Da Roma a Modena. Dalle contestazioni dei collettivi antifascisti all’università Sapienza al rave party. E la sinistra sempre dalla parte sbagliata. Eppure gli italiani con il voto del 25 settembre scorso l’avevano spiegata bene a Letta e i suoi quella voglia di legalità che chiedeva il Paese. Ma anche a Calenda e a Renzi, che ostinatamente continuano a spacciarsi per Terzo Polo, ma sono rotolati rovinosamente dopo il Movimento Cinquestelle di Conte, che alleggeritosi della zavorra Di Maio, ha sorpassato il duo centrista.
Ma Letta e compagnia perdente insistono.
Con il pericolo fascista, ormai un mantra e addirittura aprendo un dibattito sulle celebrazioni del 25 aprile già da ora, che siamo a fine ottobre. Manco dovessero allestire i carri come fosse il carnevale di Viareggio. E pur di contestare e contrastare le iniziative del governo Meloni, la sinistra riesce persino a difendere il rave party di Modena che, per inciso, è stato organizzato all’interno di una proprietà privata. Ma questo per i comunisti nostrani non ha valore. Il loro cuore è evidentemente ancora legato a Cuba e Che Guevara. Anche se riesce difficile immaginare nella Cuba di Fidel un rave party come quello di queste ore a Modena. Neanche i telefonini erano ammessi dalla dittatura cubana, figurarsi una roba del genere.
E proprio ieri mattina è iniziato lo sgombero dei partecipanti al rave modenese, come ordinato dal ministro dell’Interno Piantedosi che, piaccia o meno, è riuscito in pochi giorni a fare quello che il suo predecessore Lamorgese ha fallito per anni balbettando frasi sconnesse sulla presunta pericolosità di un intervento in merito delle forze dell’ordine.
E invece polizia e carabinieri sono intervenuti. E non si è fatto male nessuno.
Intanto, nel Paese cresce la richiesta di legalità e sicurezza, anche se a sinistra non se ne sono accorti. Distratti e festosi in queste ore per la vittoria di Lula in Brasile. Un florilegio di tweet osannanti l’amico del terrorista rosso Cesare Battisti. Ma questo per i sinistri è un dettaglio.
E così, il Pd che ancora non si è ripreso dalla sconfitta elettorale ed evidentemente non ha neanche capito perché ha perso, ha dato fiato alle trombe sul rave di Modena per bocca della senatrice del Pd Vincenza Rando e del deputato Stefano Vaccari. I due hanno esordito con la seguente dichiarazione: “L’ordine del Ministro Piantedosi di sgomberare il rave party illegale in corso a Modena ci sorprende e ci preoccupa. Sorpresa perché garantire la sicurezza e rispettare la legalità è un compito delle forze dell’ordine che molto probabilmente davanti ad oltre 3000 giovani hanno optato per un’attività dissuasiva e non un’azione di forza, ci preoccupa visto il precedente di come è stato gestito l’ordine pubblico nei confronti degli studenti di Tor Vergata pochi giorni fa. Siamo fiduciosi che il COSP riunito stamattina dalla sig.ra Prefetto di Modena decida di operare per ripristinare le regole e la legalità, nel dialogo, nel rispetto dei diritti delle persone. Ci vuole responsabilità senza dare fuoco alle polveri salviniane o accendere ulteriori micce con risultato finale di ricorrere a manganelli, maniere forti inutili e dannose”. Parlano di “sorpresa” e preoccupazione rispetto all’iniziativa del ministro Piantedosi. E parlano di fatti successi a Tor Vergata, di cui (ma possiamo sbagliare) non si ha traccia. La cronaca ha riportato i disordini della Sapienza. Ma tant’è.
Roba che non poteva sfuggire a Matteo Salvini. Il leader della Lega, infatti, li ha beccati e sanzionati immediatamente: “Parlamentari Pd difendono i rave party illegali e si preoccupano per il ritorno alla legalità. Siamo su Scherzi a parte? – scrive Salvini su Twitter – Basta rave party illegali, delinquenti che spadroneggiano, istituzioni umiliate: ora si cambia! Complimenti al ministro Piantedosi, avanti così”.
Ma all’interno del Pd hanno intenzione di continuare la polemica e a questo punto scende in campo Andrea Orlando, che sempre sui social azzarda un paragone davvero ardito: “Segnalo al ministro degli interni il Rave che si è tenuto a Predappio, a mio avviso di gran lunga il più inquietante. Era conforme alle norme vigenti?”.
Sconcerto e stupore, a questo punto, aleggiano un po’ ovunque. Come è possibile paragonare le due cose? Senza voler difendere nessuno, tanto meno chi è andato a Predappio, ma le differenze sono evidenti. Il raduno nel forlivese, in occasione del 100esimo anniversario della Marcia su Roma, ha visto la partecipazione di circa 2000 persone che hanno sfilato e non hanno occupato alcuna proprietà privata, come invece gli organizzatori del rave di Modena. L’evento si è concluso nel giro di una giornata o anche meno. Nessuna devastazione a Predappio, nessuna violazione delle leggi. La manifestazione, supponiamo, fosse autorizzata. Sì, vero, hanno sfilato camicie nere che hanno anche fatto il saluto romano e reso onore al Duce. E qui si può discutere sull’opportunità e se volete possiamo anche aprire un dibattito sull’apologia del fascismo. Braccia tese anacronistiche? Forse. Ma per la sinistra a Predappio andavano manganellati, mentre a Modena probabilmente secondo le loro testoline la polizia avrebbe dovuto portare cappuccino e cornetti caldi ai ragazzi?
E dire che pure il ministro Piantedosi ha spiegato in conferenza stampa la differenza tra Predappio e il rave party: “Sono cose completamente diverse – ha chiarito il titolare del Viminale – Predappio è una manifestazione che si svolge da molti anni, è una cosa diversa. Sul rave party c’era la denuncia del proprietario”. E poi gliela spiega ancora meglio: “Predappio viene gestita con i canoni dell’ordine pubblico”.
Al flusso di polemica sull’argomento si è unito anche Gad Lerner che tenta di buttarla in caciara: ”Certo che a un governo come il vostro verrà sempre più facile prendersela con il ‘#raveparty’ di Modena e con il soccorso in mare delle navi ‘#ONG’ – scrive su Twitter – piuttosto che con i vostri amici della ‘#CurvaNord’ di San Siro e con i fascisti radunati a ‘#Predappio’. Due pesi e due misure…’’.
Una sorta di minestrone insipido che gli italiani non ingoiano più, ma Lerner insiste.
Adesso avete capito perché hanno perso le elezioni?