Dopo i viaggi di lusso dei leader di Hamas a Doha, spuntano gli acquisti di gioielli. Tutto per la causa palestinese? Mentre continua la raccolta di elemosine per l’organizzazione terroristica Hamas, non scevra da incidenti di percorso e dalle dubbie devoluzioni, il gruppo terroristico si concederebbe svaghi parecchio costosi.
Khaled Meshaal, appunto uno dei leader del gruppo, nonostante l’allerta per le condizioni di salute che potrebbero precipitare da un momento all’altro, il 16 maggio scorso avrebbe fatto shopping presso la gioielleria di una nota catena parigina, sempre a Doha, acquistando monili non certo a buon mercato, per un valore complessivo di 142.697.00 Qatar/Rial, corrispondenti a 32.816,17 euro con fattura intestata a tale “Khalid Abd al rahman Ismail Abd al Qader Meshal “, il nome completo del leader di Hamas.
Il popolo della Striscia di Gaza sarà sicuramente al corrente degli stenti sofferti dai leader della “resistenza”, impegnatissimi a condividere “l’assedio” e le privazioni subite durante le attività di ricerca di fondi da devolvere ai palestinesi.
Le recenti trasferte a Doha di Ismail Hanyeh e Khaled Meshaal, leader del gruppo, hanno portato con sè un seguito di polemiche in relazione proprio alle spese folli sostenute dai due capipopolo in vacanza stellata in Qatar.
E adesso, a peggiorare la situazione, si sarebbero pure le spese sostenute da Meshaal. A nulla, quindi, sono serviti i rimbrotti di Teheran che ha duramente contestato l’avvenuta diffusione di documenti “riservati” relativi ai costi delle trasferte dei leader di Hamas. Uno sfogo, quello degli iraniani, che la dice lunga sui rapporti intercorrenti tra l’organizzazione terroristica e l’Iran.
A tale proposito, in settimana, si era espresso Yahya al-Sinwar, capo del movimento di Hamas per la Striscia di Gaza sottolineando, in un video, che “ci sono arabi e musulmani che sostengono generosamente la resistenza con grandi capacità, ma non possiamo fare i loro nomi”. Non importa, a questo ci pensiamo anche noi.
Ma il discorso di Sinwar è proseguito con l’incitamento ai miliziani e ai seguaci di Hamas di rispettare con Israele “l’ultimatum che scadrà mercoledì 9 giugno a mezzanotte”, limite “imposto” per far giungere a Gaza “i soldi del Qatar o di Tel Aviv”. In caso contrario “Gerusalemme e Haifa non sopravviveranno ai nostri missili, tutte le altre città vivono nel panico da 20 anni e sanno cosa le aspetta”.
Hamas, dopo il soggiorno stellato a Doha, a Gaza lancia il reclutamento di volontari tra 17 e 25 anni
Così, mentre il leader politico dell’organizzazione, Ismail Hanyeh, è arrivato in Turchia per elemosinare altri fondi, le Brigate Ezz ed dine al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno aperto le porte al reclutamento di volontari tra i 17 e i 25 anni. I manifesti pubblicati di recente da organizzazioni militanti a Gaza, hanno avuto origine dal notevole sostegno ai gruppi terroristici successivo agli 11 giorni di scontri con Israele e dai proclami dei leader, sempre pronti a fomentare le folle da Ramallah a Gaza e fino alla Capitale israeliana, Gerusalemme. Uno sporco gioco che mira a destabilizzare Abu Mazen e il partito Fatah per prendere il controllo totale dei territori circostanti a Israele con l’aiuto insostituibile di Teheran e della Siria.
La “gita” di Hezbollah sul Golan ‘pizzicata’ da Israele
Un ausilio non senza sorprese, quello fornito ai nemici di Israele. Infatti, il Presidente siriano, Bashar Al Assad, ha ordinato la sostituzione della maggior parte dei comandanti del primo corpo dell’esercito siriano incaricati della zona di confine con Israele. Questo dopo che l’IDF ha sparso volantini nei villaggi del sud della Siria, e vicino al confine nel Golan, documentando una “gita” vicino al confine di uno dei responsabili delle attività di Hezbollah nel sud della Siria, Jawad Hashem, figura di comando centrale dell’Iran e di Hezbollah nel sud della Siria. Durante il tour, Hashem ha girato con ufficiali dell’esercito siriano vicino al confine, tentando di sporgere il naso dalla parte israeliana in modo assai losco. Puntualmente, le forze israeliane hanno ripreso con le telecamere i movimenti degli improvvisati turisti. E alcuni di questi fotogrammi sono stati stampati su volantini e lanciati oltre confine. Ma si sa, in una guerra gli esiti imprevedibili, lasciare tracce evidenti delle tattiche utilizzate pone a serio rischio l’intera strategia.