L’informazione 2.0 sembra aver definitivamente preso il posto di quella cartacea. Secondo una recente inchiesta condotta dall’ US Bureau of Labor Statistics, attualmente in America si contano più redattori nei giornali attivi sul web piuttosto che nelle tradizionali redazioni off line. Negli Stati Uniti gli esempi sono diversi. Il New York Times vanta 60 milioni di visitatori al giorno e 1.000.000 di abbonati on line con l’obiettivo di raggiungere, entro il 2020, 800 milioni di dollari di entrate grazie alla rete. Altrettanto importanti i numeri delle vendite on line del Wall Street Journal (900.000 copie) e del Financial Times (520.000 copie) che confermano il trend positivo dell’editoria digitale negli States. Una sfida raccolta anche dall’editoria nostrana.
Il quotidiano La Stampa di Torino, per esempio, ha chiuso un accordo con Amazon per la fruizione gratuita dei suoi contenuti in PDF. Quello di Molinari è il primo quotidiano che si aggiunge alle sempre più numerose realtà che offrono gratuitamente contenuti di qualità attraverso Amazon Underground. Una scelta fondamentale quella de La Stampa che consente ai lettori di consultare il quotidiano gratuitamente, cosa tutt’altro che scontata nel mondo dell’informazione online.
Il dibattito, che va avanti da più di un decennio, sembra ormai concluso: web batte cartaceo. Una battaglia impari quella tra questi due mondi dell’informazione. Il giornale di carta non sempre riesce a stare al passo con il crescente bisogno di informazione dei lettori, che sempre di più fanno affidamento sui canali social e sull’informazione via web. In Italia, il boom dei giornali online ha colto di sorpresa i media tradizionali. I quotidiani nazionali, come Repubblica e Corriere della Sera, hanno raccolto troppo tardi la sfida presentata dall’informazione via etere e sono stati costretti a reinventarsi. Esempio è il restyling di Repubblica del 2014. E’ il 27 marzo 2014 quando La Repubblica inizia un nuovo corso. La prima pagina titola “E’ un nuovo inizio”. L’ex direttore, Ezio Mauro, annuncia un prodotto focalizzato sull’approfondimento e con poca cronaca. Più un settimanale che un quotidiano. L’esodo dal cartaceo è inarrestabile. Ma come possono far fronte a questa sfida i mezzi di informazione tradizionali? Un esempio arriva dal Regno Unito, dove il The Guardian, storico giornale di area liberal, da anni ha sperimentato un nuovo modo di fare informazione online con buoni risultati. Il segreto, secondo David Pemsel, chief deputy executive del Guardian, è puntare sulla totale libertà di fruizione dei propri contenuti web, con storie accattivanti e uniche.
L’informazione 2.0 ha creato un nuovo mercato del lavoro nell’editoria, completamente impensabile fino a qualche decennio fa. Lo sviluppo dei social network favorisce la nascita di nuovi profili professionali particolarmente richiesti da redazioni e aziende. Social media manager e social media recruiting specialist sono solo alcune delle figure “digitali” di successo. Una rivoluzione testimoniata dalle notizie che arrivano dagli Stati Uniti sul sorpasso dei redattori delle testate online sui loro colleghi di quelle cartacee.