La visita in Italia, prevista per giovedì 9 marzo, del premier israeliano Benjamin Netanyahu, giunge in un momento critico per il Capo del governo dello Stato ebraico. A Tel Aviv e nella capitale Gerusalemme, infatti, non si fermano le proteste contro il progetto di riforma della giustizia sostenuto dal partito Likud, dalla destra nazionalista laica e dagli ultraortodossi e osteggiato dall’opposizione, ma anche da buona parte della cittadinanza.
Il progetto presentato dal ministro della Giustizia, Yariv Levin, prevede di privare la Corte suprema di alcuni poteri di controllo affidandoli al governo, tra questi l’abolizione di qualunque legge emanata dalla Knesset (il Parlamento israeliano), un potere esteso anche a provvedimenti amministrativi e ad altri enti. Il tutto attenendosi alla cosiddetta “clausola della ragionevolezza” in base alla quale qualsiasi provvedimento ritenuto irragionevole può essere abolito, senza possibilità di appello. A differenza dell’Italia, Israele non ha Costituzione scritta ma si basa su leggi fondamentali su cui misura “l’incostituzionalità” delle norme pur non giovandosi di una vera e propria Costituzione.
Il timore paventato dai critici è che Israele, unica democrazia in Medio Oriente, si trasformi in una “teocrazia”, con grossi rischi per le libertà individuali e collettive. È questo il messaggio che vuole lanciare anche la comunità israeliana di Roma che venerdì 10 marzo sarà in piazza Santi Apostoli, durante gli incontri istituzionali di Netanyahu. I manifestanti, riuniti sotto il nome di “Liberi cittadini israeliani”, saranno presenti in numerose città italiane con eventi concomitanti. Secondo alcuni esponenti del gruppo, “la garanzia di un sistema democratico in un Paese con cui l’Italia intrattiene rapporti politici ed economici interessa anche l’Europa. Il timore dell’accentramento di potere nelle mani del governo ha spinto già alcuni investitori a lasciare il Paese”, un’impressione che trae spunto dai contatti intrattenuti con la comunità stanziata a Gerusalemme, promotrice delle ultime manifestazioni.
Atteso a Roma per domani (9 marzo), Benjamin Netanyahu incontrerà il premier Giorgia Meloni con la quale affronterà alcune tematiche in sospeso: da quelle sull’energia, con il progetto del gasdotto Eastmed, alla guerra in Ucraina, la lotta all’antisemitismo fino alla cooperazione industriale.
In preparazione della visita a Roma del Primo Ministro israeliano, la settimana scorsa il nostro presidente del Senato, Ignazio La Russa, si è recato a Tel Aviv e Gerusalemme. La Russa ha incontrato il presidente della Knesset, Amir Ohana, e ha effettuato la tradizionale visita allo Yad Vashem, oltre ad un incontro con la Comunità degli Italkim, gli italiani d’Israele, e la visita di rito al Muro del Pianto.
A margine della visita di Netanyahu la Comunità e i Giovani palestinesi di Roma e del Lazio terranno una manifestazione statica in Piazza Madonna di Loreto, giovedì 9 marzo, per denunciare e condannare le presunte aggressioni e i massacri israeliani verso il popolo palestinese, dimenticando i 14 civili israeliani assassinati nell’arco degli ultimi 2 mesi, ma tant’è.