Arrivano le sanzioni europee contro la Russia e la risposta del Cremlino non si fa attendere.
L’Unione Europea ha condannato, senza riserva alcuna, le azioni della Russia che hanno compromesso e minacciato l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina. I paesi membri rispondono in modo compatto e si allineano dunque alle misure restrittive già emesse nei giorni scorsi da Stati Uniti e Regno Unito.
Il portavoce del ministero degli Esteri russo, in un comunicato apparso sul proprio sito web istituzionale, protesta veemente che si tratta di misure illegittime e unilaterali. Tali restrizioni riguardano, in violazione delle norme internazionali, anche un rappresentante del ministero stesso. L’EU non si è nemmeno preoccupata di analizzare e rivalutare in maniera lucida ciò che è avvenuto realmente nel Donbass, nei territori delle così dette repubbliche separatiste di Lugansk e Donietsk. L’Europa ha creduto di seguire l’esempio di Washington e Londra come unica ed efficace strada da percorrere.
Il diplomatico russo ritiene ancora che il diritto internazionale non sia una prerogativa esclusiva dei paesi occidentali. Ma, così come prevede l’articolo 8 della carta per la sicurezza europea adottata ad Istanbul dall’Osce – Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa – nel novembre 1999, non spetta certo ai paesi europei e tantomeno alla Nato il compito di assurgersi a difensore indiscusso della sicurezza e della stabilità dell’area in cui l’organizzazione opera. Questo compito spetta esclusivamente al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Secondo il rappresentante ministeriale russo l’Europa si è completamente disinteressata del popolo delle regioni del Donbass. Non ha preservato in alcun modo la dignità umana e l’aspirazione di una comunità che chiedeva da otto anni di poter vivere in maniera pacifica nella propria terra. L’Ue non ha impedito che il governo di Kiev bombardasse le abitazioni dei civili di queste regione, né ha fermato le leggi che venivano emesse dal parlamento ucraino in aperta violazione delle prerogative civili, politiche e razziali della popolazione residente di etnia russa, tutelate dalle convenzioni internazionali sui diritti dell’uomo.
Il portavoce degli Esteri precisa altresì che l’Ue ha agito al fine di favorire il regime ultranazionalista che governa da Kiev, e che ambisce solamente alla distruzione del suo paese – l’Ucraina – e alla destabilizzazione dell’area europea. Favorendo dunque il colpo di stato del 2014 operato dal suddetto sistema politico, l’Europa – in maniera ipocrita – non ha fatto altro che tradire e compromettere ancora una volta gli ideali di rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e democratiche all’autodeterminazione, di cui godono gli abitanti della DPR e LPR.
Sempre secondo il diplomatico russo, tutti i ripetuti tentativi di Mosca per cercare di ripristinare gli accordi di Minsk sono e di convincere gli ucraini a cessare ogni ostilità nella regione del Donbass, si sono rivelati vani. Così, anche a seguito del riconoscimento formale da parte del presidente Vladimir Putin dell’indipendenza della DPR e della LPR, i bombardamenti nei territori separatisti da parte del governo di Kiev non si sono mai fermati. A questo punto Mosca non ha potuto che condurre un’operazione militare speciale per impedire il proseguimento di questa immane tragedia che ha colpito il Donbass già dal 2014. La Russia continuerà dunque a fornire supporto e assistenza alle repubbliche di Donetsk e Lugansk e a difenderle militarmente contro qualunque sopruso da parte di Kiev o dei suoi sostenitori, in ordine ad un principio di reciproco interesse, tutelato dal diritto internazionale.
Probabilmente l’occidente non ha colto il pensiero complessivo di una cultura che rimane fortemente differente dalla nostra, eppure occorrerebbe ricordare alla Russia che prima o poi bisogna fare i conti con la storia e che l’impero dello zar è oramai morto e sepolto da tantissimo tempo. È indubbio che l’Ucraina sia un paese democratico e sovrano, e come tale libero di autodeterminarsi come meglio lo ritenga opportuno.