Ora Soros dopo aver sottovalutato l’impatto con la Cina di Xi Jinping che sta affermando il principio – all’interno della società cinese – del “mercato sorvegliato” dal centralismo democratico come “religione comunista di stato“, dove i due cardini fondamentali di una società libera e aperta come “proprietà privata e proprietà intellettuale non sono garantite“ non vengono garantiti, mettendo così in discussione tutto l’impianto della strategia della globalizzazione formatasi in questi anni a Davos.
Ora i tifosi di Davos implorano l’America debole – dopo aver massacrato in tutti i modi la politica del “prima l’America“ dì Trump – fanno appello impauriti finché negli Usa le forze politiche mantengano nei confronti della Cina di Xi Jinping una postura unitaria.
Cosa può succedere a questo punto in Europa? Sicuramente la prima vittima ad essere sacrificata sarà la storica politica della Merkel, espressione delle strategie globaliste centrate sull’ottimizzazione, oltre i parametri europei della sua “bilancia commerciale“, che gli consentiva “di imporre la sua catena di comando“ su tutti i paesi della Ue.
Austerità, delocalizzazione industriale selvaggia con annesso trasferimento di tecnologie sensibili, ingegnierizzazione finanziaria delle politiche ecologiche – certificati verdi e bianchi- hanno rappresentato è ancora rappresentano i cardini di vantaggio imponenente per il nazicomunismo cinese di Xi Jinping.
La parentesi del “virus cinese “ non ha mai trovato il giusto approfondimento che si collocasse in questo orizzonte. Continua a leggere
***di Pietro Imberti per il Nuovo Giornale Nazionale