Chi è Ahmad Al Aliwi Alissa, il ventunenne di origine siriana arrestato e sospettato dell’uccisione di 10 persone in Colorado (USA)?
Non si placa la rabbia dei cittadini di Boulder, dove lunedì sera sono state barbaramente uccise 10 persone mentre facevano la spesa in un supermercato della tranquilla cittadina che dista appena 40 chilometri da Denver.
Denny Strong (20), Neven Stanisic (23), Rikki Olds (25), Tralona Bartkowiak (49), Suzanne Fountain (59), Teri Leiker (51), l’Ufficiale di Polizia Eric Talley (51), Kevin Mahoney (61), Lynn Murray (62), Jody Waters (65), questi sono i nomi delle vittime che sono cadute nel negozio di alimentari della nota catena King Soopers sotto i colpi incessanti dell’AR-556, un fucile d’assalto semiautomatico di produzione americana simile all’AR-15 e in libera vendita al pubblico.
Nemmeno il tempo di celebrare la messa in suffragio di coloro che hanno perso la vita lo scorso 18 marzo nella sparatoria in un’area massaggi nei pressi di Atlanta, che sui media di tutto il mondo viene battuta la notizia di questo ulteriore spargimento di sangue in terra americana. Il presidente Joe Biden coglie l’occasione per un nuovo appello a vietare la vendita delle armi d’assalto tal quale il fucile semiautomatico usato in questo ultimo eccidio.
Ma questa tipologia di eventi, così dette “sparatorie di massa” non sono così rare in Colorado. Sono ancora vivi i ricordi dell’assalto del 1999 alla Columbine High School a Littleton o gli omicidi del teatro Aurora del 2012 a Westword. Il tragico incidente di Boulder è stato in realtà la sedicesima sparatoria di massa nello stato nell’ultimo anno e mezzo, una media di poco meno di uno al mese. Undici di questi si sono verificati nella metropolitana di Denver.
In USA ci sono diversi web db che raccolgono i dati delle sparatorie di massa, come il Gun Violence Archive, oppure il Mass Shooting Tracker o ancora ci sono altre organizzazioni come la Rand Corporation che tratta di questa tipologia di eventi.
Erano da poco passate le 14.30 quando la prima segnalazione alle forze dell’ordine comunica la presenza di un uomo armato che sta sparando nei pressi del negozio di King Soopers. I testimoni hanno raccontato di un uomo armato di una pistola nera simile ad un AR-15 e che indossava blue jeans e forse un corpetto antiproiettile. Alcuni dipendenti del negozio hanno riferito che l’assaltatore ha sparato ad un uomo più volte fuori dal negozio prima di entrare nel supermercato. Un’altra persona è stata trovata uccisa all’interno di un’auto.
I clienti fuggivano all’impazzata nel tentativo di cercare un riparo, in diversi si sono nascosti all’interno del supermercato mentre l’uomo armato sparava sui clienti, alcuni sono fuggiti mettendosi in salvo dalla rampa di carico nel retro del magazzino, altri ancora si sono rifugiati nei negozi vicini. I corpi d’assalto dello SWAT si sono avvicinati lentamente al supermercato, da cui si notavano le finestre in frantumi, proteggendo le persone atterrite che venivano scortate lontano dagli edifici interessati dalla sparatoria.
Riverso a terra è stato trovato anche l’ufficiale di polizia, Eric Talley, 51 anni, che è stato il primo ad intervenire all’interno del negozio cercando di fermare l’assalitore. L’uomo, padre di 7 figli, è stato descritto come una persona devota alla famiglia che non aveva paura di morire e che amava il proprio lavoro.
Ad essere fermato dopo il tentativo di fuga in cui è stato ferito ad una gamba, è Ahmad Al Aliwi Alissa, un ragazzo di 21 anni, musulmano di origini siriane, che al momento dell’arresto indossava solo un paio di pantaloncini corti. Gli inquirenti riferiscono che avesse lasciato le armi – l’AR-15 e un’altra pistola semiautomatica – l’uniforme tattica ed i vestiti insanguinati all’interno del supermercato prima di darsi alla fuga. L’uomo è stato poi trasferito nella prigione della contea con l’accusa di omicidio dopo essere stato curato in ospedale.
L’intervento delle forze dell’ordine è stato immediato, composto ed organizzato. Le registrazioni delle comunicazioni della polizia, rilasciate sulla scia del tragico incidente, rivelano che il tempo totale trascorso tra la prima chiamata e la presa in custodia del sospetto è stato di poco più di cinquanta minuti. La lezione è stata appresa dopo i fatti sconvolgenti dell’assalto del 1999 alla Columbine High School, dove la polizia impiegò ore per mettere in sicurezza l’edificio, e il ritardo quasi certamente portò l’insegnante Dave Sanders a morire dissanguato in attesa di aiuto.
