Il 7 ottobre 2023 è la data del fallimento. Perché? Semplicemente perché hanno fallito tutti. Hamas “furbescamente” riesce a entrare in Israele e fare una carneficina, una mattanza di civili israeliani aggrediti all’alba del Sukkot, per poi rapire i sopravvissuti. Ha preso anziani, bambini, famiglie impotenti davanti a tanta violenza. Probabilmente i miliziani pensavano che il regime degli Ayatollah entrasse in guerra verso l’occidente con la scusa di sostenere la causa ed il popolo palestinese, innescando una guerra a livello regionale. Risultato: é stata innescata una reazione su larga scala da parte di Israele che, alla fine, sta portando solo alla sconfitta e perdita di consensi da parte di Hamas, il quale dovrà alla fine, su pressione dei paesi arabi del golfo, rilasciare gli ostaggi dopo aver subito ingenti perdite nei ranghi delle sue milizie, oltreché portare alla fame gli abitanti della Striscia. Il problema, infatti, è solo della gente comune. I veri leader, come Ismail Haniyeh, dirige le operazioni e gioca con la vita della sua gente dalla sua reggia di Doha (Qatar). Mentre Yahya Sinwar e Muhammad Deif, si nascondono come topi nelle viscere di ciò che rimane di Gaza, anche se hanno le ore contate. Lo Shin Bet, grazie alle proprie fonti informative, è sulle loro tracce. L’unica soluzione è il rilascio degli ostaggi e la resa o la morte. Alla fine dei giochi a cosa è convenuto l’attacco del 07 ottobre 2023? Un boomerang contro i palestinesi, presi in giro da Khamenei e Nasrallah.
Dall’altra parte, sul fronte israeliano, vediamo un esercito di bravi ragazzi e ragazze che rischiano quotidianamente le proprie vite per riparare agli errori commessi dalla politica del Primo Ministro Benjamin Netanyahu, il quale troppo preso dalle riforme per garantirsi l’immunità ha completamente tralasciato e distolto i servizi di intelligence da quello che era ed è il rischio più grande per il popolo israeliano: l’odio di Hamas. Non più tardi del mese di aprile 2023, rapporti informativi di intelligence riportavano di addestramenti militari del gruppo terroristico addirittura mostrando un carro armato Merkavà di cartone e ridendoci sopra. Tutto ciò non era altro che la quiete prima della tempesta. Infatti, Hamas non stava facendo altro che simulare gli scenari in cui sarebbe poi sfociato l’attacco del 7 ottobre. In quei momenti dov’è il più importante servizio di intelligence del mondo? Dove era Bibi? Ebbene il 07 ottobre Hamas ha dimostrato di essere stato più presente dello Shin Bet. Prima di entrare nei Kibbutz i militanti hanno attaccato e distrutto le postazioni militari sul confine nord della Striscia, messo fuori combattimento i carri armati (non di cartone…) e sono penetrati sul territorio via terra, mare ed aria. Può Israele permettersi delle falle così nel suo sistema di difesa interno?
Tutto ciò ha portato a più di 1400 morti, 250 rapiti, migliaia di feriti, oltreché coloro che stanno perdendo la vita all’interno della Striscia. Ad oggi, a parte i quattro ostaggi rilasciati da Hamas su pressione del Qatar, i militari israeliani hanno sì eliminato uno svariato numero di miliziani, distrutto tunnel, distrutto obiettivi militari di Hamas ma non vi è traccia dei rapiti. No, neanche uno. Ovviamente i terroristi, sapendo che l’avanzata della fanteria e dei paracadutisti era imminente, hanno abbandonato le armi e come i più codardi si sono uniti ai “profughi” che hanno lasciato il nord della Striscia di Gaza per andare verso sud, non pensando che tra i catturati ci sarà sicuramente chi racconterà i fatti e i “segreti” dell’area armata.
Tutto questo dimostra il grande fallimento da entrambe le parti. Sicuramente Israele conquisterà la Striscia ma a quale prezzo? Riusciranno i 249 ostaggi a ritornare dalle loro famiglie?