Cristian Kollmann, linguista ed esperto di toponomastica per il movimento politico secessionista Sudtiroler Freiheit, cosa pensa di questa mozione della Provincia di Bolzano promossa dall’Svp? Dovrebbero sparire i toponimi italiani dalla segnaletica.
“Non si tratta dell’italiano ma di pseudo-italiano. Attenzione però: non tutti i nomi italiani verrebbero soppressi. Non abbiamo nulla contro quelli come Bolzano, Merano e Bressanone. Infatti qui si parla soltanto di toponimi che non sono entrati nell’uso comune. Ma non siamo d’accordo con la proposta dell’Svp, noi vogliamo toglierli tutti”.
Cosa intende per pseudo-italiano?
“Ettore Tolomei, l’uomo che inventò l’Alto Adige, il primo fascista di questa zona ha costruito o ricostruito, grazie a una ricerca linguistica poco più di 8mila toponimi. Gran parte di questi è entrata in uso. Ma non tutti”.
Fa un esempio di ricostruzione linguistica operata da Tolomei?
“Il nome di Vipiteno è una ricostruzione, il toponimo italiano per Sterzing era Sterze. Per Tolomei non suonava bene e tornò alla parola latina Vipitenum. Per l’Svp questo nome è entrato in uso e non verrebbe cambiato, ma noi pensiamo che questo continui a mantenere la falsità su questa storia”.
Cosa contesta alla mozione quindi?
“Mantenendo i toponimi grandi non cambierà granché. Si da l’impressione che questo sia stato un territorio bilingue da sempre. Ma non è questo il caso. Noi siamo contrari a una toponomastica bilingue. Noi non abbiamo niente contro i circa 200 toponimi autentici, storicamente autentici. Bisogna fare la differenza fra verità e bugia. Siamo contro la bugia”.
La fazione politica italiana ha attaccato duramente la proposta.
“Urzì, il segretario de “Alto Adige nel Cuore”, non fa mai differenza fra toponimi autentici e quelli che io chiamo pseudo-italiani”.
In fin dei conti allora lei giudica questa proposta troppo morbida?
“Si infatti non è coerente. Perché la Svp non ha dei veri e propri argomenti in base alla scienza. Non si può dire che i toponimi che sono entrati in uso li terremo. Chi lo decide? È un segno di quanto si sia diffusa fino in fondo la bugia. È una umiliazione mantenere i nomi che sono bugie con la scusa che si sono diffusi”.
Quale sarebbe la vostra proposta in merito?
“In primo luogo chiediamo l’abrogazione dei decreti fascisti, sono tre e sono ancora in vigore. Questi rendono ufficiale i toponimi in italiano, negando l’esistenza sia di quelli tedeschi che di quelli ladini. Si dovrebbe poi, rispettando l’obbligo di bilinguismo, reintrodurre tutti i toponimi storicamente fondati: i nomi tedeschi, quelli ladini e i circa 200 italiani”.
Siete per una logica più storica sembra di capire.
“Non siamo contro il bilinguismo nella toponomastica. Chiediamo che venga fatta una interpretazione anche scientifica dell’obbligo di bilinguismo, che noi non contestiamo. Per noi ci si può riferire ai toponimi che si erano diffusi prima del fascismo, non a quelli che finora hanno avuto il compito di manipolare la storia delle lingue di questo territorio. Chiediamo che venga fatta differenza, cosa che non fanno né l’Svp né i partiti italiani”.