Gualtieri “hackera” la pazienza dei romani con il bonus casa ai Rom.
Nessun attacco hacker al Campidoglio. I russi non c’entrano. E nemmeno Anonymous. È tutta farina del sacco del sindaco Gualtieri che, seguendo la linea della giunta Raggi, ha deciso di erogare contributi economici ai Rom della Capitale “hackerando” la pazienza dei romani.
Assistenza e percorsi di inclusione per chiudere entro dicembre i campi nomadi di Candoni, Salvati e Lombroso. Che detto in soldoni equivale a un bonus di diecimila euro da erogare alle famiglie Rom per trovarsi una casa e lasciare quei campi. E chissà che non ricicci anche il progetto di aiutare i Rom a creare piccole attività imprenditoriali, proposta tanto cara all’ex sindaco Raggi. Intanto il bonus casa per i Rom sarebbe in dirittura di arrivo. Un percorso che prevederebbe anche la regolarizzazione dei documenti di soggiorno e di residenza, la scolarizzazione dei bambini e l’inserimento nel mondo del lavoro. In pratica casa pagata e permesso di soggiorno assicurato con tanti saluti agli italiani che da anni affollano le liste per accedere a un alloggio popolare.
Certo, c’è il Giubileo che incombe. Proprio ieri il sindaco Gualtieri ha avuto in merito un incontro istituzionale con la Santa Sede e con il sottosegretario Garofalo in rappresentanza del governo, e la situazione penosa dei campi nomadi sarebbero un pessimo biglietto da visita per la città.
Ma quello che è curioso è che quando Salvini nel 2018 propose un censimento dei Rom presenti in Italia si scagliarono contro di lui fulmini e saette. “Incostituzionale”, tuonarono dalle fila del Pd ma anche da quelle dei Cinquestelle, uno stuolo di indignati capeggiati dal solito Roberto Saviano a guidare la brigata. Ecco, ora andarli a cercare e metterli in lista per “regalargli” diecimila euro è all’improvviso diventato “costituzionale”? Chiedo. Anche perché a Roma ci sono circa 18 mila senzatetto e questo improvviso interesse del sindaco che intende garantire casa, permesso di soggiorno, residenza e quindi diritto di voto proprio ai Rom puzza un po’ di propaganda elettorale. Anche perché le elezioni politiche eccole e nel Lazio si voterà anche per le regionali il prossimo anno. Interesse improvviso e buonismo sospetto che sembrano fare scopa con le dichiarazioni di Laura Boldrini dei giorni scorsi, che in merito allo ius soli ha detto candidamente che serve a garantire il voto agli stranieri per una loro completa integrazione nella società.
Ma la faccenda del bonus Rom è destinata a sollevare un vespaio. Sui social già si è scatenata la protesta. E anche quella dei politici si fa sentire.
“Diecimila euro ai Rom. Ci opponiamo fermamente a questo modo di amministrare la città, con progetti di inclusione che nei decenni hanno buttato centinaia di milioni di euro senza ottenere alcun risultato”, così Fabrizio Santori consigliere capitolino della Lega, commentando l’iniziativa del Campidoglio. “Ecco dove andranno a finire i fondi in bilancio per i Rom, sinti e caminanti, che la giunta Gualtieri ha aumentato in bilancio del 37% ignorando immondezzai a cielo aperto, roghi tossici, illegalità diffusa. Ecco la proposta: dare un bonus a chi lascia i campi per trovare una casa, mandare i figli a scuola e magari, chissà, forse pure decidersi a lavorare. Una follia del buonismo che è un colpo alla schiena di migliaia di famiglie romane in difficoltà, senza casa né lavoro”, punta il dito Santori. “Progetto di inclusione per un importo complessivo dell’appalto pari a € 816.228,22 IVA al 22% inclusa”, spiega il consigliere leghista, che non ci sta.
“Presenteremo un’interrogazione urgente per chiedere conto alla giunta Gualtieri anche di ulteriori delibere approvate nelle settimane scorse riguardanti i Rom, che vanno sempre nella stessa direzione. Il problema dell’inserimento sociale di queste popolazioni non può essere affrontato con l’ennesimo regalo strappato dalle tasche di cittadini che non ne possono più delle continue angherie che subiscono da anni, senza che mai si prospetti una soluzione degna di questo nome, cioè valida per tutti, anche per chi le regole le rispetta – conclude Sartori – Stiamo con i piedi per terra, basta con la fatua ideologia. È necessario un censimento serio. Prima il rispetto delle regole: si allontani chi delinque o vive di espedienti dal territorio. Solo dopo si potrà parlare seriamente di tutto resto”.