E’ passata una settimana dal terremoto che ha raso al suolo Amatrice, Accumoli e Pescara del Tronto. Giorni interminabili che hanno segnato per sempre la storia italiana. Dopo sette anni dall’Aquila oggi piangiamo ancora una volta bambini, genitori, nonni e amici morti sotto le macerie. Una settimana questa che ha mostrato tutte le potenzialità ma anche le difficoltà del nostro Paese. Sono 293 i morti, oltre 250 le persone salvate. Ma ora nascono le domande, ora ci si chiede cosa succederà agli sfollati? I soccorsi hanno funzionato, è un dato di fatto. Protezione Civile, Vigili del Fuoco e volontari sono intervenuti sui luoghi colpiti immediatamente facendo una corsa contro il tempo, coscienti che un minuto in più potesse essere troppo per chi sotto alle macerie non respirava. Sono state allestite delle tendopoli che stanno dando un primo appoggio a tutti gli sfollati che da un giorno all’altro non hanno avuto più niente. Ma quanto potrà durare? La preoccupazione è tanta, soprattutto in vista dell’inverno: in quei paesi si sa, fa freddo. I bambini devono andare a scuola, è un loro diritto ed è giusto che la vita ricominci da capo anche per chi deve tornare a lavorare.
Le istituzioni hanno fatto la loro parte. Le visite dei Ministri e del presidente del Consiglio che sono stati sui luoghi colpiti, per constatare i danni e per rassicurare i sopravvissuti che non verranno dimenticati e che l’aiuto arriverà presto. Dimenticati, questo è il punto. Parliamo di paesi piccoli, in alcuni casi di frazioni, con 700 anime che vivono di quello che producono e in estate di turismo. Paesi che hanno paura di essere dimenticati e abbandonati dopo che la scia mediatica svanirà. Sono stati stanziati i primi 50 milioni di euro dallo Stato. Mark Zuckerberg, il milionario proprietario di Facebook ha donato alla Croce Rossa italiana 500 mila dollari per aiutare i paesi terremotati e sono state aperte diverse donazioni per chiunque volesse mandare dei soldi utili alla ricostruzione della vita dei terremotati, perchè qui si parla di vita non solo di case. Il governo ha promesso di trovare al più presto una soluzione. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha proposto di riaprire le Camere prima del tempo qualora si ritenesse necessario. Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha chiamato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dandogli la sua disponibilità negli aiuti.
Non sono mancate le polemiche politiche, chi accusa gli altri per la mancata messa in sicurezza dei Paesi colpiti, chi ha proposto le case destinate agli immigrati per gli sfollati e chi pensa a cosa ne sarà di domani e dopodomani. Molti si chiedono come sia possibile che la scuola di Amatrice, rifatta nel 2012 e resa antisismica, sia stata tra le prime a crollare, come sia possibile che il campanile di Accumoli, da poco ristrutturato, sia caduto e abbia distrutto la casa di una famiglia che oggi non c’è più. La verità sta negli occhi delle vittime, negli occhi di chi da una settimana dorme in tenda e piange perchè non ha più niente e nessuno. Dopo i funerali celebrati in pompa magna alla presenza delle massime istituzioni italiane ci sono state tante promesse, tante aspettative e tante parole che siamo tutti speranzosi si avverino.