L’ultimo report di luglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità parla chiaro. I vaccini rappresentano il perfetto rimedio contro malattie, alcune forme di disabilità o morte. Secondo questi dati, grazie ai vaccini è stato possibile evitare la morte per difterite, tetano, pertosse e morbillo di circa 2,5 milioni di persone l’anno ma soprattutto il fronte prevenzione avrebbe tratto giovamento, salvando un altro milione e mezzo di vite nel caso si progredisse con la copertura vaccinale.
Il quadro tracciato dall’Oms non è quindi dei migliori e, oltre a rilevare l’intento di voler fare molto di più, dà a intendere quanto sia importante la vaccinazione per evitare la morte infantile, soprattutto in quei paesi dove le cure basilari sono così difficili da ottenere.
Il dato, fortemente negativo, che si evidenzia nel report è che negli ultimi cinque anni la copertura vaccinale mondiale è rimasta invariata. Per sensibilizzare maggiormente il pubblico su queste tematiche l’agenzia dell’Onu sta portando avanti dal 2012 una serie di iniziative quali il Piano globale per la vaccinazione (GVAP) e la Settimana mondiale dell’immunizzazione.
La prima è volta a prevenire la morte di milioni di persone attraverso la facilitazione dell’accesso ai vaccini; la seconda è una vera e propria campagna di sensibilizzazione che si effettua di solito durante ogni ultima settimana di aprile.
Anche in Italia la questione vaccini rappresenta un tema delicato e divisivo. La Federazione degli Ordini dei medici ha preso una posizione netta affermando che lo sconsigliare la pratica dei vaccini da parte dei medici rappresenti una violazione deontologica e in un documento presentato nel corso della conferenza stessa, richiama la necessità di sciogliere i falsi miti che vedono nei vaccini un rischio e che stanno minando la distanza tra scienza e opinione pubblica.
Secondo i dati raccolti nel documento, le vaccinazioni hanno ridotto a livello mondiale molte gravi malattie per più del 99%: del 100% la polio paralitica, difterite e vaiolo, del 99% la rosolia, rosolia congenita, morbillo, del 95% la parotite, del 92% tetano e pertosse con un conseguente risparmio nella spesa dei vari servizi sanitari per curare le malattie. Adesso però si sta assistendo a una forte inversione di tendenza generale che vede, in Italia, una discesa al di sotto del 95% per le vaccinazioni considerate obbligatorie, poliomelite, difterite, tetano, epatite B e dell’85% per il morbillo, la parotite e la rosolia: vaccinazioni considerate consigliate.
Anche nel resto del mondo la situazione non è diversa. Negli Stati Uniti, ad esempio, i dati non sono confortanti. Un bambino su otto, a causa della riduzione della copertura vaccinale nazionale, non è protetto contro il morbillo, fattore che potrebbe portare a un elevato rischio di morte considerando la contagiosità della malattia. In Europa invece, con il focus sui 27 paesi dello spazio UE e su Islanda e Norvegia, la situazione è molto variegata: 15 stati non hanno vaccinazioni obbligatorie, i rimanenti 14 ne hanno almeno una. Un report dell’Oms ha inoltre rilevato che, lungo l’anno 2014-2015 nel Vecchio Continente si sono verificati più di 22 mila casi di morbillo, anche per questa tendenza da parte dei genitori a non voler vaccinare i figli.
L’origine di questa ritrosia nei confronti di una pratica che dovrebbe essere garanzia di sicurezza per la salute delle persone, è determinata da vari fattori come una disinformazione generale, un immotivato allarmismo potenziato dai media e da internet, la scarsa attenzione che si presta ai dati scientifici e/o la continua tendenza a operare complotti intorno alle istituzioni e al loro operato.
Al fine di incoraggiare la pratica dei vaccini e sottolineare la loro importanza per la salute degli individui, in Italia la Federazione degli Ordini dei medici ha sollecitato il governo all’adozione di provvedimenti sulla estensione delle vaccinazioni a chiunque sia presente sul territorio nazionale. Richiesta quest’ultima che, in parte, è stata soddisfatta dal nuovo piano vaccinale approvato lo scorso 8 luglio dalla Conferenza Stato-Regioni con l’introduzione di vaccinazioni gratuite per tutti per varicella, pneumococco, meningococco e papilloma virus. Un passo è stato fatto ma molti sono ancora quelli da compiere in questa direzione.