Alle 6,30 del giorno di Natale, la città di Nashville, in Tennessee, si è risvegliata con l’assordante rombo causato da un’esplosione vivendo minuti da psicodramma. Lo scoppio di una carica esplosiva, contenuta in un camper posteggiato al civico 166 della 2nd Avenue, ha provocato il ferimento di tre persone e la presunta morte di un’altra, causando ingenti danni agli edifici della zona. Dalla ricostruzione della Polizia è emerso che l’autoveicolo, con a bordo il solo conducente, è stato parcheggiato in una via commerciale del centro di Nashville all’1,22 della notte tra il 24 e il 25 dicembre.
Secondo il capo della polizia metropolitana, John Drake, 20 minuti prima dell’esplosione un avvertimento pre-registrato è stato diffuso proprio dal camper in questione. In un video inquietante postato sui social, che ritrae gli attimi prima dell’esplosione, si sente una voce femminile, amplificata e distorta artificialmente, che esorta i residenti locali ad evacuare la zona, poiché un’esplosione sarebbe avvenuta entro 15 minuti. Secondo alcuni testimoni, infatti, “c’era un altoparlante che avvertiva le persone che una bomba stava per esplodere nel centro della città di Nashville. Questo avvertimento è andato avanti per diversi minuti prima che iniziasse un conto alla rovescia, che ha portato alla massiccia esplosione”. “Questa zona deve essere evacuata ora … Se riesci a sentire questo messaggio, evacua ora”, recitava la registrazione, trasmessa successivamente su NewsChannel5 e ripresa in un tweet da PM breaking news.
Video: Minutes before the Nashville bombing, an audio warning broadcast urged people to evacuate the area. pic.twitter.com/kIClnmewE9
— PM Breaking News (@PMBreakingNews) December 25, 2020
A questo punto la ricostruzione della Polizia presenta alcuni misteri. I filmati ed alcune testimonianze riferiscono che alcuni agenti giunti sul posto prima dell’esplosione, udendo il messaggio amplificato proveniente dal camper, avrebbero provveduto ad evacuare i residenti e a sgomberare le strade vicine. L’intervento della Polizia è avvenuto successivamente a una chiamata al 911 che segnalava colpi d’arma da fuoco in strada, fatto non verificato. Gli investigatori ritengono che la chiamata sia giunta proprio dall’attentatore o da un complice che ha inteso avvisare le autorità dell’imminente esplosione proprio allo scopo di evitare di provocare vittime.
Il camper è esploso alle 6.30 nei pressi di un edificio che ospita i sistemi di trasmissione della società statunitense AT&T, uno dei colossi delle comunicazioni.
La detonazione ha provocato 3 feriti, tutti agenti di polizia intervenuti sul posto, e il danneggiamento di buona parte delle abitazioni e degli esercizi commerciali della strada. Le autorità hanno affermato di ritenere che l’esplosione sia frutto di un atto deliberato. Due agenti delle forze dell’ordine hanno riferito all’Associated Press che gli investigatori hanno rinvenuto resti umani nelle vicinanze del luogo dell’esplosione che ha scosso il centro di Nashville all’inizio della mattina di Natale. Non è chiaro come questi resti siano collegati alla detonazione di venerdì, ovvero se appartengano al responsabile o a una vittima. I funzionari non hanno voluto divulgare ulteriori particolari relativi alle indagini in corso e hanno parlato con l’Associated Press chiedendo l’anonimato.
Gli obiettivi possibili
La polizia ha riferito che la detonazione, avvenuta all’esterno del centro operativo della rete appartenente alla società AT&T e l’onda d’urto successiva, ha provocato la paralisi del sistema di allarme 911 entro un raggio di 180 miglia e la sospensione di tutti i voli dall‘aeroporto di Nashville. Ma la situazione, dopo le verifiche effettuate, si presenta oggi più grave del previsto. La rete di comunicazione su larga scala in molti Stati dell’Unione è stata paralizzata. Il traffico dei telefoni cellulari, Internet, le linee mobili o fisse risulta interrotto.
Il sito adiacente il luogo dell’esplosione di ieri, secondo le informazioni raccolte, ospita la sala computer di un progetto congiunto tra AT&T Telecom e l’Agenzia per la sicurezza nazionale (NSA) e si troverebbe nella stanza 641A dell’edificio. La sala conterrebbe apparecchiature di commutazione della dorsale di comunicazione.
