Lettere dolcissime, vodka e Lambrusco. Sembra il testo di un brano di Ligabue, invece è la sintesi del rinnovato rapporto tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin. Almeno secondo il Cavaliere.
Una corrispondenza di amorosi sensi che sarebbe rifiorita di recente, pare in occasione del compleanno di Berlusconi quando da Mosca è arrivato il dono dello zar: bottiglie di vodka accompagnate da una missiva dal tenore “dolcissimo”. Roba che neanche John Keats, il poeta romantico per eccellenza, avrebbe saputo descrivere meglio nelle sue struggenti poesie d’amore. Ma tant’è. La rivelazione, se non fosse per la guerra in corso in Ucraina, sarebbe passata inosservata, magari destinata ad intrattenere i commensali durante una cena a Villa Grande o ad Arcore. Ma visto il conflitto nato a seguito dell’invasione russa e la formazione del nuovo governo in Italia, la confessione di Berlusconi ha assunto tutto un altro sapore.
Un sapore “dolcissimo”, come racconta Silvio.
C’è da chiedersi a che livello sia il rapporto tra il Cavaliere e Putin, che mai hanno celato una forte simpatia reciproca. E allora li immaginiamo, Vladimir e Silvio, seduti davanti al camino in una Dacia nella steppa siberiana, sotto una coltre di neve, con Lambrusco e popcorn a raccontarsi storie di vita. E barzellette. E “cene eleganti”, che per i due ormai sono solo un ricordo.
Ma sicuramente “dolcissimo” anche questo.
E a corollario della passione che lega i due, arrivano anche audio rubati durante un’assemblea alla Camera con i deputati di Forza Italia. In uno di questi, in particolare, Berlusconi fornisce una spiegazione dell’invasione russa dell’Ucraina che fa il paio con la versione di Mosca. Putin, dunque, sarebbe stato quasi costretto a intervenire con un’operazione speciale per difendere le Repubbliche del Donbass dalle vessazioni di Kiev. A sentire la ricostruzione di Berlusconi, sembra quasi che Putin sia entrato in Ucraina di malavoglia.
L’audio scottante, neanche a dirlo, è arrivato come un fulmine a ciel sereno sulle trattative per la formazione del governo Meloni. La Premier in pectore, che già durante la campagna elettorale e ancora prima dai banchi dell’opposizione al governo Draghi, ha chiaramente condannato l’invasione russa schierandosi senza riserve con Kiev, vivrebbe momenti di forte imbarazzo. E non tanto per i rapporti tra Putin e Berlusconi che non sono mai stati un mistero, e neanche per tutte queste “dolcezze”, roba che solo ad ascoltarle si rischia il diabete, quanto per il racconto del rinnovato rapporto con il Presidente russo.
Sia chiaro, nelle trattative politiche questo tipo di veleni sono normali (del resto come farebbero i commentatori tv e i giornalisti a riempire pagine e pagine di giornali oppure gestire talk-show per ore e ore). E sia altrettanto chiaro, che le analisi sul conflitto da parte degli esponenti politici sono tutte lecite.
E se ora per il Cavaliere la colpa della guerra in Ucraina è tutta di Zelensky e vuole tirar fuori pure la faccenda dei trattati di Minsk, ci sta. Si può condividere o meno, ma ci sta.
Ma tutto questo “trottolino amoroso” con Putin che roba è? A meno che Silvio non ci racconti bene a che gioco vuole giocare. Parla a nuora perché suocera intenda?
Perché va bene tutto, ma che ci voglia far bere che adesso si è messo a fare i “grattini” al capo del Cremlino come fosse Dudù, proprio no.