Negli ultimi giorni il Bangladesh è stato teatro di eventi drammatici e significativi. Per proporre un riepilogo degli avvenimenti principali che hanno caratterizzato questo periodo, occorre ripercorrerli in sintesi.
Bangladesh: scoppia la rivolta contro il governo
Il 4 agosto scorso, a seguito di settimane di intensi scontri tra la popolazione e l’esercito, il Primo ministro Sheikh Hasina si è dimessa lasciando il paese a bordo di un elicottero dell’aeronautica militare ed atterrando in India. Durante il volo, il capo dell’esercito del paese asiatico, generale Waker Uz-Zaman, ha assunto il controllo del Bangladesh annunciando la formazione di un governo provvisorio e promettendo un successivo periodo di pace e prosperità.
Le rivolte di piazza hanno portato a cruenti scontri tra i manifestanti e le forze di sicurezza provocando un bilancio di almeno 95 morti solo negli ultimi giorni. In precedenza, le tensioni erano già state innalzate dalle proteste studentesche contro l’esecutivo che avevano provocato la morte di circa 200 giovani, quasi tutti a Dhaka, capitale del paese. Questo nonostante il coprifuoco imposto dal governo che non ha, comunque, evitato che decine di migliaia di manifestanti prendessero il controllo della residenza ufficiale del Primo ministro. La Polizia ha arrestato circa 8.000 membri e sostenitori dell’opposizione ed altre 700 persone che, a vario titolo sono stati accusati di coinvolgimento nelle violenze perpetrate durante la rivolta.
Ma oltre alla crisi politica, le condizioni di vita in Bangladesh continuano ad essere preoccupanti, soprattutto per i minori.
Estrema povertà, malnutrizione, violenza e analfabetismo anche imposti dalla Sha’aria portata avanti da alcuni gruppi pseudo-politici quali, ad esempio, la Jamaat e-Islami, di stampo islamista, sono problematiche quotidiane per i molti bambini del Paese,
Le stragi perpetrate contro la minoranza Induista
Nonostante le proteste pacifiche degli studenti filo-occidentali in Bangladesh, la violenza fomentata proprio dal Jamaat e-Islami, partito politico islamista del Bangladesh integrato in al Qaeda, ha preso di mira principalmente la popolazione indù che vive nel Paese. Le motivazioni che collegano la rivolta popolare in Bangladesh e il genocidio degli Hindu sono complesse e radicate in contesti storici, politici e sociali diversi. In ogni caso, come sempre, l’islamismo dilagante ne rappresenta la principale causa. Il caos provocato dalla rivolta popolare è riuscita, oltretutto, a sdoganare l’organizzazione terroristica vietata Hizb ut-Tahrir, i cui membri sono ora in circolazione per le strade del Bangladesh senza temere alcuna repressione. Tuttavia, vi sono alcuni punti di contatto che possono aiutare a comprendere meglio la situazione, evidenziando che l’oppressione e la repressione poste in atto dal governo e dalle forze dominanti hanno portato il Bangladesh sull’orlo del baratro nel quale, purtroppo è caduto.
Il genocidio sistematico della minoranza induista
In tale frangente, gli Hindu in Bangladesh, come in varie zone del subcontinente indiano, hanno affrontato persecuzioni e violenze sistematiche, spesso anche da parte dei governi al potere Nel caso in questione, le tensioni etniche e religiose giocano un ruolo significativo. In Bangladesh, infatti, al di là della questione meramente politica, il genocidio degli Hindu è spesso radicato e alimentato dalla maggioranza islamica e islamista con episodi di violenza che si ripetono da secoli e concorrono a influenzare le dinamiche attuali.
Gli Hindu hanno spesso affrontato discriminazioni, esproprazioni e violenze che hanno peggiorato le loro condizioni di vita.
Le condizioni di vita precarie e le continue violazioni dei diritti umani sono comuni in tutti i contesti che hanno portato al collasso il paese asiatico. In Bangladesh, la povertà estrema e la mancanza di opportunità di lavoro hanno spinto masse di popolazione alla protesta estrema ed esasperata. La resistenza popolare è stata l’unica risposta alla percezione dell’ingiustizia e dell’oppressione, rappresentando un tentativo della popolazione locale di rivendicare i propri diritti e migliorare le proprie condizioni di vita.
Tutti i punti trattati dimostrano come, nonostante le differenze geografiche e culturali, sussistano motivazioni comuni che spingono le popolazioni a ribellarsi contro l’oppressione per cercare di ottenere un cambiamento radicale.
Gli ultimi drammatici eventi
Negli ultimi giorni, il Bangladesh ha comunque visto un aumento delle tensioni e degli attacchi contro la minoranza Hindu. Vi sono stati diversi episodi di violenza contro la comunità e un esempio eclatante è fornito da quanto accaduto nel distretto di Comilla, dove un tempio hinduista è stato attaccato da una folla di fondamentalisti islamici dopo che si erano diffuse voci su un presunto insulto al Corano. Questo ha portato a una serie di attacchi contro templi, case e attività commerciali appartenenti agli hindu in varie parti del paese. Gli attacchi hanno causato la morte di diverse persone e la distruzione di proprietà. In un caso, un giovane studente hindu è stato trovato morto con segni di violenza in un tempio a Noakhali.
Il governo del Bangladesh ha condannato gli attacchi e ha promesso di trovare e punire i responsabili. Tuttavia, la comunità Hindu continua a vivere nella paura di ulteriori violenze. Le forze di sicurezza sono state dispiegate in diverse aree per cercare di contenere la situazione. I leader della comunità hanno, infatti, chiesto una maggiore protezione e misure concrete per garantire la loro sicurezza sollecitando il Governo in tale frangente a tutelare i loro diritti acquisiti.