800 mila suicidi l’anno. Uno ogni 40 secondi! È il dato scoraggiante che lo scorso 10 settembre, giornata mondiale dedicata al fenomeno, ha ricordato l’Organizzazione Mondiale di Sanità. In Italia vi sono 4000 casi all’anno, contro oltre 1 milione di tentativi nel 2020 avvenuti in America. Depressione e svariate patologie psichiatriche ne sono una delle principali cause, oltre a una situazione di miseria e povertà economica. Da questa situazione un interessante nuovo studio suggerisce un modo per ridurre tale rischio attraverso la prescrizione di acido folico.
L’acido folico o vitamina B9, conosciuto ai più come fondamentale elemento da assumere durante una gravidanza per aiutare al meglio lo sviluppo del feto, si è rivelato molto utile anche in questo senso.
Lo studio
Lo studio, eseguito nel 2019 su oltre 800.000 americani presenti in un database sanitario, ha rilevato che l’impulso suicida o di autolesionismo in persone sotto prescrizione di acido folico diminuiva del 44%. Pubblicato il 28 settembre scorso su JAMA Psychiatry, evidenzia dati che collegano la vitamina B9 alla salute mentale. Passate ricerche hanno infatti collegato i bassi livelli di folati nel sangue delle persone affette da depressione. Controlli che la dottoressa Christine Crawford, psichiatra e direttrice medica associata della National Alliance on Mental Illness senza scopo di lucro, esegue sempre sui suoi pazienti. Crawford, così come il ricercatore capo all’Università di Chicago, Robert Gibbons, sottolinea come vi siano prove sufficienti per lo svolgimento di una sperimentazione clinica. “Naturalmente, se vi fossero ulteriori evidenze, l’acido folico non andrebbe a sostituire il trattamento standard per le condizioni di salute mentale ma potrebbe essere usato insieme ad esso”, ha dichiarato Crawford.
In una ulteriore analisi i ricercatori si sono rivolti a un database di richieste di risarcimento assicurativo con informazioni su oltre 866.000 americani che hanno assunto acido folico tra il 2012 e il 2017. L’indagine chiave da seguire valutava il livello di rischio circa l’autolesionismo o il tentativo di suicidio durante un periodo in cui i pazienti erano in trattamento con acido folico, rispetto a quando non lo erano e se vi era o meno autocontrollo.
Nel complesso, lo studio ha rilevato che il tasso di autolesionismo/tentativo di suicidio era all’incirca dimezzato quando le persone utilizzavano l’acido folico. Ci sono stati poco meno di cinque incidenti di questo tipo ogni 100.000 persone al mese. Ciò rispetto a un tasso di oltre 10 per 100.000 persone durante i mesi in cui non c’era uso di acido folico.
Quando i ricercatori hanno valutato altri fattori – come l’età, il sesso e la storia delle diagnosi di salute mentale – l’uso di acido folico era ancora collegato a una riduzione del 44% del rischio di tentativo suicidio/autolesionismo.
Una nuova ulteriore analisi da parte dei ricercatori è quella di testare l’acido folico in una sperimentazione clinica, per valutare se il supplemento può ridurre i pensieri e i comportamenti suicidi.
“L’acido folico è poco costoso, ampiamente disponibile e non ha effetti collaterali – ha detto Gibbons – Se questa relazione è causale, quante vite potrebbero essere salvate!”.