Come ti ho fatto ti sfascio. Matteo Renzi come le mamme, quelle di una volta. Quando non erano genitore 1 e se serviva si sfilavano la ciabatta. Ecco, il senatore di Italia Viva s’è sfilato la ciabatta e l’ha scaraventata contro il premier Conte che per ora, almeno fino a martedì prossimo, ha schivato il colpo.
Quel genitore 1, tale Matteo Renzi da Rignano, che diede il via libera, con la benedizione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proprio al Conte bis. Una manciata di voti. Ma determinanti.
Ma ora è una furia. Scalcia a bestia, come si dice dalle sue parti.
E i ristori che non ci sono.
E nel RecoveryPlan, quei pochi spiccioli destinati alla Sanità.
E poi il pasticcio della scuola. Tutti quei quattrini, nostri, buttati per i banchi a rotelle dal ministro Lucia Azzolina.
“Banchi a rotelle che serviranno solamente per l’autoscontro”, punta il dito l’ex rottamatore. Che insiste sulla mancata organizzazione dei trasporti e sulla necessità di una campagna vaccinale per i docenti.
E il Mes?
E le opere pubbliche? E la Tav? Questa volta nel mirino finisce lo smemorato ex ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. Quello che chiamato a testimoniare al processo Salvini a Catania sulla nave Diciotti non “rimembrava” più nulla, manco fosse la Silvia di Leopardi.
“Qui si blocca tutto, mentre il Paese deve ripartire”, tuona il leader di Italia Viva.
E ti stropicci gli occhi, convinta di aver sbagliato Matteo. E invece no. Non è quello lombardo, l’è proprio quello toscano. Partirebbe anche l’applauso all’ex premier, in collegamento su Rete 4, ospite di Del Debbio.
Ma la domanda, come si suol dire, sorge spontanea. Lui finora dov’era? Quando decise di sostenere il governo Conte bis, per negare a Matteo Salvini quei “pieni poteri”, che il buon “Giuseppi” si è poi preso, con abbondanti interessi, a cosa pensava? Ad ogni fiducia dell’esecutivo ha sempre risposto presente. Magari facendo finta di battagliare un po’. Che poi abbia capitolato per far contenta la oggi dimissionaria Bellanova, ministro dell’Agricoltura, ottenendo la sanatoria sui migranti e altre cosucce non è un mistero.
A questo punto Renzi andrà fino in fondo? O un altro accordicchio si troverà? Che, diciamocela tutta, l’importante alla fine è evitare le urne, anche per il leader di Italia Viva. Che con quelle percentuali dove va?
Elezioni subito significano il ritorno prepotente di Meloni e Salvini.La “frangia sovranista” del Paese. Degli “sciamani amici di Trump”, come scrivono i giornaloni sinistri. E questo lo sa anche lui.
Chissà oggi a quanto lo danno un senatore. Le quotazioni pare siano in ascesa. In aula si gioca al rialzo. Sicuramente più di una fissa al derby capitolino di questa sera.
Qualche “responsabile” sarebbe pronto a correre in soccorso di Conte addirittura dalle fila di Italia Viva. Si dice. Ma Renzi glissa sulla questione.
E da qui a martedì può succedere di tutto. Gli appelli si sprecano. Dal sempre vivo Clemente Mastella e consorte alle”giudiziose”sardine. Sui social la guerra al leader toscano è dichiarata. Quelli del Pd parlano con una voce sola. Ed è tutto dire. Ma l’ordine di scuderia è “tutto fuorché il voto”. E si capisce il perché.
Rimpasti, rimescolamenti, improbabili cocktail di parlamentari. Qualcuno azzarda addirittura “elezioni a giugno”, prima del semestre bianco, ma viene subito messo a tacere che poi Zingaretti si prende paura. E i grillini pure. Ma quando gli ricapita un’occasione così a questi giovanotti che sembrava fossero di belle speranze e poi la faccenda invece è andata come è andata? Tra il taglio dei parlamentari e i consensi del Movimento in calo verticale, quando ci tornano più in Parlamento?
Ed è anche per questo che può succedere di tutto, ma alla fine della fiera non accadrà nulla.
C’è l’emergenza, c’è la pandemia e sarebbe irresponsabile un cambio di guida del Paese. Questa la versione ufficiale. Perché in qualche modo al mercato delle vacche per tenersi la poltrona bisogna pur trovarla una giustificazione.
E allora tutti alla ricerca dei “responsabili”, ribattezzati “costruttori” per l’occasione. Definizione dal retrogusto vagamente massonico, ma vabbe’ sempre meglio di quel “cambiacasacca” che si usava quando il politicamente corretto doveva ancora far breccia tra i banchi del Parlamento.
Ma la fiera è entrata nel vivo e alla fine qualche Scilipoti si troverà.
*** Foto in evidenza profilo Facebook Matteo Renzi