In Austria l’intelligence ha fallito e adesso bisogna riformarla. Dopo l’attacco terroristico di matrice islamista a Vienna, avvenuto lo scorso novembre e che ha causato la morte di quattro persone e il ferimento di altre 23, l’Ufficio per la protezione della Costituzione e la lotta al terrorismo (Bvt) finisce sotto accusa e il governo annuncia una riforma radicale.
Austria: l’intelligence inchiodata da un rapporto della Commissione d’inchiesta
Ad inchiodare i servizi segreti è arrivato un rapporto ufficiale della Commissione d’inchiesta che indaga sui fatti di Vienna e che avrebbe rilevato omissioni e errori non solo nella valutazione del rischio, ma anche nelle attività di controspionaggio che hanno preceduto l’attacco del 2 novembre scorso. Il rapporto, su quello che è stato definito il “peggior attacco terroristico” avvenuto in Austria da decenni, elenca una serie di fallimenti del Bvt che avrebbero consentito all’attentatore, poi ucciso dalla polizia, di organizzare l’azione e di portarla a termine aprendo il fuoco nel centro storico di Vienna e uccidendo 4 persone. Il responsabile era noto all’intelligence.
Si trattava, infatti, di Kujtim Fejzulai, 20enne cittadino austriaco di origine albanese, simpatizzante dell’Isis e rilasciato prematuramente dal carcere dopo aver scontato una pena per reati di terrorismo. Aveva anche tentato, senza riuscirvi, di recarsi in Siria per unirsi all’Isis. Intorno alle 20 del 2 novembre dunque, Fejzulai, armato di fucile, pistola e machete, arriva nel centro di Vienna, nei pressi della Sinagoga, e apre il fuoco in direzione della folla prendendo di mira i locali gremiti di viennesi che approfittavano dell’ultima notte di libertà prima del coprifuoco stabilito a causa della pandemia e che sarebbe scattato a mezzanotte.
Viene neutralizzato dalla Polizia solo dopo diversi minuti dalla prima segnalazione.
Quanto avvenuto, dunque, sarebbe il frutto di una serie di errori commessi dal Bvt che, secondo il rapporto, tra le altre cose ha gravi carenze comunicative con le altre agenzie di intelligence e soprattutto con i vari distaccamenti dello stesso Btv, e manca di un database centralizzato digitalizzato che possa consentire di incrociare i dati sulle persone di interesse. L’attacco di Fejzulai, dunque, si sarebbe forse potuto evitare. Stando a quanto emerso, infatti, il 20enne avrebbe cercato di procurarsi munizioni prima dell’attacco e la notizia sarebbe arrivata ai servizi viennesi dall’intelligence slovacca.
In Austria parte la riforma dell’intelligence
Adesso, quindi, il governo vuole riformare il Btv in modo radicale. L’attacco a Vienna ha scosso il Paese e l’intera Europa soprattutto a causa di una serie di attentati che, nei mesi precedenti, avevano colpito Nizza e Parigi. Il rischio concreto di una nuova ondata di attacchi terroristici di matrice islamista, dunque, ha costretto l’Austria a mettere mano alla riorganizzazione dei servizi segreti. Il ministro dell’Interno, Karl Nehammer, ha parlato di un “progetto di riforma del controspionaggio” e una “nuova struttura organizzativa” dell’intelligence che sarà pronta entro un anno. “Il nuovo Bvt sarà davvero completamente rinnovato”, ha detto in conferenza stampa dopo la pubblicazione del rapporto della Commissione che invita a procedere “senza indugio e in modo trasparente”.