Subito dopo la sparatoria gli investigatori hanno perquisito la casa del sospettato ad Armada, un sobborgo di Denver, un edificio di medio tenore a due piani con un grande garage forse di proprietà del padre di Alissa. Gli abitanti del quartiere sono rimasti scossi da questi avvenimenti e dal fatto che il sospettato vivesse nell’isolato.
Sua cognata riferisce agli investigatori di aver visto Alissa giocare in giardino qualche giorno prima impugnando un’arma che somigliava a quella utilizzata nella sparatoria.
Sua sorella, di 9 anni più grande, ne parla come di una persona gentile e tranquilla. Suo fratello Ali invece, di 13 anni più grande, lo descrive come una persona schiva, antisociale, paranoico e malato di mente. Ali racconta che una volta Ahmad, mentre era a pranzo in un ristorante con la sorella, affermò che c’erano delle persone che lo stavano seguendo nel parcheggio ma quando lei uscì non vide nessuno. Ancora il fratello racconta che Ahmad, già dalle scuole superiori dove è stato vittima di bullismo, accusasse manie di persecuzione e che avesse sempre paura di essere seguito da qualcuno.
Sul suo profilo Facebook Alissa ha spesso dato da vedere di essere contro i matrimoni gay, l’aborto e contro l’ex-Presidente Trump e la sua politica dell’immigrazione. Ha talvolta inneggiato all’Islam e pubblicato post sulle arti marziali in particolare il ju-jitsu e il kickboxing.
Alissa si interessa di ingegneria informatica e da marzo 2015 a maggio 2018 ha frequentato la Arvada West High School dove si è diplomato. Nel 2017 è stato arrestato per aver aggredito prendendolo a pugni un suo compagno di classe che lo aveva preso in giro qualche tempo prima con frasi offensive di natura razziale.
Angel Hernandez, un suo ex-compagno di squadra, racconta che l’allenatore cacciò Alissa dalla squadra dopo che inveì con frasi minacciose di morte rivolte agli avversari dopo una sconfitta in una competizione.
Dice ancora Hernandez che Alissa “… quando si arrabbia, è come se qualcosa prendesse il sopravvento e non è più la stessa persona. Non c’è modo di fermarlo a quel punto …”. I suoi compagni raccontavano anche loro, così come il fratello Ali, che a volte Alissa si comportava in un modo strano voltandosi improvvisamente e controllandosi sempre alle spalle dicendo “… L’hai visto? L’hai visto? …”, “abbiamo sempre pensato ci prendesse in giro”.
Nel 2019 ha pubblicato su Facebook un post dove affermava “… Sì, se queste persone islamofobiche razziste smettessero di hackerare il mio telefono e mi permettessero di avere una vita normale, probabilmente potrei …”, non si capisce cosa intendesse realmente.
Il 22 marzo è stato arrestato con l’accusa di omicidio di primo grado per aver ucciso 10 persone al King Soopers. Durante l’interrogatorio si è rifiutato di rispondere agli inquirenti chiedendo di conferire con la madre.
Alissa acquistò il fucile AR-556, con cui si sospetta abbia ucciso le vittime del supermercato, il 16 marzo, 4 giorni dopo che un’ordinanza cittadina che proibiva la vendita di armi di quel tipo venisse revocata da un giudice del Tribunale distrettuale di Boulder. L’ordinanza cittadina venne approvata all’indomani della sparatoria di massa del 2018 alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida, dove morirono 17 persone. Il giudice, probabilmente sostenuto dalle lobby delle armi, ha revocato l’ordinanza sostenendo che una legge dello stato del Colorado impedisce alle città locali di legiferare in materia.
Ci sono molti punti oscuri nella vicenda secondo gli inquirenti, sembra non esserci un movente, e alla fine temono possa essere usata la circostanza della malattia di mente per alleggerire la pena che deriva dai casi di omicidio di primo grado e strage come questo.
È insolito, inoltre, che vicende come quella descritta si concludano in questo modo. Alcuni esperti di antiterrorismo affermano che talvolta l’assalitore che commette una strage di massa, alla fine si suicidi, invece che fuggire, arrendersi e farsi arrestare.
Ed è strano che non ci siano complici, magari potrebbe essere stato manipolato visto che chi lo conosceva continua a dire soffriva di manie depressive e persecutorie, che è noto talvolta sconfinino in episodi di violenza estrema.
Di certo è che il presidente Joe Biden userà la vicenda per portare avanti il progetto, già ampiamente discusso durante l’era Obama, di ostacolare la vendita “facile” delle armi eseguendo maggiori e più serrati controlli sugli acquirenti. Sarà un percorso difficile da affrontare in Senato dove la maggioranza democratica è più risicata.