Cosa ci riserva il terrorismo islamista per la stagione estiva? Il 16 maggio scorso a Rouen, in Francia, un uomo ha attentato la sinagoga locale gettandovi all’interno una bomba molotov e venendo neutralizzato dalla polizia. Secondo alcune fonti, l’attentatore, un giovane arabo, armato con un coltello e una sbarra di ferro, è salito su un cassonetto arrivando poi al primo piano e lanciando la molotov, quindi si è avvicinato alla polizia che ha sparato. Il presidente della comunità ebraica di Rouen, Natacha Ben Haïm, ha spiegato che la molotov ha provocato ingenti danni alla struttura. Sempre nel Paese transalpino, continua lo stillicidio di incendi di chiese. Dieci casi da inizio anno, l’ultimo nella parrocchia di Santa Teresa a Poitiers, salvata dalle fiamme solo grazie ai vigili del fuoco.
Il 17 maggio, invece, la polizia svedese ha sentito degli spari a tarda notte vicino all’ambasciata israeliana di Stoccolma, ed ha arrestato un giovane di origini libanesi.
Di nuovo in Francia, un cittadino ceceno è stato tratto in arresto per avere aderito a un piano per un attacco agli eventi calcistici durante le olimpiadi di Parigi.
Il 24 maggio, in Germania, un altro libanese è stato fermato con l’accusa di aderire ad Hamas e di rintracciare luoghi dove nascondere armi per il gruppo terroristico agendo su ordini diretti della leadership direttamente dal Libano.
Inoltre, numerose organizzazioni internazionali, tra le quali l’Anti-defamation League, hanno rilevato un aumento esponenziale di atti antisemiti e antiebraici sia in Europa che negli USA.
Le proteste connesse al conflitto in atto tra Israele e i terroristi islamici sono spesso e volentieri scaduti in slogan contro Israele e episodi di violenza ai danni degli ebrei.
Il 27 maggio, in Italia, Elmahdi Halili, cittadino marocchino è stato arrestato dalla polizia di Torino, a conclusione di un’indagine condotta dalla Digos, con l’accusa di partecipazione ad associazione terroristica internazionale. Secondo gli investigatori, quando era detenuto nel carcere Bancali di Sassari, avrebbe prospettato l’intenzione di compiere azioni violente. Dalle indagini, infatti, é emerso che in una lettera inviata durante la reclusione si sarebbe definito “cellula dormiente” che “passerà all’azione presto per neutralizzare il nemico”. Sempre in carcere avrebbe conservato una foto di un terrorista islamico, corredata da frasi in urdu riportanti frasi che invitavano i ‘soldati dello Stato islamico’ a ‘sfoderare le spade’ e si sosteneva che o ci sarebbe stata la vittoria o avrebbero incontrato Allah come martire.
Venerdì scorso a Mannheim, in Germania, un afghano armato di coltello si è scagliato contro i passanti nel centro città, presso un mercatino, colpendo a caso un gruppo di persone che si trovava ad un raduno di estremisti di destra, del movimento civico anti-islamico Pax Europa. Tra i feriti anche Michael Stuerzenberger, ex politico e noto attivista anti-islam. Un poliziotto, intervenuto per bloccare l’attentatore, era rimasto gravemente ferito ed è deceduto in seguito delle ferite riportate.
Ma tutto ciò potrebbe essere solo il prologo ad un periodo inquietante, condito inizialmente da mini-attentati compiuti da lupi solitari e, successivamente, da azioni eclatanti, anche considerando i due grandi appuntamenti sportivi: le olimpiadi di Parigi e i campionati europei di calcio in Germania. Le azioni sarebbero rivolte anche a fomentare le masse di immigrati di fede islamica in un tentativo di colpire, anche mediaticamente, la popolazione locale che potrebbe alfine ribellarsi ai rispettivi governanti scatenando il caos.
Alla base di questa ennesima offensiva contro l’Occidente europeo, vi è una riunione svoltasi dopo i funerali del presidente iraniano Raisi, dove è stata concordata un’alleanza di fatto tra sunniti e sciiti diretta a colpire obiettivi in Europa e nei paesi occidentali, con particolare riferimento sia a quelli ebraici sia anche in altri luoghi particolarmente sensibili.
All’assemblea hanno partecipato il Generale Hossein Salami, Comandante del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche, Generale Ismail Qaani, Comandante della Forza Quds, Ismail Haniyeh, leader dell’organizzazione terroristica di Hamas, Naim Qassem, vice Segretario Generale dell’organizzazione terroristica di Hezbollah, Muhammad Alhandi, vice Segretario Generale dell’organizzazione terroristica della Jihad islamica palestinese e alcuni funzionari degli Houthi AnsarAllah.
A tale proposito, Teheran avrebbe già impartito disposizioni e fornito materiali alle cellule operanti in Europa, coordinando i miliziani di Hamas e quelli di Hezbollah. L’intenzione è diretta a scatenare una nuova ondata di terrore per esercitare una maggiore pressione sul mondo occidentale a sostegno della “causa palestinese”.
L’Europa, paese culla del diritto e della democrazia, con le sue leggi esasperatamente “buoniste”, si trova ad affrontare disarmata tutto ciò. Forse sarebbe auspicabile un cambio di rotta sia con riguardo a una completa revisione del quadro normativo in materia di terrorismo, sia per l’applicazione di norme che vietino la costituzione di moschee abusive, di manifestazioni non autorizzate, ma anche e, soprattutto, fornendo più tutele e possibilità di azione alle forze di polizia. Un salto nel passato, insomma, che ci riporta agli anni di piombo quando la determinazione dello Stato sconfisse il terrorismo rosso così come quello nero, pur pagando un alto costo in termini di vittime del dovere e di qualche libertà individuale.
Ma di fatto una svolta è necessaria.