Tanti dubbi e nessuna soluzione. Il personaggio è così. Ma chissà se stavolta basterà la solita ‘ammuina’ a Enrico Letta per uscire vivo, politicamente s’intende, dalla faccenda, assai scivolosa per la sua parte politica, dell’accordo delll’Eni con l’Egitto per la fornitura di gas all’Italia. Accordo dell’Eni, che se linguisticamente fa rima con Regeni, costringe il segretario Pd a fare l’indignato sulla questione in nome di una presunta coerenza. E la rima cambia, la ricerca di energia si trasforma in spettacolo di ipocrisia.
Certo che trattare con Al Sisi, dopo la tragica vicenda di Giulio Regeni e anche dopo quella di Patrick Zaki non fa piacere a nessuno. Ma tant’è. Se chiudiamo le porte al gas della Russia, a qualcun altro dobbiamo andare a bussare. Anche perché il leader Dem ha poco da mettere il broncio ora e farsi bello puntando il dito “contro l’Egitto perché viola i diritti umani. Perché non vuole neanche il carbone, per sostituire temporaneamente il gas russo, perché inquina”, come gli ricorda Carlo Calenda in un tweet. E il leader di Azione incalza ancora Letta: “Hai una soluzione o facciamo solo retorica?“, gli domanda dal suo account social.
“Sia fatta prima giustizia per il giovane ricercatore italiano”, così il ‘dubbioso‘ Letta, che attacca l’intesa con l’Egitto. E che giustizia vada fatta è fuori discussione. Soprattutto perché il governo di Al Sisi continua a rifiutarsi di collaborare nelle indagini per scoprire gli assassini di Regeni. Ma che altre cose andavano fatte prima è altrettanto fuori discussione. E parliamo della questione energetica. Perché delle scelte passate che hanno posto il nostro Paese sotto schiaffo di Putin, ma ancor prima di Gheddafi, è responsabile anche il partito di Letta. Anche se ora finge di non ricordare. E di quegli affari oggi ne paghiamo il conto. Così come paghiamo lo scotto di aver dormito su una politica energetica che potesse garantire autonomia al nostro Paese.
Ma se ora il gas di Putin no, quello di Al Sisi nemmeno e se il carbone inquina e il nucleare, che avrebbe peraltro tempi di attuazione insostenibili per le necessità del nostro Paese, neanche a parlarne, la soluzione quale sarebbe? Perché opporsi a tutto è facile. E l’atteggiamento di Enrico Letta ricorda un po’ quello di Giorgia Meloni. Anche se a difesa della leader di Fratelli d’Italia va detto che per il ruolo che ricopre, ovvero capo di un partito all’opposizione, fa il suo mestiere. Che Letta prenda spunto un po’ meno. Sarà la curiosa frequentazione degli ultimi tempi tra i due, che pare abbiano trovato anche dei punti d’incontro, chissà.
E proprio dall’opposizione, però quella ‘sinistra’, arriva dopo Letta, che invece dubita dalla maggioranza, una nota polemica di Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, che si scaglia contro il governo. “Un giorno fanno tweet indignati sull’omicidio Regeni e per i continui depistaggi ufficiali del regime per evitare l’arresto degli assassini e il giorno dopo fanno accordi per il gas con chi lo ha ucciso. – tuona Fratoianni – Nel governo e nella maggioranza abbiano un sussulto di dignità e fermino questo scempio”. E anche qui siamo al non fare, ma del cosa fare non vi è traccia. Potremmo dire, parafrasando la battuta del premier Draghi di qualche giorno fa: “Volete il condizionatore o la verità su Giulio Regeni”? Perché difendere i diritti umani è sacrosanto. E lo è per il popolo ucraino, quanto nella ricerca di giustizia per il ricercatore italiano. Ma alternative ne abbiamo?
Come finirà al momento non ci è dato sapere. Ma la faccenda ricorda un po’, con le dovute proporzioni, quella dell’olio di palma. Messo al bando dalla comunità europea e dipinto come fosse il padre di tutti i mali dell’alimentazione. Ma è di questi giorni, ed è curioso assai il tempismo, il contrordine. Pare che non faccia poi così male, tutto sommato. Considerando anche che le importazioni di olio di girasole dall’Ucraina sono bloccate e che le nostre scorte nazionali sono a rischio e la preoccupazione tra le industrie alimentari cresce, viene quasi assolto da tutti i peccati. Da “veleno che provoca tumori” a salvatore delle nostre tavole.
Alla fine abbasseranno anche il dito puntato contro il regime di Al Sisi per la faccenda Regeni? Il Pd si farà una ragione dell’intesa di Eni con l‘Egitto? Tutta cagnara politica quella di queste ore sulla richiesta di giustizia per il ragazzo italiano? Non ci stupiremmo. Che la campagna elettorale fa capolino e tra post Covid, guerra tra Russia e Ucraina e taglio dei parlamentari si preannuncia un bagno di sangue. E poi sta arrivando il caldo e bisognerà accenderli questi benedetti condizionatori. E la preoccupazione di accenderli è forte assai anche tra chi ha bollato come inopportuna la battuta del Presidente del Consiglio. E dopo l’estate arriva sempre l’inverno e sarà la volta dei termosifoni, con buona pace dei diritti umani. Sì, probabilmente anche Letta se ne farà una ragione a meno che il ‘signor no’ non ci stupisca con una soluzione alternativa. Attendiamo tweet.