Marocco e Israele ristabiliscono le relazioni diplomatiche. In cambio, gli Stati Uniti di Donald Trump riconoscono la sovranità di Rabat sui territori del Sahara Occidentale a fronte di una normalizzazione dei rapporti con Israele. Per Netanyahu un altro accordo storico raggiunto anche in virtù di una formale rinuncia ad ulteriori annessioni nella West Bank in cambio della creazione di un fronte unitario, comprendente i Paesi arabi, in funzione anti-iraniana. Un comunicato ufficiale del gabinetto del regno del Marocco ha annunciato la ripresa dei contatti ufficiali “il più presto possibile” e la riapertura di voli diretti tra Tel Aviv e Casablanca.
L’accordo raggiunto, il quarto per l’amministrazione Trump, ha similitudini con quelli conclusi tra Israele e Emirati Arabi, Bahrein e Sudan, tutti finalizzati a una ripresa dei rapporti diplomatici e commerciali oltre che alla stabilizzazione degli equilibri in Medio oriente. L’intesa è frutto di un intenso lavoro diplomatico intessuto, nella sua fase iniziale, tra Jared Kushner, inviato di Trump, il principe saudita Mohamed bin Salman e l’uomo forte degli Emirati arabi, Mohamed bin Zayed che cominciarono a considerare la questione degli arabi palestinesi e Israele come un’opportunità piuttosto che una fonte di ulteriore destabilizzazione della zona.
Ma già dal settembre 2018 durante l’assemblea generale dell’Onu, Benyamin Netanyahu si riunì in gran segreto con il ministro degli esteri marocchino Nasser Bourita aprendo, di fatto, un canale privilegiato di comunicazione diplomatica e commerciale che avrebbe successivamente coinvolto il consigliere del presidente dello Stato ebraico, Meir Ben Shabat, l’imprenditore ebreo – marocchino Yariv Elbaz, Jared Kushner e il consigliere del monarca Mohamed VI, Andrè Azoulay.
Le reazioni della minoranza ebraica in Marocco
La presenza di una minoranza ebraica in seno alla comunità marocchina festeggia l’accordo ricordando gli storici legami tra i due Stati che, sino dagli anni ’60, pur con l’emigrazione di ben 600.000 ebrei marocchini verso Israele, avevano aperto a una stretta collaborazione tra i rispettivi servizi di sicurezza in chiave anti-terrorismo. Un legame di amicizia e cooperazione che probabilmente non è ma stato scalfito, anche in virtù delle posizioni del Regno mantenute durante la persecuzione contro gli ebrei nell’ambito del secondo conflitto mondiale, che portò i collaborazionisti filo-nazisti francesi, al comando del generale Pètain, a chiedere la consegna dei cittadini di sangue giudeo, ottenendo un formale rifiuto da parte dell’allora monarca Mohamed V.
Accordo Marocco – Israele: la rabbia degli islamisti e di Teheran
Il partito della giustizia e dello sviluppo (PJD) marocchino, notoriamente schierato su posizioni islamiste, ha fortemente contestato l’accordo definendolo come un’ulteriore pugnalata alla schiena della causa palestinese e un tradimento nei confronti degli arabi. Quasi a voler rassicurare gli estremisti del Pjd, il re Mohammed VI ha ribadito che la politica del Marocco nei confronti del conflitto arabo-israeliano, in ogni caso, si manterrà sulla posizione di una soluzione a “due Stati”, tesi confortata da un colloquio telefonico intercorso tra il Monarca e Abu Mazen.
Come prevedibile, anche l’Iran ha voluto far giungere la propria voce in merito all’accordo per mezzo del consigliere degli affari internazionali del presidente del parlamento iraniano, Hossein Amir Abdollahian, che ha dichiarato: “Il Marocco tradisce la nazione palestinese concludendo un accordo di pace con Israele, sotto la mediazione dal presidente Usa Trump”, aggiungendo che “la normalizzazione dei legami del Marocco con il falso regime che occupava Gerusalemme è un tradimento che accoltella alle spalle la resistenza della Palestina”.
Aspre critiche anche da parte dei partiti algerini che hanno etichettato l’accordo tra Marocco, Stati Uniti e Israele, come una macchia politica, diplomatica ed etica.
Anche una parte della popolazione marocchina ha espresso il proprio rifiuto degli accordi con alcune manifestazioni di protesta convocate dagli islamisti. In una dichiarazione pubblicata su Facebook, il Fronte di liberazione nazionale (FLN) ha dichiarato di avere denunciato e condannato con rabbia l’annuncio fatto dal Regno del Marocco in merito all’instaurazione di relazioni diplomatiche con l’ente “sionista usurpatore”, in cambio del riconoscimento del presidente americano della presunta sovranità del Marocco sul Sahara occidentale occupato. “Rinunciare al diritto inalienabile del popolo palestinese in cambio dell’ottenimento di un’illusoria sovranità sul Sahara occidentale occupato è umiliante. Rimarrà una macchia politica, diplomatica ed etica sulla fronte delle parti coinvolte che si sono sempre vantate sul sostegno alla causa palestinese. Oggi, la verità viene rivelata dopo aver accettato di vendere la sacra causa sulla base di un tweet ingannevole e falso pubblicato all’ultimo momento. È un dono dei non abbienti agli indegni”. Nel comunicato FNL ha poi sottolineato che rinnova “il suo impegno, in questa perfida occasione, a continuare il suo sostegno alla causa palestinese fino alla vittoria, al fine di stabilire uno Stato indipendente con Al-Quds (Gerusalemme, capitale di Israele, ndr) come capitale”.
La questione Sahrawi
Una vittoria politica per Rabat anche sugli indipendentisti Sahrawi e soprattutto sull’armata del Fronte Polisario, sostenuto e finanziato dall’Algeria, dall’Iran e tollerato anche dalla Spagna, Paese sul quale pesano le richieste di una cessione delle enclavi di Ceuta e Melilla che il Marocco vorrebbe ottenere per ampliare il controllo delle acque territoriali sino all’arcipelago delle Canarie per una possibile ricerca di fonti di approvvigionamento petrolifero.
Rabat formalmente contrasta i continui flussi di clandestini verso il territorio spagnolo, ma sottobanco si serve delle rotte dei traffici di illegali per mantenere la pressione sul governo di Madrid.
L’accordo raggiunto con Israele, con la mediazione degli Usa, ridisegnerà gli equilibri strategici nella regione del Maghreb e del Sahara Occidentale ponendo comunque il Marocco nella difficile posizione di una possibile ripresa del conflitto con gli indipendentisti Sahrawi.
Nel merito, Rabat potrebbe riproporre un disegno di legge che prevede l’autonomia della regione pur rimanendo sotto la sovranità del Regno del Marocco. Una soluzione già in passato non gradita al popolo Sahrawi che richiede l’assoluta indipendenza.