Ricoprire il ruolo di segretario generale della Nato sembra essere diventata l’exit strategy dei politici italiani. Il Pd punta alla poltrona dell’Alleanza Atlantica con svariati nomi in lizza. Poi ci sono quelli, nel centrodestra ad esempio ma anche qualche ex sottosegretario e Ministro 5 Stelle, in cerca di un lavoro dopo questa legislatura. Il prossimo voto amministrativo, con il taglio dei Parlamentari voluto proprio dal genio politico pentastellato, mieterà vittime tra i grillini più della pandemia. Ma tant’è. L’orda movimentista, che da oltre 10 anni ha una poltrona in Parlamento, produrrà i suoi effetti dannosi ancora per molti anni.
Nel frattempo, dunque, tra Camera e Senato quasi non si lavora più per il futuro del Paese, ma solo per il proprio.
Il segretario generale della Nato, dunque, a molti sembra una buona alternativa. Per prendere il posto del norvegese Jens Stoltenberg, in carica dal 1º ottobre 2014 e rinnovato per un ulteriore anno a causa della guerra in corso in Ucraina, occorrerà aspettare ancora 12 mesi. Ma proprio questo tempo è incredibilmente utile ai politici italiani per tentare di costruire (almeno nel loro immaginario, poi nei fatti bisognerà vedere) le giuste alleanze per essere nominato niente di meno che segretario dell’Alleanza Atlantica.
Nel Pd, sempre presente quando si tratta di occupare poltrone, esiste già una rosa di nomi per la segreteria dell’Alleanza Atlantica. Si va dall’ex premier Paolo Gentiloni, ora Commissario europeo per gli affari economici e monetari, fino a Matteo Renzi. Su questi due nomi, però, si puntano poche fiches all’interno dei democratici. Il primo perché inamovibile, per interessi italiani, dall’attuale ruolo in Europa. Mentre il secondo, “troverebbe qualche ostilità un po’ ovunque” dicono i maliziosi corridoi di Palazzo Chigi. Perché la guerra fratricida a sinistra non ha nulla da invidiare a quella che si consuma a destra. Sulla poltrona della Nato si vuole sedere anche Roberta Pinotti, ex ministro della Difesa e attuale presidente della Commissione Difesa del Senato, che dicono essere pronta a tutto per sbaragliare la concorrenza interna. Anche a danno di Piero Fassino. Quest’ultimo, infatti, secondo l’intellighenzia di Chigi sarebbe il candidato naturale per la successione a Stoltenberg. Ma dentro il Pd non la pensano allo stesso modo e l’attuale presidente della Commissione Esteri della Camera potrebbe essere una delle vittime della guerra fratricida democratica.
Altra storia nel Movimento 5 Stelle, dove personaggi in cerca d’autore sono a caccia di una poltrona per il post legislatura. Qualcuno, peccando di presunzione, si vedrebbe bene anche come segretario della Nato. Mentre altri, come l’attuale Ministro degli Esteri ad esempio, ritiene di avere tutte le carte in regola vista l’esperienza che sta accumulando alla Farnesina. Ma lui, Di Maio, pare sia invece concentrato alle elezioni della prossima primavera dove spera di mettere definitivamente fuori Giuseppe Conte per gestire i 5 Stelle, o quel che ne resta.
Per quanto riguarda il Centrodestra, al momento non filtrano particolari indiscrezioni riguardo alla Nato. Molti, nella traballante e anche qui fratricida coalizione, devono decidere cosa faranno da grandi.