Ancora un’aggressione, anzi due. Ancora in un carcere. Ancora nel carcere di Firenze Sollicciano. Ancora ai danni degli agenti della Polizia Penitenziaria. Sei i poliziotti finiti in ospedale, martedì scorso, dopo la doppia aggressione da parte di detenuti di origine magrebina. Momenti di violenza inaudita contro i poliziotti, quelli spesso dipinti come brutti, sporchi e cattivi da certa stampa e spesso nel mirino di una certa politica che fa spallucce sulle condizioni in cui sono costretti a lavorare gli agenti all’interno dei penitenziari italiani. E il carcere fiorentino non è purtroppo nuovo ad episodi del genere. A scorrere la cronaca degli ultimi tempi quasi un bollettino di guerra. Un istituto penitenziario che presenta, tra l’altro, anche grosse criticità strutturali che condizionano la vita dei detenuti e il lavoro della Polizia Penitenziaria, come denuncia anche il sito Antigone, dopo una visita effettuata all’interno della struttura lo scorso aprile. “Infiltrazioni, cedimenti strutturali, sprofondamenti delle fondamenta, umidità, crepe, che rendono l’edificio del tutto fatiscente. E al reparto maschile manca addirittura l’acqua calda”, si legge nel report dell’Osservatorio per i diritti e le garanzie del sistema penale.
Potenti: “Nel carcere di Sollicciano situazione esplosiva”
“Preoccupano le violenze a Sollicciano. Martedì, nel giro di poche ore, sei agenti sono finiti al Pronto Soccorso dopo essere stati aggrediti da detenuti. In un caso pugni e calci contro un agente dopo il rifiuto di un detenuto di entrare in cella prolungatosi per più di un’ora, in un altro una camera detentiva data alla fiamma intossicando altri agenti. Quella del carcere di Sollicciano sta diventando una situazione esplosiva a scapito della Polizia Penitenziaria, costretta a lavorare peraltro, con l’inverno che avanza, in mezzo a cedimenti strutturali e infiltrazioni. C’è bisogno che l’Amministrazione Penitenziaria riporti ordine e sicurezza all’interno del carcere prima che si ripetano episodi come quelli di martedì”. Così Manfredi Potenti, deputato toscano della Lega e membro della Commissione Giustizia.
Laura (Uspp): “LaPenitenziaria rischia ogni giorno la vita per 1.500 euro al mese”
Situazione insostenibile quella delle carceri anche per Francesco Laura, vice presidente dell’Uspp, Unione sindacale polizia penitenziaria. “Sono sconcertato. Al carcere di Sollicciano si è compiuta l’ennesima mattanza. Purtroppo devo constatare amaramente che le teste rotte degli agenti della Polizia Penitenziaria si ritengono la normalità, mentre gli atti di violenza dei delinquenti si reputano marginali”, va giù duro Laura. “l garanti dei detenuti, qualche giorno fa, si sono scagliati contro un sistema che prevede capi DAP provenire dalla magistratura – come previsto dalla legge – segno che in Italia la politica pensa più alla sicurezza che alla rieducazione dei soggetti ristretti”, sottolinea il vice presidente dell’Uspp. “Al susseguirsi ininterrotto delle aggressioni dei detenuti nei confronti degli agenti di Polizia Penitenziaria, senza che la politica muova un dito per interrompere questa escalation di violenza, io ritengo fallimentare lo stesso sistema penitenziario criticato dai garanti, ma con l’obiettivo di restituire al carcere quella sua funzione rieducativa che passa anche attraverso il rispetto delle regole penitenziarie e del vivere civile e pacifico, che se vengono disonorate deve prevedere conseguenze penali e disciplinari significative. Oggi lo Stato, di fronte a questi episodi di violenza, non fornisce risposte adeguate e i detenuti manifestano la loro refrattarietà alle regole di vita in carcere e, quindi, alle regole della pacifica convivenza al di fuori di esso. Tutto ciò – conclude Laura – si deve al colpevole pensiero dominante del politicamente corretto, che ha consentito di creare un modello custodiale fragile, inutile e, per questo, fallimentare, sia per la risocializzazione di questi violenti sia per l’effettività della misura restrittiva della libertà personale a cui essi dovrebbero essere sottoposti. E, intanto, a pagarne il prezzo più alto è il personale di Polizia Penitenziaria che rischia ogni giorno la vita per 1.500 euro al mese“.