Che non si trattasse di un genocidio quello in corso nella guerra al terrorismo nazi islamista di Hamas da parte di Israele, le persone di buona fede e con un minimo di obiettività e conoscenza di quanto sta realmente accadendo in quei luoghi lo sapevano già. Ora a confermare la tesi anche la voce eminente della senatrice Liliana Segre, che lo conferma in una sua riflessione sul Corriere della Sera.
L’accostamento tra Hamas, Jihad islamica e esercito israeliano
La Segre scivola però su un crinale molto pericoloso, fuorviante e da fiato a quella retorica antisraeliana che soffia intensamente dai giorni successivi al 7 ottobre e non accenna a placarsi. L’accostamento tra Hamas e Jihad islamica ed esercito israeliano, messi sullo stesso piano come “criminali di guerra”, è offensivo per l’esercito di popolo di uno Stato democratico accostato a una banda di belve psicopatiche assetate di sangue come sono i terroristi palestinesi. Allo stesso tempo la Segre con le sue parole da conforto alle tesi degli odiatori seriali di Israele, a quelli che con la loro incessante e nefasta comunicazione quotidiana martellano l’opinione pubblica con idee e slogan che sfociano poi nell’antisemitismo più bieco e di bassa lega.
Le manifestazioni e gli atti di violenza antiebraica ai quali assistiamo settimanalmente nelle nostre città e in quelle di mezzo mondo sono figlie di questa retorica.
Chi stabilisce che Tsahal, l’esercito di difesa di Israele, stia compiendo “crimini di guerra”? Da dove ha tratto Liliana Segre questa convinzione, smentita clamorosamente da un documento presentato ad agosto scorso dall’High Level Mlitary Group e firmato da generali dei corpi Nato e da membri di gabinetti militari di alto livello, che sollevano Israele da queste accuse con fatti e testimonianze? Il documento non solo esprime il parere autorevole degli alti ufficiali sulla condotta integerrima dell’esercito israeliano, ma conferma anche che quando avvengono fatti o azioni deprecabili, come in guerra possono capitare, sono gli organi legali stessi di Tsahal a intervenire e compiere le necessarie indagini ed eventualmente punire chi si macchia di comportamenti disdicevoli o di reati.
La Corte Penale dell’Aja sta rivedendo le accuse di genocidio nei confronti di Israele
La stessa Corte Penale dell’Aja sta riducendo le accuse al Netanyahu e Gallant e meditando di fare passi indietro nelle accuse e nei mandati di arresto verso di loro. Mettere quindi sullo stesso piano terroristi stupratori, rapitori, sanguinari che si macchiano dei crimini più orrendi, arrivando a farsi scudo della propria gente pur di ottenere il loro scopo che è quello di spargere sangue ebraico, con i soldati israeliani è un insulto alla verità al discernimento, é la volontà di mettere sullo stesso piano aggressori e aggrediti e di produrre un ecumenico pareggio che permette agli antisemiti di professione di crogiolarsi nei propri intenti e in una propaganda che sta spargendo veleno e accecando i cuori e le menti della pubblica opinione. Le parole pesano come pietre e questo la senatrice Segre lo sa perfettamente, perché lei stessa é vittima dell’odio e costretta alla sua rispettabile età e con il suo triste vissuto di sopravvissuta ai campi di sterminio, a vivere scortata.
Ecco perché, prima di emettere un giudizio così lapidario e un accostamento così manipolabile e smentito da documenti e rapporti, una riflessione più lunga e priva di qualsiasi condizionamento sarebbe stata necessaria. È un momento molto pericoloso, per tutti.