Attraversa le strade del centro, fruga tra i bidoni dell’immondizia, si allontana all’arrivo di un’automobile. Per chi è cresciuto tra queste montagne e durante l’infanzia, ha immaginato più volte di incontrare un parente di Yoghi, vedere e rivedere il video e le fotografie che immortalano un orso aggirarsi per le strade conosciute, sembra quasi impossibile. Eppure la scorsa settimana una telecamera di sorveglianza e i telefonini di alcuni abitanti di Tarvisio, in provincia di Udine, hanno mostrato la presenza di un giovane esemplare.
Il dottor Paolo Molinari, studioso di grandi predatori e autore di diverse pubblicazioni, collabora al progetto internazionale Life Dinalp Bear che riguarda la conservazione e la gestione dell’orso sulle Alpi e sui Monti Dinarici. Molinari, in un’intervista al Messaggero Veneto, rassicura rispetto ai movimenti dei plantigradi: “Lo fanno praticamente sempre al buio, durante la notte, quando generalmente non c’é anima viva in giro”. E spiega di come si tratti di un evento non troppo raro causato dalla ricerca di un passaggio tra le valli, un movimento che non rappresenta un pericolo per l’uomo, dal quale l’animale si tiene lontano. Non è la prima volta che nella Foresta di Tarvisio, preziosa e vasta area naturalistica italiana dichiarata “Riserva naturale orientata e biogenetica”, si assiste alla comparsa di questo mammifero, che vanta un importante ruolo nella regolazione degli ecosistemi (dal favorire la dispersione dei semi vegetali -trasportati attraverso il pelo e il sistema digestivo-, alla “pulitura delle carogne”). Negli anni ’80, però, lungo una strada statale della zona, un’auto investì un orso. Si trattò di un episodio isolato, ma rimasto ben impresso nella memoria collettiva.