Gli Usa ripartono con un boom delle nascite. Mentre i tassi di natalità italiani sono al minimo storico, l’America si prepara a una vera e propria sorpresa post covid. La dottoressa Molly Stout, direttrice di medicina materno-fetale presso il Michigan Medicine Von Voigtlander Women’s Hospital, ad Ann Arbor, dopo una’analisi dei tassi di natalità osservato durante la prima parte della pandemia di Covid-19, ha notato che la rotta sta per essere invertita. Utilizzando un sistema di modellizzazione basato sui dati del Michigan Medicine, il team di Stout ha scoperto che le gravidanze sono aumentate da 4.100 nel 2017 a 4.620 nel 2020.
Tra novembre 2020 e la primavera del 2021, tuttavia, sono diminuiti di circa il 14%. I ricercatori hanno attribuito il calo dei concepimenti alle restrizioni legate alla pandemia che sono iniziate a marzo 2020. Ora, il sistema di modellizzazione suggerisce che durante l’estate e l’autunno del 2021 ci saranno dal 10% al 15% in più di nascite di quanto ci si aspetterebbe normalmente, secondo il rapporto pubblicato online il 3 giugno su JAMA Network Open.
“Ciò che abbiamo dimostrato è che attraverso la modellizzazione delle gravidanze all’interno di un sistema sanitario, possiamo proiettare aumenti e diminuzioni del tasso di natalità associati ai principali cambiamenti sociali”, ha affermato Stout in un comunicato stampa del Michigan Medicine sottolineando che i principali cambiamenti sociali sembrano influenzare le scelte riproduttive, la crescita della popolazione e i tassi di fertilità. Ha citato come esempi la pandemia influenzale del 1918, la Grande Depressione del 1929 e la recessione del 2008. “Di solito, vediamo gli effetti dei tassi di natalità e mortalità solo quando si verificano i cambiamenti – ha dichiarato Stout – Con questa metodologia, possiamo proiettare con precisione i tassi di natalità previsti prima dei cambiamenti effettivi”.
Essere in grado di prevedere le tendenze delle nascite può sembrare una superflua analisi, ma questi dati possono aiutare i sistemi sanitari a pianificare meglio le esigenze di travaglio e parto.
Gli esperti suggeriscono che il calo delle gravidanze dopo i blocchi legati alla pandemia nel marzo 2020 potrebbero essere dovuti a diversi fattori, tra questi l’incertezza economica, la mancanza di assistenza all’infanzia o altri sistemi di supporto, l’impatto sulle donne lavoratrici e il rinvio delle cure riproduttive e della fertilità.