Venerdì Hezbollah ha nuovamente bombardato Israele dal Libano, ma questa volta i civili locali sono insorti contro i miliziani sciiti colpevoli di utilizzare gli insediamenti drusi come basi per il lancio dei razzi.
I terroristi di Hezbollah avevano preso di mira gli agglomerati civili israeliani lanciando 19 razzi da rampe mobili posizionate in agglomerati urbani minori nell’area meridionale del Libano.
Il sistema antimissile Iron Dome delle Forze armate di Israele ha intercettato 10 razzi mentre altri 6 sono caduti in aree aperte in territorio israeliano e 2 a cavallo del confine, in territorio libanese.
Non risultano feriti né tantomeno danni alle infrastrutture civili, ma questa volta, la vile azione di Hezbollah non è rimasta impunita. Infatti, oltre che a scatenare le salve di artiglieria delle batterie dell’Israel defence force, i terroristi sciiti hanno dovuto fare i conti con la reazione della popolazione libanese, in particolare dei drusi.
Alcuni convogli che montavano le rampe di lancio, infatti, sono stati aggrediti e fermati dai residenti civili esasperati dalla continua arroganza di Hezbollah e dai danni collaterali provocati sia dai lanci corti dei miliziani sciiti che dall’ovvia reazione di Israele.
I razzi da 122 mm lanciati dal Libano, hanno costretto i residenti di diverse città di confine nei pressi delle alture del Golan e della Galilea Panhandle a rifugiarsi nei rifugi.
Israele ha risposto con attacchi di artiglieria sul lato libanese di Shebaa Farms e fuori dalla città di Kfar Shouba.
Il gruppo terroristico Hezbollah si è immediatamente assunto la responsabilità del lancio di razzi, la salva più pesante dalla Seconda guerra del Libano del 2006.
Il vice del gruppo, Naim Qassem, ha dichiarato ai giornalisti che sebbene Hezbollah non intenda accrescere la crisi e la relativa escalation con Israele, i miliziani sono “pronti a rispondere” se le forze di Gerusalemme dovessero colpire nuovamente il territorio libanese.
L’ex primo ministro libanese Sa’ad Hariri ha invece condannato l’utilizzo del Libano meridionale come “piattaforma per i conflitti regionali”, aggiungendo che “il Libano non è parte dello scontro iraniano-israeliano per i fatti nel Mar dell’Oman”.
Israele, pur riservandosi di adottare misure più pesanti contro la minaccia permanente proveniente da Libano e Siria, al momento si è posto in posizione attendista.
La reazione della popolazione civile libanese, unita all’intervento dei militari di Beirut, potrebbero aprire spiragli su un isolamento delle milizie di Hezbollah.
Il capo della comunità drusa, o sceicco Mowafaq Tarif ha condannato il tentativo di Hezbollah di utilizzare i villaggi drusi come piattaforme di lancio per i missili contro Israele, ben consapevoli di mettere a rischio la popolazione locale.
Di fatto uno sconsiderato uso di scudi umani da parte dei miliziani sciiti che ha indotto lo Sheikh Tarif ad affermare che l’Iran per il tramite dell’Hezbollah libanese intende coinvolgere il sud del Libano e la popolazione in un conflitto contro Israele dagli esiti drammatici per i civili drusi.
Tarif, inoltre, ha avuto parole di elogio per i drusi libanesi per l’impegno profuso nell’opposizione alla presenza negli insediamenti dai miliziani di Hezbollah, definiti come terroristi.
A seguito dei fatti di venerdì e al termine di un incontro avvenuto a Teheran tra il capo delle Guardie rivoluzionarie, Hussein Salami, e il numero due di Hezbollah, Naim Qassem, l’Iran ha inteso rivolgere un messaggio a Israele: “L’ultima mossa di Hezbollah in risposta all’aggressione dell’esercito sionista ha dimostrato al nuovo Primo Ministro (israeliano ndr.) che l’equazione della risposta non è cambiata”.
E, nella serata di oggi, il leader dell’organizzazione terroristica di Hezbollah, Hassan Nasrallah, dopo l’input ricevuto dall’Iran, ha parlato n diretta in diretta alla televisione libanese minacciando che “Qualsiasi attacco aereo sul territorio libanese (da parte di Israele) porterà a una risposta sicura”.