e il “Long Museum West Bund”.