Difficile, praticamente impossibile, scattare un’istantanea a questa campagna elettorale. I soggetti da fotografare non si fermano un attimo, la fotografia verrebbe mossa. C’è un andirivieni pazzesco. Chi va, chi minaccia di andarsene, chi pone veti. Veti che non sono mai gli stessi, perché tutto cambia appena si ipotizza un’alleanza.
Pigia-pigia al centro
Il pigia-pigia più importante è al centro, che per ora appare come una sorta di ‘scottiglia’ di carni miste, miste assai. E basta un tweet a scatenare la bagarre. E leggendoli ci si chiede se alcuni politici abbiano dimenticato l’uso del telefono per sbrigare le proprie faccende o molto più furbescamente siano alla ricerca di una visibilità che consenta loro di sopravvivere alla mannaia del taglio dei parlamentari, che si abbatterà inesorabilmente proprio su questa tornata elettorale bollente e non solo da un punto di vista climatico.
Con i Cinquestelle non ci vuole stare nessuno
A pochissimi giorni dalla caduta del governo Draghi non vi sono certezze negli schieramenti. Tranne una. Almeno finora. Con i Cinquestelle non ci vuole stare nessuno. Un po’ come quando in classe c’era un compagno che si lavava poco. Tutti lo scansavano. E siccome non abbiamo dubbi sull’igiene personale dell’ex premier pentastellato, un motivo dovrà pur esserci. Anche se nelle ultimissime ore arriva a Conte la mano tesa di Luigi De Magistris, che scenderà in campo a Napoli, al fianco di Rifondazione e Potere al Popolo, e propone all’ex avvocato del popolo un’alleanza di sinistra chiamando in causa anche il barricadiero Di Battista, che finalmente potrebbe trovare la sua collocazione naturale di rivoluzionario.
Letta cerca di nuovo gli ‘occhi di tigre’
A sinistra invece c’è Enrico Letta che, dopo aver rispolverato la ricerca spasmodica degli ‘occhi di tigre‘ tra i suoi, è deciso ad “aprire a tutti”. Calenda, Renzi, Di Maio, Speranza e pure a Brunetta, Gelmini e Carfagna che ‘meritano considerazione’.
Nascono ‘amori’ in quest’area Draghi che neanche nelle telenovelas sudamericane
Ma Renzi già scalpita, l’è un peperino, si sa, e invoca “proposte condivise, altrimenti si va da soli”. E Calenda invoca “chiarezza sulle cose da fare” e chiude a Di Maio tuonando: “Non so chi sia” cinguetta su Twitter, con Maria Stella Gelmini, già ‘corteggiata’ da Elio Vito, che ha abbandonato Forza Italia prima di lei. Gelmini che risponde a Calenda, sempre cinguettando, “io ci sono”.
Nascono ‘amori’ in quest’area Draghi che neanche nelle telenovelas sudamericane. E siamo solo all’inizio. Siamo certi che la galassia centrista, dove c’è anche Giovanni Toti che punta i piedi e dice di “non essere disposto a fare il gioco delle coppie”, tanto per rimanere in tema, ci regalerà grandi emozioni da qui al 25 settembre.
Scassatori di professione
E per non farci mancare nulla dalle fila degli ‘scassatori di professione’, ovvero i no vax, no geenpass, no tutto, spunta un gruppetto che definire bizzarro è a dir poco un eufemismo. Paragone, ex grillino, ora Italexit, Di Stefano, ex Casapound, ora non si sa, Marco Rizzo, comunista prima e dopo, e forse, udite, udite, addirittura Mario Adinolfi leader del Popolo della Famiglia. Cosa ci azzecchino non si sa. Ma tant’è.
#iononvoto
E sui social, dove per tre anni buona parte degli utenti ha invocato le elezioni anticipate come fossero il Messia, ora esplode l’hastag #iononvoto. Una mossa furbetta della sinistra per sparigliare le carte o opera dei suddetti scassatori di professione? Chissà.
Centrodestra: “Comando io, no tu no. Ma perché? Perché no”
Intanto nel centrodestra, che secondo i sondaggi, nonostante le fughe di deputati e senatori, dovrebbe avere la vittoria in tasca, hanno già iniziato ad accapigliarsi. Anche se a dire il vero non hanno mai smesso. Oggetto principale del contendere è la leadership. Comando io, no tu no. Ma perché? Perché no. Neanche fossero allo zoo comunale, come cantava Enzo Jannacci.
Razzi riparte
E come se non bastasse arriva pure l’autocandidatura di Antonio Razzi, ex senatore di Forza Italia che a ‘La zanzara’ rivela di aver chiesto a Berlusconi di candidarlo. Dicendosi disposto ad andare anche “domani in Ucraina a risolvere le cose, che Zelensky non capisce niente”.
Ma mentre noi aspettiamo che il ‘negoziatore’ Razzi parta, siamo in trepida attesa anche per la scampanellata di Enrico Letta, che ha promesso, oltre agli ‘occhi di tigre’, “una campagna elettorale casa per casa”.
Intanto mangiamo popcorn e ci godiamo lo spettacolo. Mettetevi comodi, che il ‘circo Barnum’ è appena cominciato.