Nonostante Norcia abbia registrato sul proprio territorio, la scossa principale di magnitudo 6 delle 3.36, poi alle 4.32 di magnitudo 5.1, e ancora alle 4.33 con magnitudo 5.4, i danni nella vostra cittadina sono stati contenuti, soprattutto senza nessuna vittima. Secondo il sindaco, Nicola Alemanno, com’è stato possibile?
“Ci sono stati solo 8 feriti lievi a Norcia e nelle frazioni limitrofe al nostro comune. I problemi più importanti sono legati ad un patrimonio immobiliare che dopo l’incubo del 1997 è stato di nuovo danneggiato, ma fatto importante da sottolineare, non andato distrutto”.
Ci sono case danneggiate?
“Sono all’incirca 200 le abitazioni che hanno riportato delle lesioni, ma ancora tutte in piedi. Grazie anche ad una ricostruzione adeguata, fatta a suo tempo e con tutti i criteri del caso. Tutte le abitazioni sono antisismiche. Questo ha permesso di salvare, proteggere e preservare tante vite umane. Anche i tanti turisti presenti a Norcia quella sera, che si sono salvati grazie agli stessi albergatori che hanno anche loro fatto ricostruzioni a norma antisismiche”.
Avete predisposto anche voi alloggi alternativi per queste persone disagiate?
“Finora abbiamo disposto a Norcia 700 posti di accoglienza ma i nostri sfollati, molti dei quali si stanno organizzando con propri mezzi di fortuna, o presso parenti, risultano più del doppio”.
Danni ai beni culturali?
“Dopo i controlli sono emerse alcune gravi lesioni alla basilica di San Benedetto. Danni anche alle mura storiche e crolli a Castelluccio”.
Nel conteggio attuale sono 2900 gli sfollati e gli assistiti nelle tende fra Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e altre piccole frazioni vicine. Un bilancio pesante oltre i morti accertati, soprattutto ad Amatrice. E proprio qui, cosa non ha funzionato? E soprattutto si potevano evitare tutte quelle vittime?
“C’è un fatto, l’Italia purtroppo sul fronte terremoti è ancora molto indietro sulla prevenzione. Basti pensare che ci abbiamo messo 30 anni a dichiarare sismica la nostra dorsale appenninica”.
Della serie, meglio tardi che mai….
“Nel nostro paese solo dopo gravi eventi sismici si costruisce bene e con i giusti adeguamenti. A Norcia ad esempio ci ritroviamo sì, per la terza volta in quaranta anni a riprendere in mano la situazione del nostro patrimonio immobiliare, ma i precedenti interventi antisismici effettuati sugli edifici hanno assolto perfettamente il loro ruolo di prevenzione, ridimensionando i danni provocati che sono stati attutiti e meno rilevanti delle volte precedenti”.
Gli adeguamenti erano stati fatti anche nelle abitazioni più vecchie, storiche di Norcia?
“Certo. Per questo pur riportando lesioni, le abitazioni hanno resistito a più di una scossa di terremoto. A differenza di quanto purtroppo è accaduto nelle Marche e nel Lazio”.
Questo testimonia come la ricostruzione in Umbria sia stata una buona ricostruzione. Ha saputo infatti non solo garantire sicurezza per la popolazione, ma anche qualità e velocità degli interventi.
“Beh, sì. Gli avvenimenti di questi ultimi 40 anni avvenuti nel nostro territorio ci hanno reso, per forza di cose, resilienti a questi tragici episodi sismici. Un suo collega proveniente dal Giappone mi ha detto che ho la mentalità tipicamente giapponese per il mio impegno alla prevenzione”.
In che senso, mi spieghi.
“Nel senso anche noi, come loro, negli ultimi tempi abbiamo cercato in questo territorio di prendere lo stesso aspetto culturale, di riuscire finalmente ad avere una cultura della prevenzione. Anche se per noi italiani, rispetto ai giapponesi, abbiamo e troviamo più difficoltà. Perché dopo i sismi, loro si ritrovano a costruire sul nuovo, noi sul vecchio. Molto più complicato”.
Secondo lei, cosa c’è da fare, ora?
“Puntare proprio su questo: la prevenzione. Prevenire i danni causati da questi terribili terremoti ridurrebbe i costi successivi che sono decisamente maggiori a quelli di un adeguamento fatto a norma. Le amministrazioni di ogni cittadina e regione a rischio, devono pensare più che alle prossime elezioni, alle prossime generazioni e a come difenderle adeguatamente da questi eventi”.
La presenza sul territorio delle istituzioni come è stata?
“La Regione ci è stata molto vicina, anche gli aiuti da parte di vigili del fuoco, protezione civile, croce rossa e dei tanti volontari”.
Anche lei, nel suo paese a Norcia è un’istituzione. Dopo la prima e forte scossa delle 3.36 dove si trovava?
“Sono subito sceso in piazza, vicino alla popolazione. Perché alla fine la gente del posto non rimane solo un tuo concittadino, ma diventa una vera e grande famiglia di cui bisogna prendersi cura, sempre”.