Terrorismo: Francesca Musacchio “146 foreign fighter italiani con illusione di un mondo migliore”.
“Dopo la caduta del Califfato e la sconfitta militare, ultimamente il fenomeno degli italiani che partono per combattere e arruolarsi con l’Isis, ha subito una battuta d’arresto. In tutto, sono 146 gli italiani foreign fighter. Ma attenzione, è una lista di nomi che la nostra intelligence ha da quando è nato il fenomeno Isis, intorno al 2014. E’ un contesto davvero complicato e le notizie che filtrano sono poche”. Così all’Adnkronos la giornalista Francesca Musacchio, esperta di terrorismo internazionale di matrice islamista commenta dopo l’arresto del foreign fighter italiano in Turchia. “Qualcuno di questi 146 è sicuramente morto – spiega – altri non si sa bene che fine abbiano fatto, se sono stati uccisi o catturati e reclusi in qualche carcere della Siria. Dopo la fine del califfato c’è stato un fuggi fuggi generale, c’è chi è riuscito a tornare nei paesi di origine, chi non ha gli agganci giusto per farlo. Come un cittadino italiano possa sposare la causa Isis? Sono molti gli analisti che si dedicano a questo tema – dice la giornalista – In alcuni casi, come il 24enne rintracciato nei pressi di Idlib, si convertono da giovani. Di solito si tratta di soggetti fragili, con problematiche, che trovano nell’ideologia dell’Isis, in base alla propaganda cui hanno assistito su internet, un’illusione, il sogno di poter trovare un posto bello, un mondo migliore dove si vive meglio. Ma spesso, quando poi arrivano lì, ad accoglierli c’è tutt’altro: violenza e nessuna giustizia. Il problema – spiega ancora Musacchio – è che poi non si può tornare più indietro. Non escludo che il gruppo terroristico possa tornare sotto un nuovo nome, anche se il brand ‘Isis’ ancora funziona”.
“Sono anche molte le donne europee che sposano la causa, qualcuna anche italiana. Donne che hanno seguito i loro mariti e che – secondo la giornalista – hanno deciso di fare le mogli del combattente, allevare e crescere i figli come futuri miliziani e che spesso subiscono violenze e sottomissioni. L’Isis e la Jihad sono scomparse? Assolutamente no – afferma – ci sono diversi elementi che fanno pensare ad una loro riorganizzazione. Nel Sahel, l’Isis è ancora presente con gruppi affiliati. Probabilmente molti si sono spostati”.
Sulla propaganda online, Francesca Musacchio è chiara. “Fino a quando operavano anche tramite web, era più facile tracciare una linea e riuscire ad identificarli. Ora anche i combattenti hanno capito che attraverso l’uso dei social avevano maggiori possibilità di essere scoperti. Di sicuro l’italiano arrestato ora dovrà collaborare, sarà stata avviata una trattativa e lui si è consegnato in cambio, magari, della sicurezza della sua famiglia. E’ presumibile che già abbia detto qualcosa”, conclude.