Può sembrare un personal endorsement dell’autore in realtà è semplice logica, pensando alle future generazioni. Mi ha suscitato paura leggere che Oliver Stone ritiene che con una nuova presidenza dem in Usa avremo una guerra mondiale. Parimenti mi ha terrificato leggere del supporto alternativo di Susan Sarandon, al pari di Stone una stimata hyper-dem, a Trump piuttosto che a Hillary Clinton.
Dunque, valutare le conseguenze della scelta americana del prossimo novembre non può rappresentare un’ingerenza non dovuta nei confronti di un paese amico, gli Usa, ma una semplice constatazione: vista la stima che ho per gli amici d’oltreoceano – pragmatismo incluso – ritengo che la futura scelta Usa sarà con grande probabilità di discontinuità, ossia andrà al repubblicano Donald: “The Donald Trump”. Il motivo? Appunto, il pragmatismo. Ed anche un filo di speranza, quanto meno di evitare la guerra mondiale paventata da Stone.
Tutto quello che sta accadendo, tutte le guerre, alla fine sono basate su questioni economiche: oggi i governanti americani – ma non solo, per l’effetto traino che da 75 anni ogni presidenza Usa ha sulle cancellerie di mezzo mondo – devono nascondere i disastri degli ultimi 8 anni (ossia della presidenza Obama) se vogliono sperare di essere rieletti; il primo presidente nero degli Usa ha fatto innumerevoli errori quanto meno – sigh – in politica estera. Da qui la corrente manipolazione dei mercati in veste pre-elettorale.
L’erede di Obama – chiunque sia – sarà pronto a tutto pur di uscire del vicolo cieco dei tassi negativi, dalle borse che incredibilmente sono sostenute da acquisti delle banche centrali, dall’incremento iperbolico del debito pubblico negli ultimi 8 anni, dalla disoccupazione scesa negli Stati Uniti solo formalmente (con gli occupati marginalmente aumentati e grazie a lavori di basso cabotaggio), senza dimenticare l’annientamento degli alleati storici per volere presidenziale. E questo semplicemente perché tali politiche sono insostenibili. Insomma, un cataclisma: se Trump verrà eletto i libri di storia temo ricorderanno la corrente presidenza appunto come un cataclisma per le conseguenze che avrà avuto per il benessere e l’autorità americane.
Osservo la stampa di mezzo mondo scagliarsi violentemente contro Trump e quello che lui rappresenta senza considerare che di fatto se non ci sarà discontinuità sarà la fine della classe media come l’abbiamo conosciuta dal dopoguerra, con tutte le conseguenze del caso (storicamente una forte contrazione della classe media è concisa con drammatici eventi epocali). Andrebbe verificato se tale stampa mainstream – mi rivolgo soprattutto agli editori – capisca dove ci può portare la perpetrazione delle presenti politiche obamiane che, ripeto, sono insostenibili nel medio/lungo termine.
O con Trump o soprattutto senza Trump questa ridicola – e tragica – farsa fatta di mercati azionari in perenne ascesa mentre l’economia reale si sta deteriorando a passo di carica dovrà terminare, il prossimo anno. Ed essere abbienti in un mondo che inevitabilmente dovrà inflazionare per bruciare moneta e debito ed in cui – in assenza di un uomo d’ordine – non ci sarà sicurezza non sarà un bel posto per chi ha molto da perdere.