Immaginate una grande, bella spiaggia dorata. Sole, ombrelloni, sdraio. C’è chi cammina, chi mangia un gelato, grandi e bambini che corrono, giocano a palla o si tuffano nel mare. Ora pensate alla stessa spiaggia, ridotta a un fazzoletto di sabbia. Pochissimi ombrelloni, è quasi impossibile prendere il sole, passeggiare o lanciare il frisbee. Brutto, vero?
Pensate che l’innalzamento del livello del mare e l’erosione delle coste sono solo alcune tra le principali conseguenze del surriscaldamento del pianeta, assieme allo scioglimento delle grandi masse di neve. Un’eventualità che può causare catastrofi molto gravi come alluvioni, frane e siccità, e mettere in pericolo l’intera umanità. Senza dimenticare che gli orsi polari, senza ghiaccio, non saprebbero più dove andare. Ma perché succede tutto questo?
Gli scienziati ripetono da tempo che le emissioni di gas (automobili, industrie ecc.) fanno davvero molto male sia all’uomo che all’ambiente. Per fortuna, questo mese, è successo qualcosa di importante, quello che si definisce “un momento storico”: il 4 novembre è entrato in vigore il negoziato per evitare un ulteriore aumento della temperatura della Terra. E’ un po’ come se al nostro mondo fosse venuta la febbre e ora sia necessario trovare insieme “le medicine” per contenerla e mantenerla sana.
L‘Accordo Globale sul Clima è un libricino che contiene 29 articoli, frutto di lunghe discussioni dei rappresentanti di quasi 200 Stati del mondo che nel dicembre 2015 si sono trovati tutti insieme a Parigi. Ovviamente non tutte le nazioni possono impegnarsi subito, molte di loro devono ancora organizzarsi nel migliore dei modi. Per ora, 55 paesi dicono di avere già “le medicine pronte”.
Ma cosa contiene questo Accordo? Ecco i 5 obiettivi principali del documento:
1) fare in modo che la temperatura del nostro pianeta aumenti ancora al massimo di 2 gradi;
2) ritrovarsi almento ogni 5 anni tutti insieme per fare il punto della situazione;
3) studiare tanto per trovare altre forme di energia pulita (come l’energia solare, ad esempio, cioè le fonti che si rinnovano in tempi brevi senza causare danni all’ambiente);
4) aiutare i paesi che hanno subito gravi danni dovuti ai cambiamenti climatici (alluvioni, siccità);
5) coinvolgere progressivamente tutti gli Stati (e gli abitanti) del mondo.
Insomma, tutti noi possiamo impegnarci affinché l’Accordo di Parigi diventi efficace. Ma nel concreto, cosa possiamo fare? Abbiamo chiesto il parere di un’esperta, Paola Bolaffio, direttrice di Giornalisti nell’erba, un importante progetto che permette di diffondere anche tra i più piccoli le informazioni che riguardano la cura dell’ambiente. Perché se tutti ne sappiamo di più, allora insieme potremo contribuire a dare la “giusta traiettoria” al nostro pianeta.
Bolaffio in questi giorni si trova a Marrakech, in Marocco, dove i Paesi coinvolti nell’Accordo di Parigi hanno organizzato la ventiduesima “Conferenza delle Parti” (detta Cop22). Un incontro mondiale per rendere operativi gli impegni presi nella capitale francese. “Siamo messi maluccio – ha spiegato – Oggi la Nasa ha detto che l’Artico si sta inesorabilmente sciogliendo, la terra si sta desertificando e gli oceani si acidificano cambiando così la chimica degli ecosistemi.
Gli Stati si sono uniti per cercare di fare qualcosa assieme. Bisogna smettere di emettere la co2 e gli altri gas che alterano il clima”. E proprio su quello che ognuno di noi può fare quotidianamente, per aiutare il nostro pianeta a stare meglio, l’esperta ha spiegato: “Possiamo mangiare poca carne, prendere i mezzi pubblici, andare a piedi o in bici, consumare poca acqua, scaldarsi e avere elettricità da fonti rinnovabili, differenziare i rifiuti e non sprecare il cibo”. La direttrice di Giornalisti nell’erba, ha poi raccontato il progetto della più grande e giovane “redazione ambiente” del mondo, composta da bambini e ragazzi dai 5 ai 29 anni.
“Sì, è così – ha aggiunto – Giornalisti nell’erba è un progetto di formazione di coscienze critiche soprattutto ambientali che parte dai gradi più bassi d’istruzione passando per la formazione degli stessi insegnanti e utilizzando la cassetta degli attrezzi del giornalismo come strumento per comprendere e descrivere meglio la realtà. E’ sperimentazione e, allo stesso tempo, un nuovo modo di raccontare”.
Ecco, ora avete un quadro più chiaro di come ognuno di noi può contribuire al benessere dell’ambiente che ci circonda. Quindi, continuate tranquillamente a divertirvi nella vostra bella spiaggia. Giocate, studiate, riposatevi. Ma non dimenticate mai che il nostro presente e il nostro futuro potranno essere sereni solo se ognuno di noi farà la sua parte. Che sia non sprecare acqua preziosa o non lasciare cartacce in giro. O semplicemente non distrarci, mantenere sempre alta l’attenzione su tutto ciò che può deteriorare la vita della Terra. E, una volta che sarete diventati bravi difensori del nostro ambiente, trasformatevi in tanti giornalisti investigativi: per raccontare, a vostra volta, le azioni che vanno evitate e quelle che vanno premiate. Per vivere, tutti, un po’ meglio.