“Stiamo insieme da 63 anni, da sempre in questa casa dove entra l’odore delle onde del mare”. A raccontarsi sono Mina 93 anni e Antonio 101 anni a febbraio. Non sono solo autosufficienti, ma arzilli e in grado ancora di camminare, cucinare e scriversi poesie d’amore che leggono con piacere. Loro sono solo due dei 300 centenari viventi nel Cilento su una popolazione di 15mila persone. Un numero così alto da far partire una ricerca internazionale supportata da finanziamento europeo sulla longevità: un team internazionale di scienziati ha analizzato la popolazione cilentana con lo studio pilota intitolato CIAO (Cilento on Aging Outcomes Study) condotto dall’Università La Sapienza di Roma e dall’Università di San Diego in California, a caccia del segreto per vivere a lungo.
Centenari come maratoneti. Soltanto ad Acciaroli, piccolo paese di pescatori, la densità di super- anziani è maggiore dei centenari studiati nell’isola giapponese Okinawa. Genetica, stili di vita, attività fisica e dieta mediterranea sono fattori che notoriamente contribuiscono a una vita lunga e sana. Ma l’equipe di ricercatori, verificando i paramentri scientifici nel Cilento, ha identificato un elemento in più: una buona microcircolazione sanguigna. “Gli anziani cilentani hanno livelli molto bassi di ADM, l’adrenomedullina– ci spiega il professor Salvatore Di Somma, responsabile della ricerca per il Dipartimento di scienze medico-chirurgiche e di medicina traslazionale de La Sapienza – un ormone regolatore della pressione sanguigna che aumenta la quantità di sangue nella circolazione periferica. Questo biomarcatore indica un sistema endoteliale e del microcircolo ben funzionante in grado di consentire una buona perfusione sanguigna degli organi e dei muscoli. Ma c’è di più: la microcircolazione riscontrata nei centenari, nonostante il fisiologico deterioramento, è paragonabile a quella dei soggetti di trent’anni più giovani”. Un buon flusso sanguigno attraverso i piccoli vasi del sangue è ciò che assicura ai maratoneti un rendimento migliore a parità di frequenza cardiaca rispetto all’uomo medio. Permette di far arrivare alle cellule di tutto il corpo ossigeno e sostanze nutritive, e di portare fuori tossine e anidride carbonica.
Il metodo per cercare l’elisir di lunga vita. La ricerca ha analizzato due gruppi di cilentani: 29 “super-anziani” con un’età media di 92 anni e 52 parenti più giovani (età media di 60 anni), che condividono con i centenari lo stesso background genetico, ambientale e stili di vita e per questo i ricercatori ipotizzano possano avere una simile aspettativa di vita. Il primo passo per la ricerca è stato l’analisi dei campioni di sangue nel laboratorio di Vallo della Lucania per controllare alcuni biomarcatori legati a disfunzioni cardiache e renali. “Praticamente tutti i soggetti – ci fa vedere con le analisi in mano Giovanni d’Arena, proprietario del laborato – hanno il colesterolo LDL molto basso e quello HDL, il colesterolo buono, con un ottimo rapporto. Indice di salute che normalmente appartiene ad una bambina! L’altra grande sorpresa che abbiamo avuto è stata rispetto ai radicali liberi: nel BAP test ( Biological Antioxidant Potential) dove si misura la componente globale antiossidante nel sangue, abbiamo visto che questi anziani hanno una capacità di contrastare l’invecchiamento cellulare incredibile. E quello che succede al centenario, si verifica anche nei parenti analizzati, quindi la componente genetica è presente”. I risultati sono stati poi confrontati con quelli di una coorte di 194 soggetti sani con un’età media di 63,9 anni, monitorati per oltre otto anni perché già arruolati nel “Malmö Preventive Project” dell’Università di Lund in Svezia.
Un modello per arrivare a cento anni. L’età media è di 92 anni per le donne e 85 per gli uomini contro una media italiana rispettivamente di 85 e 80. Indagare non soltanto le cause della longevità ma anche quali fattori contribuiscano maggiormente ad un invecchiamento sano è l’obiettivo di un numero crescente di studi scientifici. Più al riparo dalla minaccia delle malattie cardiovascolari, da patologie quali l’Alzheimer, malattie neurodegenerative e oncologiche, perchè? Il professor Di Somma riassume così: “Gli abitanti di Acciaroli seguono una dieta mediterranea, ricca di piante aromatiche come il rosmarino. La posizione montuosa del villaggio favorisce l’attività fisica”. Il Cilento è meta di ricerca per la dieta mediterranea già da 60 anni, quando lo studioso Ancel Keys scoprì per primo i benefici decise di questa particolare alimentazione cilentana, rendendo famosa la dieta mediterranea in tutto il mondo.
In effetti, lo stile di vita attivo lo si può notare parlando con gli anziani: “Tutti i giorni arrivo a piedi al mio orto e sistemo, coltivo, raccolgo i pomodori per la conserva- racconta Giuseppe Vassallo, 96 anni e una grinta da vendere- e poi, vuoi sapere un altro segreto? Ancora mi piace stare con le donne, non smetterò mai di amarle!”. Si incontrano tante tante persone come Giuseppe tra le reti da pesca di Acciaroli al tramonto, sara’ quindi interessante farle incontrare virtualmente con i pazienti che soffrono di scompenso cardiaco, cosi’ potranno condividere i loro stili di vita e cercare con questi criteri scoperti dalla ricerca, di ridurre l’incidenza di questa patologia attraverso le diverse esperienze di vita. Quindi non solo vacanze in Cilento tra gli ulivi e uno dei mari più belli d’Italia, tra il pesce azzurro appena pescato e la bellezza del patrimonio Unesco, ma anche un’immersione tra gli ingredienti della lunga vita.