Fra il novembre ed il dicembre 2000, l’ultra centenaria bandiera di Guerra dell’84° Reggimento Fanteria Venezia lasciava la Caserma “Umberto Saracini” di Falconara Marittima (AN). Non era la prima volta che la Bandiera veniva “spostata”. Nell’ultimo cambio di sede, infatti, fu un elicottero a trasportarla nella caserma di via Fiumesino.
Ma all’inizio del nuovo millennio, la Bandiera di Guerra del Venezia era all’ultima corsa. Tappa finale, il Sacrario delle Bandiere ove è tutt’ora riposta ed accompagnata dal suo motto: “Semper Immota Fides”.
Il Reggimento Venezia nasceva negli Anni Ottanta del XIX Secolo, inquadrato nella Brigata Venezia insieme all’83° Reggimento. Fanteria da montagna. Partecipò a tutte le guerre condotte dal Regno d’Italia: guerra di Libia, Prima Guerra Mondiale, Guerra d’Etiopia, Seconda Guerra Mondiale. Nel 1908 soccorse i terremotati del devastante sisma di Messina.
In Libia fu protagonista degli scontri di Sciara Sciat, pagina piuttosto dolorosa per le nostre forze armate per il massacro di quasi cinquecento bersaglieri per mano ottomana. Ma la vittoria fu poi italiana e l’84° si fece immortalare con in pugno la bandiera nemica.
Rientrato in Patria, fra i suoi ufficiali ebbe l’allora tenente Giovanni Messe; fra le due guerre mondiali fu comandato, fra gli altri, da Mario Roatta.
Nella Seconda Guerra Mondiale è stato invece impiegato in Africa settentrionale e poi nei Balcani dove, all’indomani dell’Armistizio, fa parte della divisione partigiana italiana Garibaldi che combatte contro i tedeschi nell’insanguinata Jugoslavia.
Fra coloro i quali prestarono servizio nella Seconda Guerra Mondiale, l’ufficiale medico Mazzingo Donati, negli Anni Sessanta primo cardiochirurgo nella storia della medicina a portare a termine, con successo, un trapianto di cuore.
Il Donati fu reso celebre da qualcosa che con la scienza aveva ben poco a che fare. Le sue imprese goliardiche, di gioventù, condotte con alcuni amici a Firenze ed in Versilia, furono di ispirazione per l’ Amici Miei di Mario Monicelli. In particolare, quell’illustre cardiochirurgo fu “modello” per uno dei personaggi forse più amati della trilogia, il barone della medicina Alfeo Sassaroli cui Adolfo Celi prestò magistralmente il volto.
Sciolto a fine ostilità, ricostituito negli Anni ’50 come unità addestrativa, l’ 84° Venezia fu ricollocato a Siena con due battaglioni dipendenti, uno ad Arezzo l’altro a Pistoia.
A Falconara Marittima, in quello stesso periodo, veniva costruita la caserma che ne sarebbe stata ultima denominazione. Una caserma non dell’Esercito ma dell’Aeronautica, come testimoniavano fino a pochi anni fa alcuni murales ancora visibili. La struttura passerà poi all’Esercito e l’AM continuerà a mantenere una compagnia di VAM al fianco del vicino aeroporto.
Il Venezia veniva nel frattempo nuovamente sciolto, con l’84° Battaglione stanziato a Pistoia che continuò a formare reclute fino al 1978. Nel 1966, in occasione dell’Alluvione di Firenze, partecipò ai soccorsi. In quell’anno, infatti, fu ricostituito il Reggimento paracadutisti Nembo in seno alla Brigata Paracadutisti Folgore. Storia singolare quella del Nembo: reggimento paracadutisti dell’Esercito, dopo l’8 settembre fu ricostituito da suoi ex militari al Nord, in seno all’Aeronautica Nazionale Repubblicana sotto le cui insegne si coprì di gloria sul Fronte di Nettuno.
Nel 1978, il Nembo rinacque grazie anche ad organico del Battaglione Venezia che salutò Pistoia nel corso di una solenne cerimonia, momento in cui avvenne anche il passaggio di consegne con i parà, ancora oggi schierati alla “Marini”.
Fu un elicottero a trasportare la Bandiera di Guerra del Venezia (decorata di 2 Ordini Militari d’Italia, 2 Medaglie d’Oro al Valor Militare, 3 Medaglie d’Argento al Valor Militare, 1 MBVM) ed il picchetto d’onore nella nuova sede, a Falconara Marittima.
Nuova, ultima ed un po’ periferica rispetto a Siena e a Pistoia: lungo la statale Adriatica, fra i campi che la separavano dall’Aeroporto “Sanzio” e posta di fronte alla grande raffineria dell’API.
Il mare a due passi era, forse, l’unica cosa positiva…
Falconara Marittima, Fano e Pesaro divennero i principali centri CAR dell’Italia centrale. Falconara, in particolare, poteva contare su una caserma, la “Saracini”, relativamente nuova e capace di ospitare oltre 800 militari.
Deciso il suo scioglimento sin dal 1992, l’84° continuò a servire partecipando all’Operazione Vespri Siciliani prima e come unità di supporto interforze durante la crisi balcanica.
Il Battaglione Venezia cambiò più volte assegnazione: 27° Reggimento CAR Pavia (cui dipendeva insieme al Battaglione Macerata di Fano), Brigata Pozzuolo del Friuli, Comando Artiglieria Controaerei.
La fine della Guerra fredda, il progressivo mutamento delle forze armate in chiave professionista e la definitiva sospensione della leva decretò la chiusura di moltie caserme e BAR. Sorte che toccò al Macerata ed al Venezia, quest’ultimo definitivamente sciolto a fine 2000 dopo 119 anni di onorato servizio.
La Caserma “Saracini”, sulle cui pareti lapidi in marmo raccontano i fatti d’arme che resero glorioso il Venezia, è stata vittima di degrado e della spoliazione. Difficile sapere se ciò sia iniziato prima o dopo il passaggio al demanio civile fatto sta che, alla soglia del 2020, l’area della caserma era abbandonata e depressa.
Ad oggi una parte è stata demolita.
Un pezzo di storia che se ne va… Amici Miei compresi.
***Foto in evidenza credits wikipedia