Si è conclusa in Marocco la conferenza Onu sul clima, Cop22, con tanti propositi ma poche azioni. Gli unici risultati portati a casa dai 196 paesi partecipanti, sono un programma di lavoro per attuare entro il 2018 l’Accordo siglato a Parigi l’anno scorso, sulla lotta al surriscaldamento del pianeta, e un Fondo Verde, il Green Climate Found, per aiutare i Paesi in via di sviluppo.
Dove erano i leader mondiali? Nonostante il tema riguardi tutti noi, a Marrakech ci sono stati dei grandi assenti. Oltre i leader africani e dell’alleanza delle isole del Pacifico, pochi capi di Stato sono giunti dal resto del mondo. Non c’è Obama dopo l’elezione di Trump, manca il presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping e neanche Putin si presenta. Dall’Europa sono arrivati a parlare di cambiamento climatico solo Hollande, Rajoy, Costa e il presidente montenegrino Vujanović. Il premier Matteo Renzi non ha lasciato i suoi impegni legati alla campagna per il Sì al referendum e ha inviato vari dirigenti ministeriali.
Smile and say ACTION! Huge turnout for @GreenPeace convenes biggest ever #UNFCCC Family Photo! #COP22. #WeWillMoveAhead pic.twitter.com/4jcd8PjZtf
— COP22 (@COP22) 18 novembre 2016
Le aspettative. Entro il 2020 le emissioni di gas serra vanno ridotte, quantomeno per aumentare le possibilità di restare entro i due gradi centigradi di aumento delle temperature, come sancito a Parigi. Nel 2018 la tappa intermedia vedrà la comunità scientifica dettare regole alla politica ancora troppo lenta, uno stress test tra due anni per vedere se si è attuato l’accordo di Parigi o meno. Su questo c’è la collaborazione anche di Cina e Arabia Saudita, ma poche sono le azioni concrete, come abbiamo raccontato da Marrakech.
#COP22: Marrakech Action Proclamation expresses irreversible momentum on climate: https://t.co/u3rXOZThOx pic.twitter.com/lfSNBjXRhX
— United Nations (@UN) 18 novembre 2016
Un appello a Donald Trump. Il ministro degli Esteri marocchino e presidente della Conferenza Onu sul clima Cop 22, Salaheddine Mezouar, ha rivolto un appello al presidente americano eletto, Donald Trump, perché si unisca allo sforzo internazionale per l’attuazione dell’Accordo di Parigi sul clima, invece di dichiarare che il cambiamento climatico non esiste. “Noi contiamo sul suo pragmatismo così come sul suo impegno verso lo spirito della comunità internazionale, in una lotta immane per il nostro futuro, per il pianeta, per l’umanità e la dignità di milioni di persone – ha detto Mezouar a conclusione dei lavori di Cop22- è per quello che il nostro pianeta sarà domani, e per quello che noi ci lasceremo dietro”. Un altro importante richiamo per il tycoon arriva dal primo ministro delle Isole Fiji, Frank Bainimarama: “Abbandoni il suo scetticismo sul cambiamento climatico e venga a visitare la mia nazione del Sud Pacifico”, ha detto. Perché proprio le isole Fiji? Rischiano di essere sommerse in pochi anni dallo scioglimento dei ghiacciai e di scomparire.
We’re all in when it comes to addressing climate change. #COP22 https://t.co/F9qiydJ55C pic.twitter.com/oArlHb9cQc
— World Wildlife Fund (@World_Wildlife) 18 novembre 2016
L’aspetto finanziario del clima. Tra i temi più spinosi, infine quello finanziario: tra donatori e riceventi molti i dissensi, ma alla fine l’accordo è arrivato per 100 miliardi di dollari l’anno a partire dal 2020, da mettere a disposizione dei Paesi in via di sviluppo per limitare i danni e prevenire gli effetti del cambiamento climatico. Sul tavolo ci sono diversi temi importanti da sciogliere: la trasparenza nei criteri di valutazione degli INDC (Intended Nationally Determined Contributions); la road map per lo stanziamento paese per paese dei 100 miliardi di dollari e la messa in opera del comitato incaricato di facilitare l’implementazione dell’accordo.
Era la prima Conferenza dopo lo storico Accordo del dicembre scorso, che per la prima volta ha unito tutti i Paesi del mondo nello sforzo per combattere il riscaldamento globale, dovuto alle emissioni di gas serra da parte dell’uomo. A Parigi 196 Paesi avevano deciso di mantenere il riscaldamento entro 2 gradi dai livelli pre-industriali, se possibile entro 1,5 gradi. La Cop di Marrakech doveva cominciare ad attuare questo accordo, ma la lotta al cambiamento climatico sembra non essere una priorità per la politica.