Deve essere un pesce d’aprile fuori tempo massimo. Tanto per movimentare un sabato autunnale un po’ uggioso. Che poi è noto che a Bruxelles siano dei buontemponi. Come quando ci hanno assicurato a più riprese la redistribuzione dei migranti nei vari Paesi Ue e poi al dunque ci hanno sempre fatto marameo.
E ora anche che Di Maio sia in pole come inviato speciale della Ue nei Paesi del Golfo Persico deve essere una burla. Altra spiegazione non c’è. Non ci può essere.
“Capisco che è disoccupato, ma si trovi un normale lavoro e non continui a portare all’interno di istituzioni la sua totale inadeguatezza. Personalmente riterrei da parte dell’Unione Europea l’affidamento di un incarico a Di Maio un’autentica provocazione nei confronti dell’Italia- è lapidario il commento del senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri- Dopo i tanti danni fatti alle istituzioni e alla politica Di Maio invece che farsi inviare nel Golfo Persico si faccia inviare a casa e ci rimanga”.
“Inviato speciale”, sarebbe questo dunque l’incarico che l’ex titolare della Farnesina ed ex leader del M5S potrebbe essere chiamato a ricoprire, secondo quanto riferiscono oggi alcuni quotidiani italiani tra cui Repubblica e il Corriere della Sera.
E Bruxelles avrebbe individuato proprio nel nostro Giggino nazionale questa sorta di James Bond. Un James Bond dei poveri, considerando il personaggio, si capisce.
Gli altri candidati per lo stesso ruolo sarebbero l’ex Commissario europeo Dimitris Avramopoulos, il cipriota Markos Kiprianou e un altro ex esponente del governo slovacco. Mario Draghi, nelle ultime settimane del suo governo, avrebbe dato il suo benestare all’ipotesi Di Maio. Una sorta di benedizione in zona Cesarini, dunque.
Forse per riconoscenza di quell’addio a Conte che, secondo i piani di Giggino avrebbe dovuto mantenere in vita il governo Draghi e che invece poi è andata come è andata? Chissà.
A formulare la proposta dovrà essere comunque l’alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, lo stesso che nove anni fa annunciò la decisione di incaricare un “inviato speciale dell’Ue per la regione del Golfo”. La scelta spetterebbe quasi esclusivamente a lui e sembrerebbe che la questione Di Maio “non sia ancora arrivata sul tavolo del governo italiano”. Anche se lunedì nel Consiglio dei ministri degli Esteri europei al quale parteciperà Antonio Tajani, sarà molto difficile che non si affronti il tema.
E l’attuale ministro degli Esteri e vicepremier del governo Meloni cosa farà?
Riuscirà a far capire a quei burloni di Bruxelles che la faccenda di proporre l’ex capo grillino per questo incarico somiglia piuttosto ad una barzelletta e che non fa neanche ridere? O potrebbe veramente essere che Luigi Di Maio, sonoramente bocciato dagli italiani il 25 settembre alle elezioni politiche e addirittura fuori dal Parlamento, fatto uscire dalla politica nostrana dalla porta la Ue lo faccia rientrare dalla finestra?
Quell’Unione europea, cioè l’unione di quell’Europa dalla quale l’ex leader del Movimento Cinquestelle nel 2014 voleva far uscire il nostro Paese e che a più riprese negli anni ha sonoramente bastonato, salvo poi fare una repentina quanto improbabile marcia indietro. Ed ora da Bruxelles gli arriverebbe addirittura questa sorta di “premio”.
Mentre noi, dopo l’esito elettorale rovinoso, siamo ancora qui a pensare se Di Maio debba essere smaltito nell’umido o nell’indifferenziata, la Ue proporrebbe addirittura di riciclarlo come inviato speciale nei Paesi del Golfo Persico. Se tutto questo alla fine non si rivelerà un pesce d’aprile orchestrato a novembre.
E sempre che il nostro James Bond di Pomigliano d’Arco riesca a ritrovare i Paesi del Golfo Persico sul mappamondo.