Il primo dei tre confronti televisivi tra la Clinton e Trump ha visto la candidata donna in vantaggio, il 62% contro il 27% indice di gradimento. Gli americani, si sa, sin dai tempi di Kennedy, passando per Nixon e Bush, hanno reso le elezioni un momento estremamente mediatico riservando per l’ultima trance i duelli tra i due candidati alla Casa Bianca. Milioni di telespettatori, non solo americani, incollati alla tv, curiosi e attenti ai colpi che si sferzano, metaforicamente s’intende, gli aspiranti Presidenti Usa.
In questa prima manche, iniziata con una rigorosa stretta di mano, non sono mancati i colpi bassi e scontri su temi importanti come economia, occupazione, sicurezza, temi razziali e sulla minaccia terroristica. Un’ora e mezza di confronto serratissimo, attacchi reciproci hanno fatto compagnia a oltre 100 milioni di persone. Divisi anche dal colore scelto nell’abbigliamento, lei in rosso acceso e lui con una cravatta blue elettrico, i candidati non se la sono mandata a dire.
La Clinton ha chiesto spiegazioni all’avversario sul rapporto stretto con Putin, sulla mancata dichiarazione dei redditi e soprattutto ha ribadito che per governare un Paese bisogna avere esperienza che a lui, senza dubbio, manca nel campo. La stessa esperienza che lei avrebbe ma che lui ha contestato dichiarandola “esperienza sbagliata”. Trump è un amante della vecchia politica e così vuol fare. Durante la serata l’ha più volte spiegato sottolineando che l’America degli ultimi 8 anni è caduta in basso senza mai riprendersi e questo per colpa di Obama. Vero è che i tempi televisivi sono stati rigidissimi, nessuno ha parlato più o meno dell’altro, creando una suspance maggiore e dando un senso di democratico confronto. Un’ora e mezza che ha dimostrato la preparazione notevole che i candidati devono fare prima di eventi simili. Dai concetti, alla linguistica, all’aspetto fisico, al tono della voce, alla gestualità e così via, i candidati sono seguiti da esperti in comunicazione che hanno il compito di far fare bella figura all’aspirante presidente.
Tutto sembra essere logico se si pensa che stiamo parlando dell’America, del Paese mediatico per antonomasia, dove tutto viene ripreso, dove tutto viene basato sul gradimento dello spettatore e dove anche solo una goccia di sudore in più sul viso può rappresentare insicurezza, quindi inadeguatezza e infine fallimento. Tutti sono in trepida attesa della prossima puntata, fissata per il 9 ottobre e poi per l’ultima il 19 dello stesso mese. Chi vincerà ancora non lo sa nessuno, ma quello che è certo è che queste elezioni sono le più seguite degli ultimi 30 anni.