Secondo i dati della NSA, ci sono almeno 59 “gangli informatici” negli Stati Uniti, tra i quali gli 8 punti di accesso più importanti (Saguaro Access Point), che utilizzano apparecchiature AT&T per filtrare i dati Internet, per poi trasmetterli a un sito denominato “Pinecone”. I dati vengono trasferiti da AT&T al sistema di sicurezza della NSA, quindi inoltrati alla sede centrale della NSA nel Maryland per le analisi di competenza. L’esplosione che ha danneggiato la rete in questione segue di pochi giorni i cyberattacchi che hanno colpito gli Usa.
Allo stato attuale, la polizia non ha esternato alcun sospetto sugli autori dell’attentato. Gli accertamenti sulla targa del camper esploso hanno reso possibile l’identificazione del proprietario, segnalato come “un attivista politico di destra”. Ma, secondo l’Fbi, prima dell’attacco erano stati individuati anche alcuni post sui social network secondo i quali il movimento BLM si stava preparando ad agire durante il giorno di Natale e il 6-8 gennaio. L’Fbi ha preso la guida delle indagini, alle quali partecipa anche il Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives (Atf) del dipartimento di Giustizia. Alcune persone sono state portate in commissariato per essere interrogate ma il portavoce non ha voluto dare dettagli.
Al momento non si ha notizia di alcuna rivendicazione
Il presidente uscente, Donald Trump, è stato informato dell’esplosione e verrà aggiornato sugli sviluppi, così come il ministro della Giustizia ad interim, Jeff Rosen. Il governatore del Tennessee, Bill Lee, ha assicurato che verranno fornite tutte le risorse necessarie per “determinare cosa è successo e chi è responsabile”; per il sindaco di Nashville, John Cooper, “è una fortuna che il numero dei feriti sia così limitato”, grazie al fatto che non c’erano molte persone in giro a quell’ora nel giorno di Natale.
Le ipotesi
Le modalità seguite per portare a termine l’attentato non sono certo usuali. L’autore o gli autori materiali dell’attacco, hanno volutamente evitare il coinvolgimento di persone con l’avviso diffuso da un altoparlante situato nel camper, successivamente esploso, che ingiungeva di allontanarsi dalla zona ben 15 minuti prima che fosse attivata la detonazione.
L’ipotesi è che l’azione fosse diretta a un obiettivo specifico, pragmatico, quasi a voler intaccare la spina dorsale dei sistemi di comunicazione degli Usa. Una tattica che potrebbe essere parte della più ampia strategia di attacco alle infrastrutture di telecomunicazioni statunitensi iniziata con il già citato attacco informatico alle strutture dell’amministrazione americana, comprese quelle legate al Dipartimento della difesa.
Nel campo della fenomenologia del terrorismo, il modus operandi di Nashville non rappresenta, comunque, una novità. Un esempio è l’Eta, che in Spagna ha portato a termine innumerevoli azioni preavvisando delle esplosioni connesse alle azioni, poi rivendicate, in modo da evitare vittime collaterali.
Al contrario, soprattutto i network jihadisti, tendono ad estendere e moltiplicare la potenza degli ordigni, collocati nei modi e soprattutto nei tempi dovuti, per provocare il maggior numero di vittime, fattore ritenuto determinante per l’ottenimento della ribalta mediatica.
In effetti le ipotesi potrebbero vertere su tre diversi filoni: il terrorismo della destra americana, in funzione anti-democratica, i movimenti di sinistra legati al BLM, per un’azione dimostrativa, anche se tale teoria non può essere suffragata dal target selezionato o, da tenere in debita considerazione, un’operazione condotta da un gruppo straniero (filo-iraniano?) che avrebbe voluto mostrare la capacità di infiltrazione negli Usa dimostrandone la debolezza del sistema di sicurezza e palesando la possibilità di colpire quando e dove programmato. Un’ipotesi azzardata, certo, che escluderebbe una recrudescenza dell’attivismo terrorista interno a favore di una decisa ripresa di quello di matrice straniera, sia essa politica, come nel caso dell’Iran, sia di estrazione islamista.