Abdel Hamid Dbeibah, l’ex-premier libico, tenta di resistere. Nonostante ieri la Camera dei rappresentanti di Tobruk abbia designato all’unanimità Fathi Bashagha, l’imprenditore non molla. In un’intervista ad Al Ahrar indica come “una violazione esplicita delle competenze del Consiglio presidenziale”, le votazioni del Parlamento di Tobruk e annuncia la volontà di creare una nuova legge elettorale. Forte anche delle dichiarazioni dell’Onu, arrivate ieri sera dopo la nomina di Bashagha, l’ex premier promette battaglia.
Attraverso il portavoce Stephane Dujarric, l’Onu ha fatto sapere che continuerà a sostenere Abdel Hamid Dbeibah come Primo Ministro ad interim in Libia, nonostante la decisione del Parlamento di Tobruk. Una manna dal cielo per l’ex Premier che, forte dell’appoggio della Comunità internazionale, proverà a rimanere saldo in poltrona. Le conseguenze della discutibile posizione dell’Onu, sono la coesistenza, almeno per il momento, di due Premier. Fatto, questo, che alimenta disordini e caos invece di agevolare un percorso di stabilizzazione che conduca al voto. Se la tesi della Comunità internazionale è stata sempre quella di sostenere un governo di unità nazionale, in base alle scelte dei libici, non si capisce perché la nomina di Bashagha, sostenuto da tutti (anche da Haftar), non debba essere condivisa dall’Onu. Probabilmente, le speranze e le aspettative della Comunità internazionale erano (e sono) quelle di decidere il nome del Premier, così come è stato fatto per Serraj e per Dbeibah.
La resistenza di Dbeibah, infatti, potrebbe non rivelarsi un bene per il Paese, soprattutto considerando il profilo dell’imprenditore, su cui alcune fonti mettono in dubbio la trasparenza. E anche quanto accaduto alle prime luci dell’alba di giovedì 10 febbraio, contribuisce a rendere l’interpretazione meno fluida.
L’auto sulla quale viaggiava Dbeibah è stata colpita da una sventagliata di colpi di kalashnikov mentre transitava vicino all’area di Bab Tajoura, sulla strada che porta all’area di Al-Nawfalyin, in direzione della sua residenza.
I presunti sicari sono fuggiti a bordo di due mezzi con i vetri oscurati, facendo perdere le proprie tracce. Una fonte vicina all’ex-premier, ha rassicurato tutti che Dbeibah è rimasto illeso. Gli inquirenti stanno ancora indagando sulle dinamiche e sui possibili responsabili del tentato omicidio. Dopo il presunto attentato è stata setacciata tutta la zona intorno al centro di Tripoli e al quartiere di Andalus, ma senza portare a casa nessun risultato utile.
La notizia dell’attacco all’ex-premier è arrivata in una situazione già tesa in Libia, visto che proprio Dbeibah ha rifiutato di cedere il suo posto al prossimo candidato alla funzione, appoggiato – a suo dire – dalla recente alleanza tra i militari ed i fratelli musulmani.
Il parlamento libico (HoR), ha infatti dichiarato illegittimo il Governo di Unità Nazionale (GNU) presieduto dall’imprenditore – scaduto il 24 dicembre 2021 – e proprio nella giornata di giovedì ha tenuto una votazione, al termine della quale è stato nominato quale nuovo Primo ministro della Libia, l’ex-ministro dell’Interno nel governo di Fayez al-Serraj, Fathi Bashagha. Al nuovo premier è stato richiesto di formare un nuovo governo. L’altro candidato in lizza era invece il funzionario Khaled Bibas.
A nemmeno un anno dalla sua nomina a capo del governo di unità nazionale, sostenuto dalle Nazioni Unite, Abdel Hamid Dbeibah aveva il delicato compito di unificare le istituzioni divise del paese, come parte di un processo di pace, e avrebbe dovuto supervisionare le nuove elezioni che si sarebbero dovute tenere lo scorso dicembre. Ma le consultazioni elettorali di dicembre sono saltate. Tuttavia, nonostante la scadenza del mandato, aveva ribadito che avrebbe dovuto proseguire nelle sue attività, fino a quando un’autorità legittimamente eletta dal popolo non si fosse avvicendata al governo di unità nazionale da lui presieduto, così come previsto a Ginevra dalla Comunità Internazionale (processo LPDF). Inoltre, ha dichiarato che la votazione parlamentare di sfiducia era stata truccata ed avrebbe mosso delle accuse sibilline nei confronti di Fathi Bashagha, Khalifa Hafter e del presidente dell’Assemblea parlamentare, Ageela Saleh, secondo lui rei di averlo silurato. Sempre secondo le indiscrezioni, avrebbe anche accusato i tre di essere stati prima acerrimi nemici, ma ora di essere vicini alla Fratellanza Musulmana e ai militari, e tutti insieme starebbero architettando un colpo di stato al fine di impossessarsi del controllo del paese.
In attesa di capire se il presunto tentativo di omicidio a cui è scampato sia autentico, Dbeibah avrebbe richiamato i libici a scendere in piazza, contro le ambizioni dittatoriali e antidemocratiche di chi – a suo dire – mira a governare la Libia, inculcando nelle loro coscienze i ricordi indelebili dell’era del Colonnello Mu’ammar Muhammad Abu Minyar ‘Abd al-Salam al-Qadhdhafi.
E adesso, le dichiarazioni rese alla stampa lasciano presagire una battaglia che è solo all’inizio.
***Ha collaborato Francesca Musacchio