Oslo, Copenhagen, Highland Park. Sono circa 10 giorni che in varie parti del Pianeta si susseguono gli atti di sanguinosa violenza fini a sé stessi e compiuti, per quanto dato sapere, da soggetti psicolabili e già noti alle Autorità proprio per le loro patologie. Sebbene tutti gli autori siano stati assicurati alla giustizia, il rischio di emulazioni è latente sia da parte di altri “malati di mente” che di soggetti sani ma in attesa di una ribalta massmediatica o da organizzazioni terroristiche che fortunatamente, da diverso tempo, hanno ridotto le loro attività in Occidente.
Oslo, 25 giugno
Il 25 giugno scorso a Oslo, in Norvegia, un 42 di origini iraniane ha aperto il fuoco all’esterno di tre locali frequentati dalla comunità gay: il London Pub” e il jazz club “Herr Nielsen”, punto vendita di cibo da asporto. Secondo il bilancio della polizia si sono registrati due morti e 21 feriti. L’autore del folle gesto è stato tratto in arresto vicino alla discoteca con le accuse di omicidio, tentato omicidio e atti di terrorismo. Le autorità norvegesi hanno fatto anche un velato riferimento ad un “atto di terrorismo islamista”, un’ipotesi non confortata da prove certe. Nel corso dell’arresto del 42enne, sono state rinvenute e poste sotto sequestro due armi da fuoco: “Tutto indica che questo gesto è stato commesso da una sola persona”, ha dichiarato funzionario di polizia nel corso di una conferenza stampa.
“Sembrava una scena di guerra, con numerose persone a terra con gravi ferite alla testa”, è il racconto ai media norvegesi da parte di un testimone della sparatoria avvenuta nel centro di Oslo. “Il killer era molto determinato, soprattutto su dove mirare. Quando ho capito che era una cosa seria sono scappata. C’era un uomo insanguinato disteso per terra”, ha aggiunto una donna.
A seguito degli avvenimenti, il Gay Pride di Oslo, che si sarebbe dovuto svolgere nel pomeriggio dello stesso giorno, è stato annullato. “Tutti gli eventi legati all’Oslo Pride sono stati cancellati” a seguito di “chiare” raccomandazioni della polizia, hanno scritto su Facebook gli organizzatori.
Copenhagen, 3 luglio
Nel pomeriggio, un giovane penetra all’interno dell’affollato centro commerciale “Fields” ed inizia a sparare a caso sulla folla urlando: “Io non sono reale, questo non è reale”. Scene di panico, gente a terra, feriti e sangue. La polizia interviene e blocca l’assalitore disarmandolo. Viene identificato per Noah Esbensen, un 22enne danese già noto alle Autorità ed in cura per “schizofrenia e psicosi”.
L’attacco al centro commerciale Fields di Copenhagen è stato comunque classificato come un attacco terroristico. Il bilancio è di 3 morti e numerosi feriti tra i quali 3 versano in gravi condizioni.
Highland Park, 4 luglio
La parata del 4 luglio di Highland Park, in occasione dell’anniversario dell’indipendenza americana, è stata improvvisamente interrotta quando sono stati sparati colpi di arma da fuoco, circa 10 minuti dopo l’inizio della sfilata. I proiettili hanno attinto numerosi presenti, costringendo il pubblico a una precipitosa fuga dai colpi provenienti dall’alto di un edificio adiacente la strada principale dove era in corso la parata.
Diverse persone sono rimaste uccise. Un giornalista del Chicago Sun-Times ha visto almeno tre corpi insanguinati e coperti e altre cinque persone ferite vicino alla tribuna della parata. Numerosi testimoni hanno riferito di aver sentito sparare più colpi, almeno 20.
Il bilancio è di 6 morti e 36 feriti. L’attentatore in fuga e braccato dalla Polizia è stato arrestato nella serata e identificato per Robert E. Crimo III, un giovane noto per le sue patologie mentali ed anch’egli, come Esbensen, in cura presso le strutture sanitarie.
La domanda sorge spontanea: c’è qualcosa che unisce e mette in comunicazione gli autori di queste stragi?
Considerando le personalità dei tre soggetti e i relativi profili consultabili sui social network, verrebbe da pensare a una totale mancanza di empatia e di una forte spinta alla violenza. Preoccupa l’ampia disponibilità di armi e la possibilità di connettersi sul web in probabili chat dedicate, non necessariamente a sfondo politico, religioso o razziale, ma piuttosto di tipo “satanista”.
Su questo, oltre che su un ampio scambio di informazioni, potrebbe essere incentrata l’attenzione degli investigatori, anche e soprattutto per evitare altre stragi in questa già drammatica stagione.