Sono tutt’altro che chiare le cause dell’incidente al gasdotto North Stream nel Mar Baltico. Un acceso scambio di accuse ha caratterizzato le ultime ore senza, comunque, fornire una plausibile ragione all’accaduto.
Gasdotto North Stream: la pista Usa
In verità, lo spettacolo al quale stiamo assistendo non offre più una recita con due primattori, bensì tre. Da una parte gli Usa, accusati da Mosca di avere deliberatamente colpito il gasdotto con un’operazione sottomarina condotta dai Navy Seals imbarcati sulle unità della task force della USS Kearsarge dislocata nell’area marina intorno a Bornholm dalla scorsa settimana. A sostegno di un possibile coinvolgimento delle unità Usa, l’avvenuto spegnimento del loro sistema di localizzazione (AIS), che la scorsa settimana la segnalava a meno di 10 miglia nautiche da Bornholm. Da quel momento la task force americana avrebbe potuto essere individuata unicamente dai sistemi di sorveglianza marittima dei paesi competenti per i confini marini della propria rotta. Un’altra pecularietà della vicenda risale a lunedì scorso, quando il comando supremo della NATO ha comunicato di avere condotto con esito positivo “operazioni di veicoli subacquei senza pilota” allo scopo di contrastare eventuali sfide alla sicurezza dei paesi membri.
La mano di Mosca nel sabotaggio del gasdotto North Stream
Come evidente, il secondo protagonista si identifica nella Russia che avrebbe sabotato il gasdotto North Stream allo scopo di colpire definitivamente il rifornimento di combustibile all’Europa, con particolare riferimento alla Germania, considerata come il colosso portante dell’economia dell’UE. La Flotta del nord russa opera regolarmente nell’area, un fattore indicativo ma non decisivo, che può essere favorevole ad un coinvolgimento diretto nel sabotaggio. La flotta russa dislocata nel Mar Baltico e con rotte di competenza sino al mare del nord, si compone anche di unità sottomarine e di incursori specializzati plurivalenti. In aggiunta, di non poco conto, la specifica che Mosca per un “incidente” alla conduttura non è tenuta a pagare alcuna penale per l’inadempimento contrattuale della fornitura.
Il ruolo dell’Unione europea
Il terzo attore si identifica nell’Unione europea che, in questo, come in innumerevoli altri casi, ha dimostrato la sua pochezza nelle funzioni di autodifesa da aggressioni esterne e nella vigilanza dei confini. Pur competente nella supervisione del traffico aereo e marittimo, dei flussi migratori, degli scambi e degli interessi commerciali comuni, l’UE non ha una sua reale politica comune di difesa, anzi, ostacola anche i singoli tentativi dei paesi membri nello svolgere dignitosamente i propri ruoli in favore dei cittadini. Nel caso del sabotaggio del North stream, l’Europa è apparsa da subito nel suo ruolo, una vittima predestinata per ogni controversia globale utile per soli fini di supporto logistico, praticamente una scacchiera ove ogni giocatore muove liberamente i propri pezzi.
Operazione anti-Cremlino
Vi è poi l’ipotesi di un’operazione anti-Cremlino compiuta da gruppi indipendenti che agiscono per sabotare l’intera economia europea. Ma questa pare essere una ricostruzione assai remota.
La vicenda, dunque, pare tutt’altro che conclusa ma si dipanerà nei prossimi giorni con scenari aperti a tutti i copioni e, “a naso”, senza alcuna reale e plausibile spiegazione.