Un vecchio documento della CIA (de-classificato ed oggi disponibile online) ridà luce alla storia di uno dei volontari ucraini della divisione “Galizien”, 14 Divisione granatieri delle Wafer SS, costituita dai nazisti, insieme ad altre unità affini, nei territori occupati per combattere i sovietici. Oggi si stima che furono circa 100 mila i cittadini sovietici (russi, ucraini, lettoni, estoni, bielorussi) che combatterono nelle file dell’esercito regolare tedesco, delle Waffen SS o che servirono le forze germaniche quali collaborazionisti.
Un’eredità scomoda per paesi che, nel 2022, fanno parte di UE e NATO o che aspirano ad entrarvi. Eppure, questa eredità è ancora largamente condivisa dalle popolazioni locali.
Nei primi giorni della guerra russa, ricorderete, stemmi della Galizien insieme a svastiche e celtiche erano individuati dalle telecamere sulle uniformi delle milizie nazionaliste ucraine come l’Azov. E tutto questo malgrado Zelensky rammentasse le sue origini ebraiche… Il tragico passato dell’annessione sovietica, segnato ancor più dolorosamente dallo Holodomor, lascerebbe comprendere almeno in parte il sentimento anti russo o, meglio, anti comunista che aleggia nell’Ucraina odierna.
Quanto all’Occidente, è singolare come l’atteggiamento nei confronti dello Holodomor non sia mai stato univoco e compatto come quello mostrato di fronte all’attacco del 24/02, quasi che il passato staliniano della Russia sia percepito meno terribile del presente putiniano.
Mancanza di chiarezza che va a nostro svantaggio due volte: perché né noi né gli ucraini abbiamo ancora fatto i conti con il passato. E perché accogliamo, nell’UE e nella NATO, un altro paese che reca con sé odi mai superati e rancori mai sopiti…
Nuova puntata di “Ucraina in pillole. La guerra russo – ucraina senza filtri”, la rubrica di Ofcs Report a cura di Marco Petrelli,