Israele vola sui vaccini contro il covid 19. Con oltre 2,5 milioni di vaccinati contro il coronavirus su 9 milioni di abitanti e l’avvio della campagna anche sugli adolescenti in età compresa tra i 16 e i 18 anni allo scopo di garantire il ritorno a scuola il prima possibile e sostenere gli esami nei tempi previsti, Israele marcia spedito nell’attuazione del piano vaccinale mantenendo ancora il primato mondiale di immunizzati in base alla popolazione.
Ad un mese di distanza ( il 20 dicembre scorso è partita la campagna vaccinale), il Paese punta alla completa immunità entro marzo grazie al fatto di essersi assicurato un enorme quantitativo del vaccino Pfizer-BioNTech, impegnandosi inoltre a condividere rapidamente con la casa produttrice i dati sull’impatto del vaccino sulla popolazione e nella lotta alla diffusione del coronavirus. Un aspetto che ha sollevato qualche polemica sulla privacy a rischio dei cittadini quando Pfizer-BioNTech riceverà i dati sulla risposta all’inoculazione del siero. Ma le autorità israeliane hanno assicurato che tutte le informazioni saranno trasmesse in forma anonima e non comprenderanno i dati personali delle persone.
Israele ha iniziato a somministrare i vaccini il 20 dicembre scorso, iniziando dagli operatori sanitari e procedendo rapidamente sino a raggiungere gli anziani e gruppi di malati a rischio, arrivando così in breve tempo a persone di età inferiore.
E mentre il numero di nuovi casi covid 19 è in diminuzione da diversi giorni, quello di pazienti ricoverati in gravi condizioni e sottoposti alla ventilazione polmonare, così come le morti quotidiane, è ancora elevato. Sabato, ha spiegato il ministero della Salute, 2.394 persone sono risultate positive al covid – circa l’8% di quelle sottoposte a screening – anche se il numero di test effettuati è stato significativamente inferiore alla media, con 30.832 tamponi eseguiti. Circa 1.228 persone, infatti, sono attualmente in gravi condizioni, rispetto alle 1.171 di sabato e alle 1.128 di venerdì. Almeno 316 pazienti hanno bisogno della ventilazione polmonare e il bilancio delle vittime è di 4.361. Dall’inizio del mese 1.000 israeliani sono morti a causa della pandemia.
Israele procede spedito con i vaccini ma blinda i confini: chiuso l’aeroporto Ben-Gurion a Tel Aviv
L’aeroporto internazionale di Ben-Gurion chiuderà completamente dalla mezzanotte di oggi (lunedì 25 gennaio) fino alla fine del mese. La decisione del governo è legata alla preoccupazione per la diffusione di varianti del covid 19, da quella inglese a quella sudafricana sino a quella californiana rilevata domenica dalle autorità sanitarie israeliane, che potrebbero compromettere anche la campagna vaccinale in atto a causa di una maggiore capacità del virus di diffondersi e anche di una maggiore letalità.
E dunque, Israele blinda i confini impendendo il transito di viaggiatori sia in entrata che in uscita dal Paese. Bloccato anche l’ingresso degli immigrati ebrei che fanno l’aliyah, in base alla Legge sul Ritorno, e che per la prima volta nella storia del Paese è stata interrotta. Secondo le disposizioni del governo, nessun aereo straniero potrà entrare in Israele, ad eccezione di aerei cargo, aerei antincendio e voli dedicati all’evacuazione medica. Inoltre, le licenze delle compagnie aeree israeliane sono state temporaneamente sospese e a nessuno sarà consentito lasciare il Paese se non per casi eccezionali che verranno valutate e approvate dagli organi preposti.
Sulla diffusione delle varianti del covid 19 nel Paese, quella inglese sarebbe già comune tra i pazienti. Nachman Ash, commissario per il coronavirus, ha riferito che la scorsa settimana è stata rilevata nel 30-40% di nuovi positivi. Ma la preoccupazione degli esperti riguarda la diffusione della variante sudafricana, di cui sarebbero stati individuati già 27 casi. Questa mutazione è considerata particolarmente preoccupante da alcuni esperti che temono possa essere in qualche modo resistente al vaccino.