Mario Draghi prende letteralmente a sberle Erdogan definendolo un dittatore. Senza mezzi termini, con una nettezza che ha lasciato di stucco. L’occasione è stata offerta da una domanda posta da un giornalista durante la conferenza stampa di oggi pomeriggio, 8 aprile 2021, sull’incidente diplomatico accaduto a Ursula von der Leyen. Il presidente della Commissione europea, durante la visita in Turchia dove è arrivata insieme al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è di fatto rimasta senza sedia d’onore a differenza degli altri due interlocutori, appunto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e lo stesso Michel.
E Draghi non si è lasciato sfuggire l’occasione per esprimere la sua opinione sull’accaduto e su Erdogan: “Chiamiamoli per quelli che sono – ha detto – con questi dittatori, di cui però si ha bisogno, per collaborare uno deve essere franco nell’esprimere la propria diversità di vedute e anche pronto a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese. Bisogna trovare l’equilibrio giusto”.
Un attacco ruvido, diretto, che è stato accompagnato anche dalle parole di solidarietà rivolte alla Von der Leyen : “Erdogan è un dittatore di cui si ha bisogno. Non condivido affatto il comportamento di Erdogan. E’ stato un comportamento di cui mi dispiace moltissimo per l’umiliazione che la presidente della Commissione Ue, Von der Leyen, ha dovuto subire”, ha aggiunto il presidente del Consiglio italiano.
Forse mai, prima di oggi, un capo di governo europeo si era espresso con tanta nettezza nei confronti del Sultano. Pur condannando le continue violazioni dei diritti umani e altri atteggiamenti alquanto discutibili tenuti dal presidente turco, ad esempio in Libia, l’atteggiamento ipocrita, mascherato da diplomazia, ha sempre prevalso in Europa e non solo.
Adesso, però, Draghi ha sdoganato anche questo: si può chiamare dittatore anche un capo di Stato o di governo che, nonostante sia stato eletto con elezioni regolari (?), ogni giorno nel suo Paese annulla un pezzo di democrazia.