Corrono frenetiche le notizie sul web e sui socialmedia, ma che presto si riveleranno un macroscopico bias cognitivo collettivo: “China coup?”. Nulla di tutto questo. Lo scorso venerdì si intensificavano le voci che il presidente Xi Jinping fosse stato messo agli arresti domiciliari a seguito di un presunto colpo di stato militare in Cina. I fatti non sono mai stati confermati da Pechino ma nemmeno smentiti. In ogni caso i funzionari dell’ambasciata argentina in Cina hanno parlato di una clamorosa fake news.
Le voci si moltiplicano, cosa sta succedendo a Pechino?
“… Non ci sono voli su Pechino, tutti i treni da e per la metropoli sono stati cancellati, così come le corse degli autobus. Sta succedendo qualcosa di molto grave nel PCC. Xi Jinping è stato probabilmente rimosso dalla carica di presidente della Commissione militare. Si dice che Xi abbia subito un colpo di Stato militare. Le forze speciali del PLA si sono riunite all’aeroporto militare di Shenyang agli ordini di Li Qiaoming. Il 22 settembre un intero convoglio di veicoli militari del PLA, lungo 80 km, partendo dalla contea di Huanlai, vicino a Pechino, è diretto nella città di Zhangjiakou, nella provincia di Hebei. Nel frattempo, si dice che Xi Jinping sia stato arrestato dopo che gli anziani del PCC lo hanno rimosso da capo del PLA …”.
Effettivamente dal portale del traffico aereo in tempo reale Flight Radar 24, appariva che almeno il 60 per cento dei voli in ingresso e uscita da Pechino era stato inspiegabilmente cancellato senza apparenti ragioni. E contemporaneamente venivano diffuse sui socialmedia le immagini di colonne di mezzi militari che si muovevano in direzione di Pechino.
Da lì a poco sarebbe poi anche circolata la notizia del presunto golpe militare e successivamente dell’arresto del presidente Xi Jinping dopo essere stato rimosso dall’incarico di segretario generale del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese (PCC) e presidente della Commissione militare centrale (CMC).
Tutto sarebbe iniziato, sempre secondo le voci, mentre il presidente cinese si trovava a Samarcanda, in Uzbekistan, nell’ambito della Shanghai Cooperation Organization, dove ha anche incontrato il suo omonimo russo Vladimir Putin. L’emittente cinese News Highland Vision, ipotizzava che l’ex presidente cinese Hu Jintao e l’ex premier cinese Wen Jiabao avessero convinto Song Ping, l’ex membro del Comitato permanente del Politburo, a prendere il controllo del Central Guard Bureau (CGB) presieduto da Jinping. Il Central Guard Bureau è un’organizzazione specializzata responsabile della protezione dei membri di alto livello del partito e delle loro famiglie così come nei confronti di importanti funzionari stranieri in Cina. Dopo aver preso il controllo del CGB il Comitato permanente del Politburo avrebbe esautorato Xi dalle sue prerogative militari del PLA. Una volta scoperti gli intrighi, Xi Jinping si narra sia tornato immediatamente a Pechino, ma una volta giunto all’aeroporto – il 16 settembre – sarebbe stato messo agli arresti domiciliari a Zhongnanhai.
Ma nei fatti tutto si è rivelato tutto un colossale fake…
Ben presto è venuta fuori che la notizia del presunto colpo di stato era stata pubblicata sui social media da attivisti in aperta opposizione al regime, per lo più cinesi che vivono fuori dalla Cina e da account Twitter localizzati in Nepal e Taiwan. La narrazione degli attivisti che si oppongono al presidente cinese vorrebbe che il presunto golpe sia stato pianificato dai militari e da membri di alto profilo del partito, per niente contenti della leadership ferrea di Xi.
Ma il fatto che Xi Jinping, lo scorso mercoledì, fosse assente dal seminario sulla Difesa nazionale e la riforma militare, sebbene fosse già tornato dall’Uzbekistan, mentre al suo posto erano stati visti invece diversi alti dirigenti militari, tra cui il comandante dell’esercito Liu Zhenli, e il generale Li Qiaoming, responsabile del Comando del teatro del Nord, non era indice di oscuri presagi, piuttosto era dovuto alla quarantena a cui si era sottoposto il presidente al ritorno dal vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), il che spiegherebbe la sua assenza dagli affari pubblici in questo momento. Il Covid-19 è stato citato come motivo dell’assenza, eppure non ha convinto tutti.
A ben vedere si è appurata anche che l’insolita assenza di voli in arrivo e partenza da Pechino è stata la conseguenza di un’imponente esercitazione militare della PLA, già annunciata nelle settimane precedenti.
Mentre il video del convoglio militare diffuso dall’account twitter della dissidente ed ex membro del PCC, Jennifer Zeng, si è rivelato poi essere stato manipolato poiché durava meno di un minuto e non a sufficienza per ipotizzare una colonna lunga 80 Km. La stessa attivista ha confermato poi successivamente che la notizia era falsa.
C’è da dire inoltre che era in atto, a poche settimane dal congresso del partito che dovrebbe rieleggere Xi, una delle più grandi epurazioni dell’apparato di sicurezza cinese. Sempre lo stesso venerdì, l’ex viceministro della pubblica sicurezza, Sun Lijun, è stato condannato a morte con successiva sospensione della pena tramutata poi in ergastolo, dal tribunale intermedio del popolo di Changchun per presunta corruzione. Anche cinque ex capi della polizia sono stati arrestati per i loro legami con Sun.
Il prossimo 16 ottobre infatti, si terrà il Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese, il massimo organo del Paese, quello che elegge i membri del Comitato Centrale e rinnova le alte autorità – come nel caso di Xi – e si prospetta un terzo mandato per l’attuale presidente, che diventerebbe il leader più longevo dai tempi di Mao, interrompendo così la dinamica collegiale della Cina comunista moderna.