L’Iran attacca Israele con una pioggia di droni. La notte tra il 13 e 14 aprile 2024 Teheran ha sferrato l’attacco paventato da giorni in risposta a quanto accaduto in Siria, dove Israele ha colpito il consolato iraniano e ucciso alti esponenti dei Pasdaran tra cui Mohammad Reza Zahedi, uno storico comandante della Forza Quds del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche. Circa 300 droni e decine di missili Cruise sono stati lanciati da Teheran, dal Libano, dall’Iraq e dallo Yemen, il 99% del quali intercettati grazie all’aiuto di Usa, Gran Bretagna, Giordania, Francia e Arabia Saudita. Un attacco durato 5 ore che avrebbe causato danni limitati e 31 feriti.
E mentre in Israele risuonavano le sirene, in Iran si sono create lunghe file ai distributori di benzina per il timore di quanto sarebbe potuto accadere. Ma dal regime degli ayatollah è arrivata la solita propaganda con le immagini di persone scese in piazza per festeggiare l’attacco a Israele. E nel resto del mondo saliva la preoccupazione per una escalation nella regione. Il panico si è diffuso nelle Cancellerie europee, nonostante la decisione degli ayatollah di colpire Israele fosse nota.
Nella tarda serata di ieri, dunque, il paventato attacco di Teheran si è materializzato con un’azione che ha visto l’inizio proprio con il lancio di droni propedeutico a quello di missili Cruise. “Israele sarà punito – ha tuonato il leader supremo iraniano Sayyid Ali Khamenei su X – Lo stesso regime malvagio, che è tutto malizia, malvagità ed errore, ha aggiunto un altro errore ai propri errori lanciando un attacco al consolato iraniano in Siria”. E poi ha aggiunto: “Gli uffici del consolato e dell’ambasciata in qualsiasi paese in cui esistono sono considerati come il territorio del paese a cui appartiene l’ambasciata. Attaccare il nostro consolato é come attaccare il nostro suolo. In questo caso il regime malvagio ha fatto una mossa sbagliata. Dovrebbe essere punito e sarà punito”.
Iran attacca Israele per “legittima difesa”
Tuttavia, la portata dell’attacco dovrebbe essere limitata a quello che è accaduto nella notte. Secondo la rappresentanza di Teheran presso le Nazioni Unite, infatti, dopo l’attacco di ieri sera che ha dichiarato di aver compiuto per “legittima difesa in base all’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”, “la questione può dirsi chiusa” a meno che Israele “non commetta altri errori”. A quel punto, fanno sapere dal regime, “la risposta dell’Iran sarebbe notevolmente più severa”. La rappresentanza di Teheran all’Onu ha aggiunto: “È un conflitto tra l’Iran e il regime canaglia israeliano, dal quale gli Stati Uniti devono stare lontani”. Un monito agli Stati Uniti di Joe Biden che ha aiutato Israele nella difesa dal lancio di droni e missili. Ma lo stesso Presidente ha aggiunto che un’eventuale risposta di Tel Aviv a questo attacco non vedrebbe il supporto americano. Insomma, una messinscena ad uso e consumo della popolazione iraniana e dei suoi alleati.
Un popolo, quello iraniano che, però, ha dato chiari segni di insofferenza verso il regime stigmatizzando il fatto che l’attacco non è stato “iraniano”, ma del “regime degli Ayatollah”. Dichiarazioni delegate ai fuoriusciti residenti all’estero che sulle varie piattaforme di comunicazione hanno postato video e foto di manifestazioni di solidarietà ad Israele.
È l’idiozia del regime islamico si è mostrata nell’inadeguatezza dei propri sistemi militari. Come detto, il 99% dei vettori è stato abbattuto mentre altri sono usciti dalla traiettoria colpendo il deserto del Negev e la Giordania, dove vengono segnalati 3 decessi a causa delle esplosioni. Inoltre, in caso di un contrattacco da parte di Israele Teheran è completamente impreparato nella difesa contraerea. La maggior parte delle Forze armate iraniane, infatti, è composto da unità di fanteria, molte delle quali ridislocate in Siria, Iraq e Libano. La Forza aerea è composta per lo più da intercettori vetusti e con scarsi mezzi di ricambio.
C’è da rilevare e sottolineare che l’Iran agisce tramite proxies, Hezbollah, Houthi e sciiti iracheni ed è la prima volta che rischia di suo lanciando missili dal territorio di Teheran. E, nonostante l’attacco coordinato da quattro diversi fronti, nessun velivolo di Gerusalemme ha subito danni, nessuna vittima segnalata ed un esborso non indifferente per l’utilizzo dei suoi armamenti nell’attacco decorso la scorsa notte. Anche la moschea Al Quds, luogo sacro per i musulmani, ha rischiato di essere colpita dai missili iraniani e solo l’intervento degli Iron Dome ha evitato il peggio. Inoltre, stante quanto riferito da alcune fonti, una massiccia esplosione ha avuto luogo nella base missilistica balistica Amir Al-Momenin della IRGC, Forza aerospaziale, vicino a Teheran. Da quella base, nella notte erano stati lanciati quattro MRBM contro Israele. La causa dell’esplosione potrebbe essere un lancio di un missile balistico fallito. Insomma, un fallimento totale.
Una fonte dell’Idf ha dichiarato di prima mattina: “Stanotte gli iraniani hanno vissuto un fallimento strategico. Adesso è il momento per gli iraniani di preoccuparsi e di non dormire la notte”.
Una dichiarazione che la dice lunga sulla volontà di Gerusalemme di portare a termine azioni ritorsive, probabilmente contro i siti strategici iraniani, compresi quelli dedicati all’arricchimento dell’uranio, Natanz, Darkhovin e Fordow, o quelli strettamente legati alle industrie degli armamenti come Gchine, Saghand, Ardakan, Isphahan e Arak.
L’Iran ha aperto una partita suicida e, probabilmente, il suo regime sanguinario ora non sa come uscirne dignitosamente.