Doppia archiviazione per Carola Rackete a distanza di pochi mesi, per la santificazione si stanno attrezzando. A sinistra intanto si spellano le mani e si danno di gomito. Archiviata l’inchiesta a carico della Capitana della nave Sea Whatch accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Per il gip del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, la Rackete non ha commesso alcun reato entrando in porto a Lampedusa con i naufraghi soccorsi in mare dalla Sea Watch 3. “Dovere di salvataggio previsto dal diritto internazionale del mare”, così recita il provvedimento di archiviazione. Diritto internazionale del mare che però non specifica che i naufraghi debbano approdare tutti, sempre e per forza sulle nostre coste. “Tripoli non poteva essere considerato ‘place of safety’ – scrive la gip Raimondo- quel porto non si può considerare un ‘pos’, cioè un porto sicuro. E neanche la nave Sea Whatch, perché a bordo c’erano persone particolarmente vulnerabili”. E va tutto bene. Ma magari un’altra spiaggetta si trovava. Il punto è che le Ong che bazzicano il Mediterraneo in Italia vanno a colpo sicuro.
E se si mette in mezzo una motovedetta della Guardia di Finanza con una ‘bottarella’ si risolve la questione. Tanto per i giudici italiani non è reato. Prosciolta anche dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e violenza a nave da guerra la comandante tedesca della Sea Watch, lo scorso maggio, sempre dal tribunale da Agrigento. Lo speronamento che mise in atto la Rackete ai danni della motovedetta della Guardia di Finanza nel porto di Lampedusa il 29 giugno del 2019, schiacciando l’imbarcazione dei militari, usciti miracolosamente illesi dall’incidente, e mettendo a rischio anche l’incolumità dei migranti a bordo della sua nave, contro la banchina fu una goliardata in pratica. La riccioletta tedesca ha scherzato.
Quindi doppia assoluzione e ola dei compagni nostrani che esultano ad ogni sentenza. Salvare vite umane è un dovere. E ci mancherebbe. Ma in un Paese civile dovrebbe essere un dovere, della magistratura e prima ancora dello Stato, anche punire la disobbedienza e la resistenza alle forze di Polizia. Ma le sentenze emesse dal tribunale di Agrigento dicono altro. Perché altro finora, purtroppo, pare dica la legge. “E allora se il dovere di Carola Rackete è salvare migranti, il nostro dovere è cambiare la legge perché venga tutelato l’operato delle forze di Polizia nel nostro Paese”, è una furia sui social Manfredi Potenti, deputato della Lega e membro della Commissione Giustizia della Camera. “È per questo che la Lega ha depositato una proposta di legge, a mia prima firma, per punire la disobbedienza e la resistenza a qualunque imbarcazione navale a bordo della quale si trovi personale di Polizia”, spiega nel suo post, elencando i punti della proposta di legge da portare in Parlamento. “Norma ‘anti-Carola'”, come tuona Manfredi che serva da monito per chi vorrà emulare le gesta della Capitana tedesca. Che con l’archiviazione di ieri l’ha fatta franca un’altra volta.
Probabilmente la giustizia italiana non riuscirà a mandare in carcere Matteo Salvini. E l’ha capito. Perché se è vero che salvare vite umane è un dovere, è vero anche che il dovere di un ministro delll’Interno è difendere i confini del proprio Paese. E non riuscendo a condannare Salvini, assolve la Rackete. Alla vigilia di Natale. Proprio un bel regalo. E gli sbarchi continuano.