Quest’anno la ricorrenza ebraica dello Yom Kippur sarà dedicata all’espiazione ma non senza timori dovuti alle crescenti minacce di Hezbollah. Anche lo spazio aereo di Israele è stato chiuso per 29 ore per tutti i voli, un provvedimento che non sorprende, ma deciso anche in concomitanza con l’accrescersi delle tensioni al confine nord dello Stato ebraico.
E’ noto che Hezbollah ha incrementato la produzione di missili ad alta precisione e, il bombardamento di ieri nella zona del confine siro-iracheno che ha distrutto due trasporti di materiale bellico diretti, presumibilmente, verso la zona del Golan, ne sono un’ulteriore conferma. L’Iran continua a rifornire i miliziani sciiti di pezzi idonei all’assemblaggio di vettori di precisione muniti di cariche ad alto potenziale.
La ricerca del consenso nella crisi libanese
Hezbollah, in concomitanza con la formazione del nuovo governo libanese, tenta di accrescere il consenso tra la popolazione e, in parallelo, rafforza le sue postazioni al confine sud del Paese e nel Golan.
Ieri nel porto di Beirut ha attraccato la seconda nave cisterna con il carburante proveniente dall’Iran, e l’arrivo è stato ampiamente rivendicato da Hassan Nasrallah con un discorso sull’emittente Al Manar con il quale ha inteso rivolgersi alla popolazione libanese in funzione di salvatore della patria.
L’alleanza, di fatto, con Teheran e Damasco, non cessa di agevolare le operazioni di ammodernamento e rifornimento di materiale bellico e l’establishment di Gerusalemme ne è conscio.
Israele, si vis pacem, para bellum
Israele, infatti, si prepara a un eventuale conflitto, sempre più probabile, con i terroristi sciiti.
Nelle scorse settimane l’IDF ha simulato una settimana di combattimenti nel nord utilizzando tecnologie avanzate per replicare scenari di combattimento reali in territorio israeliano e libanese.
Proprio in territorio libanese, come peraltro avevamo già segnalato, Hezbollah dispone di un arsenale di un centinaio di missili ad alta precisione e di centinaia di miliziani ben armati e, lo Yom Kippur, come già storicamente sperimentato, si presta ad azioni improvvise.
Per questo motivo, il sistema di difesa israeliano è stato rafforzato nei pressi del nord del Paese per la preoccupazione che, durante la Ricorrenza sacra, Hezbollah proverà ad attaccare siti civili e militari.
L’offensiva dal mare
Con l’accrescersi delle tensioni, la Marina militare israeliana avrebbe pianificato un attacco nelle prime ore dell’eventuale conflitto, in concomitanza con la parallela eliminazione via terra dei target confinari con Siria e Libano.
La Marina ha istituito un proprio comando distaccato allo scopo di creare una capacità indipendente di rilevamento e successiva eliminazione degli obiettivi. Inoltre, in caso di conflitto, è prevista la contemporanea chiusura dei porti israeliani per privare Hezbollah di obiettivi “abbordabili” dal mare come d’altronde, sono state rinforzate le misure. Difesa delle piattaforme offshore per l’estrazione di gasi nel mare al nord di Israele, obiettivi da sempre nel mirino dei fanatici di Hezbollah.
Solo un’offensiva su vasta scala, da parte delle Forze israeliane, consentirebbe di ridurre ai minimi termini le possibilità di reazione dei miliziani sciiti pur nella consapevolezza di non poter eliminare definitamente la minaccia, ma di dare respiro alle popolazioni ebraiche stanziate nel nord Israele e di consolidare ulteriormente le difese terrestri.
La guerra non ortodossa potrebbe poi fare il resto.