Beni librari ed archivi a rischio estinzione. In Italia, su 30 milioni di volumi conservati nelle biblioteche statali, almeno 4,5 milioni non sono più liberamente consultabili senza danno. In mancanza di interventi di restauro conservativo, in tempi purtroppo non eccessivamente lunghi, oltre 20 milioni di unità saranno nelle stesse condizioni. E la situazione è pressochè analoga per gli Archivi di Stato.
A denunciarlo è il professor Antonio Zappalà del Dipartimento di Storia e Tutela dei Beni Culturali Università degli Studi di Udine che, in una nota, ha lanciato le sue riflessioni: “Se si è sensibili alla conservazione di questo immenso patrimonio archivistico e librario, che contiene spesso le fonti primarie della documentazione storica, non si può non interrogarsi su quali siano le cause di un tale rischio di perdita di beni culturali”. Il docente ha fatto anche alcune proposte. Di ogni libro o documento conservato, ma particolarmente di quelli che hanno una elevato valore documentario, storico o, in alcuni casi anche artistico, va fatta una duplicazione di sicurezza, una duplicazione che servirà anche per una maggiore diffusione dei testi, particolarmente quelli di maggior valore. La duplicazione avrebbe lo scopo inoltre di far diminuire anche l’uso, e quindi la manipolazione, degli originali. “Sono pochi i lettori che hanno una vera necessità di accedere alla lettura del ‘pezzo’ autentico – ha dichiarato – Nella maggior parte dei casi è sufficiente poter leggere il microfilm dell’originale custodito nella medesima biblioteca. Solo in casi rari sono anche interessati a tutte quelle informazioni che si possono desumere solo con la consultazione diretta dell’originale. Nel 2014 la direzione generale degli Archivi ha emanato le linee guida per la prevenzione dei rischi e alla reazione delle emergenze negli archivi. Nel 2015 una direttiva del Mibact ha disposto le modalità di messa in sicurezza degli archivi in caso di calamità naturali. Ma ciò che appare è una corsa contro il tempo per il degrado e la cattiva conservazione e sorveglianza di molti archivi e biblioteche. E’ nata anche un’associazione Sos Archivi che motiva gli associati ad attività di recupero e partecipazione economica per la salvaguardia.
http://www.sosarchivi.it/documenti/
E poi ci sono i furti. Come non ricordare quello avvenuto nella Biblioteca dei Gerolamini a Napoli. Lo scorso 28 aprile la Procura ha chiuso le indagini nell’ambito dell’inchiesta-stralcio sul saccheggio della biblioteca che custodisce i patrimoni librari più preziosi d’Europa. Un saccheggio che, per la Corte dei Conti di Roma, ammonta a quasi 20 milioni di euro. Sono 4 mila, infatti, i volumi rarissimi portati via tra giugno 2011 e aprile 2012. E che ha già portato alla condanna a sette anni di reclusione per l’ex direttore Marino Massimo De Caro, imputato in un altro procedimento ancora in corso, anche per il reato di associazione per delinquere insieme ad altre tredici persone, tra cui l’ex conservatore don Sandro Marsano. Non solo furti e ruberie ma anche ricettazione di libri antichi e rari.
Il ministro Dario Franceschini ha annunciato che aumenterà di 8 milioni di euro il contributo statale a favore degli archivi, delle biblioteche e dei principali istituti del Mibact. “Dopo anni di tagli alla cultura è necessario adesso invertire la rotta e tornare ad investire – ha detto – anche aumentando le risorse a favore dei tanti istituti che silenziosamente e con alta professionalità, operano per la conservazione, catalogazione e restauro del nostro patrimonio culturale. Un lavoro poco visibile ma importantissimo, che va valorizzato perché mantiene viva la memoria e la vitalità di un patrimonio unico al mondo “. Gli importi previsti , però, saranno destinati solo a nove Enti, tra cui le sole Biblioteche di Roma e Firenze.
Per approfondire leggere questo sulla legislazione:
Le principali norme relative agli archivi sono raccolte nel Codice dei beni culturali e del paesaggio d. lg. 42/2004, modificato da ultimo nel 2008). Fra le altre cose, il Codice dei beni culturali:
1. detta regole in materia di conservazione, scarto e versamento negli archivi storici dei documenti della Pubblica amministrazione;
2. disciplina la consultabilità dei documenti conservati negli Archivi di Stato e negli archivi degli enti pubblici;
3. indica a quali vincoli siano sottoposti gli archivi privati dichiarati di “interesse storico particolarmente importante”.
Oltre al Codice dei beni culturali, molte altre norme di carattere nazionale o locale regolano la vita degli archivi, dal momento della loro nascita alla loro destinazione finale (scarto o trasferimento in un archivio storico). Per quanto riguarda gli archivi correnti, si pensi ad esempio al Codice dell’amministrazione digitale (d.lg 82/2005, modificato da ultimo nel 2010), al Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa (DPR 445/2000), nonché alle Norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi (l. 241/1990, modificata da ultimo nel 2011). La normativa sulla privacy ha impatto sia sugli archivi pubblici che su quelli privati. Le singole Regioni, inoltre, hanno emanato leggi relative agli archivi.
Sono 101 gli Archivi di Stato con sede in ogni provincia del territorio nazionale, e da 33 sezioni dipendenti. Sono coordinati dalla Direzione Generale degli Archivi http://www.archivi.beniculturali.it/index.php
Poi ci sono gli archivi comunali presenti in tutti gli 8000 comuni italiani senza tener conto di archivi di Enti ecclesiastici e privati. Le biblioteche censite in Italia sono 13362 –
Biblioteche di enti ecclesiastici 1579
Biblioteche universitarie 2608